Dopo il successo mondiale de I Segreti di Twin Peaks, andato in onda sul canale generalista americano ABC nel biennio 1990-1991, David Lynch riuscì ad ottenere un buon finanziamento (circa dieci milioni di dollari) per mettere in scena un progetto che ossessionava la mente del regista dopo la prematura conclusione dello show. Fuoco Cammina Con Me (titolo originale Twin Peaks: Fire Walk With Me) è un calderone nel quale prendono vita tutti i temi che hanno animano le opere del regista americano: una rapsodia oscura nella quale i desideri proibiti e i demoni si muovono tra le abitazioni di una delle città più famose della storia della televisione, una pellicola dove il regista di Eraserhead rinuncia all’ironia della serie in favore di una cupezza che il medium televisivo non poteva, all’epoca, permettersi. Distrutto dalla critica ai tempi del Festival di Cannes, dove solo due anni prima Lynch aveva conquistato una discussa Palma d’Oro per Cuore Selvaggio, Fuoco Cammina Con Me si rivelò pertanto un flop tanto grande da mettere fine al sogno di Lynch di raccontare ancora la città di Twin Peaks, con i suoi misteri e la sua oscurità (fino all’annuncio, nell’ottobre 2014, della terza stagione dello show da parte del canale via cavo Showtime).
Bisogna subito affrontare l’annosa questione della “faida” eterna fra TV e cinema: David Lynch accettò il progetto televisivo con diversi dubbi, perlopiù legati ai meccanismi “extra-artistici” che in televisione incidono più che sul grande schermo; parliamo di questioni che riguardano per esempio l’inserimento di Twin Peaks nel palinsesto televisivo (il giorno di programmazione, l’orario, il numero di puntate etc), la presenza degli spot pubblicitari (che distraggono lo spettatore portandolo ad estraniarsi da ciò che sta guardando), la pressione legata al calo degli ascolti (causa principale della cancellazione di una serie), i continui litigi con i vertici del network, una censura soffocante e molto altro ancora. Sulla scorta di questi dati è dunque facile comprendere perché Fuoco Cammina Con Me sia un lavoro per molti versi distante dal suo parente televisivo. L’ironia e l’ingenuità di Andy, la dolcezza di Cooper, la follia a tratti divertente del padre di Audrey, le battute legate al caffè e alle ciambelle lasciano il posto alla vita di Laura Palmer, una delle ultime, vere femmes fatales del cinema contemporaneo.
(spoiler) Lynch ci racconta dell’abuso di droga da parte della ragazza, dei suoi rapporti frequenti con diversi uomini per denaro e del piacere carnale che prova quando Bob/Leland la possiede. Parla anche della fine dell’età dell’innocenza per Donna, trascinatasi per amicizia in un mondo dove, per parafrasare Serge Daney, “tutti hanno una gran voglia di scopare”. Perché il film ci vuole mettere davanti al desiderio puro, all’attrazione che diversi uomini, dall’aspetto inquietante, provano verso delle adolescenti dall’aspetto virginale, che nello stesso tempo hanno un diario e sniffano cocaina. In Fuoco Cammina Con Me i personaggi sono colti nei momenti più squisitamente privati: quelli che nascondono. (fine spoiler)
Nonostante il prodigio che Lynch è riuscito a costruire, i terribili risultati al botteghino e le bordate di fischi sulla Croisette convinsero i produttori a non investire più sull’universo di Twin Peaks (Lynch aveva in mente di girare altro materiale). Come purtroppo spesso è successo nella carriera del regista americano, il progetto non ingranò già in fase di pre-produzione, precisamente da quando Kyle MacLachan, sodale amico del cineasta, rifiutò categoricamente di tornare a vestire i panni di Dale Cooper, spaventato dal fatto che sarebbe rimasto per sempre identificabile con quel personaggio. David Lynch fu dunque costretto a modificare la trama, scatenando nei fan non solo le ire ma anche diverse perplessità legate ad alcuni errori di continuità di cui ancora oggi si discute. Il protagonista di Blue Velvet, alla fine, accettò di apparire in poche e sparute scene perché fosse logica la linea temporale fra la pellicola e la serie. Egli tuttavia non fu l’unico a disertare: Lara Flynn Boyle “consegnò” il ruolo di Donna, la migliore amica di Laura Palmer, a una giovane Moira Kelly (all’epoca sconosciuta) mentre la maggior parte dei protagonisti della serie appaiono per qualche minuto o addirittura per pochi secondi; curiosa è poi la presenza di piccoli cameo di attori famosi come Kiefer Sutherland o Henry Dean Stanton, che presero parte al film solo ed unicamente per la passione che li lega al regista (Stanton apparirà anche nel revival di quest’anno). Caso a parte è infine il meraviglioso personaggio interpretato da un eccezionale David Bowie, le cui scene sono finite nell’impietoso lavoro di riduzione e tagli fatto in sala di montaggio; dopo l’esperienza di Fuoco Cammina Con Me, più volte Lynch ha ribadito l’importanza del controllo sull’intero prodotto artistico, memore anche dell’insuccesso di Dune, per il quale lo ricoprirono d’oro ma non ebbe voce in capitolo sul final cut (Dune è a tutti gli effetti un lavoro “monco”, splendido ma incompleto).
E’ comunque un errore pensare alla pellicola come ad un capitolo sbagliato di una serie fortunata: Fuoco cammina con me è una vetta altissima di cinema sperimentale, un’indagine sull’oscurità dell’uomo, sulla matrice della sua malvagità, sull’inconscio. Cosa c’è all’interno della nostra psiche? Lynch ci racconta la sua, nella quale coesistono ironia e malvagità, morte e bellezza, oscurità e luce, nani e giganti, amore e violenza: Fuoco Cammina Con Me rifiuta categoricamente la luce. Il geniale regista sfrutta al massimo la potenza dell’immagine che si muove, fondendo momenti teatrali, grandi composizioni dell’immagine e inquietanti composizioni musicali come The Pink Room, reinventando la sinestesia facendola propria. Dal 1992 in poi, la sinestesia non sarà mai più la stessa.