My Morning Laughter, in orgininale Moj Jutarnji Smeh, è il film di debutto dell’emergente regista serbo Marko Djordjević, presentato in anteprima italiana in concorso al Trieste Film Festival 2021.
MY MORNING LAUGHTER (MOI JUTARNJI SMEH): DALLA SERBIA IL COMING OF AGE DI UN TRENTENNE
Il film segue e osserva da vicino le vicende sentimentali della vita di Dejan, giovane adulto quasi trentenne che tenta di emanciparsi da una madre iperprotettiva e da un padre alcolizzato e, finalmente, di perdere la verginità. I suoi sentimenti sono scossi dalla giovane collega Kaća, della quale Dejan si invaghisce e a cui difficilmente riesce a confessare i propri sentimenti. Dopo una seduta da un sensitivo però, Dejan capirà che non ha più nulla da perdere e deciderà quindi di buttarsi a capofitto nell’età adulta.
Scritto dallo stesso Djordjević, My Morning Laughter (Moj Jutarnji Smeh), nasce dopo 5 anni di lavorazione, numerose riscritture della sceneggiatura e diversi tentativi di riprese. Tutto ciò è particolarmente evidente perché la messa in scena, uno dei punti di forza del film, è decisamente consistente: il film è costruito con sapienza, le scene sono racchiuse all’interno di inquadrature studiate nei minimi particolari (girate in spazi casalinghi decisamente angusti) ed è recitato in maniera intelligente da attori in grado di comunicare sensazioni di disagio e di divertimento allo stesso tempo.
MY MORNING LAUGHTER (MOI JUTARNJI SMEH) E QUELL’ABBANDONO DEI CLICHÉ DELL’UOMO BALCANICO
La pellicola si regge intorno alla figura del suo protagonista Dejan, le stesse parole del regista la definiscono un coming of age in cui però il personaggio principale non è un adolescente, ma un giovane adulto di quasi trent’anni, vergine e non ancora accasato. In Dejan viene impersonificata quella categoria di persone che raramente si vedono all’interno dei film provenienti dalla Serbia, e più in generale dall’est Europa. Non è infatti un uomo indipendente, sfacciato, potente o feroce, è un giovane uomo timido, impaurito, completamente alle dipendenze della madre e con un lavoro che lo soddisfa, ma che forse non lo entusiasma troppo. Lontano dai cliché del maschio balcanico, Dejan, diviene il simbolo di un’intera generazione di giovani adulti che si sono ritrovati grandi senza essere mai cresciuti, con genitori iperprotettivi che hanno fatto di tutto per evitare loro lo scontro con “il mondo là fuori”.
UN DEBUTTO IRONICO PER MARKO DJORDJEVIC
My Morning Laughter (Moj Jutarnji Smeh) mette in gioco diversi stereotipi legati alla commedia, ma senza mai dichiararsi tale. Tra le scene meglio riuscite in cui emerge pienamente il soffice humor che permea il film c’è sicuramente quella della seduta dal sensitivo, nella quale viene attentamente analizzata la vita sessuale del giovane Dejan e non ne viene, per nulla, indagato il futuro, e la scena finale, grazie alla quale Djordjević è in grado di trasmettere allo spettatore quell’enorme sensazione di imbarazzo con la quale anche i protagonisti sono alle prese all’interno della narrazione.
Quello di Marko Djordjević è un film di debutto forse imperfetto in grado di riflettere su problemi generazionali più ampi e di rappresentarli con una storia ironica e ben costruita che all’apparenza però potrebbe risultare già vista e di scarso interesse per il pubblico in cerca di grandi emozioni.