Cosa aspettarsi da un film che parte come Fantasy Island e man mano che procede assimila in sé deboli eco dei momenti meno convincenti di Lost? Probabilmente nulla di buono, ma a scrivere e dirigere Old c’è M. Night Shyamalan, uno al quale il beneficio del dubbio viene sempre concesso anche nel momento in cui si è consapevoli che il suo genio è stato spesso controbilanciato da scelte cinematografiche di dubbio gusto.
Tra fine anni Novanta e inizio Duemila Shyamalan ha portato sul grande schermo alcuni tra i film più iconici della generazione, nonché i suoi lavori migliori in assoluto. Il pattern narrativo è più o meno sempre lo stesso, ma funziona ogni volta con una calibrazione millimetrica che rende il dispositivo Shyamalan quasi impeccabile. Poi arriva un declino inaspettato e a controbilanciare un Il Sesto Senso ad attendere dietro l’angolo c’è Lady in The Water, mentre per un Unbreakable arriva L’Ultimo Dominatore dell’Aria.
The Visit e soprattutto il successivo Split fanno però nuovamente ben sperare che quella macchina oliatissima fedele al credo di un horror da briciole di pane disseminate possa realmente tornare ai fasti di un tempo. Glass e il suo (forzato) universo narrativo scricchiola ed è un nì, chiuso nei riverberi di un passato che adombra il presente e che con Old fa cadere nuovamente nello sconforto chi sperava un ritorno ai vecchi fasti.
Old: M. Night Shyamalan torna con un film dimenticabile
Ebbene no, il dispositivo Shyamalan in Old non funziona. Pare provarci alla lontana quando i due coniugi Guy (Gabriel Garcia Bernal) e Prisca (Vicky Krieps) arrivano su un’isola tropicale per passare tre giorni assieme ai due figli Trent e Maddox. La coppia è in crisi, lei ha un tumore che pare benigno e la situazione è tesa. L’occasione di passare una giornata su una spiaggia esclusiva su suggerimento del gestore della struttura è quindi un’offerta ghiotta.
Ben presto, come anche i vari trailer ci hanno adeguatamente anticipato (una politica di marketing purtroppo non nuova e francamente scellerata, a dir poco), alcune delle mollichine di pane convergono in questo piccolo angolo di paradiso che pare rispondere a proprietà fisiche tutte sue. La famiglia di Guy e Prisca non è però da sola e condividerà l’avventura con altri sfortunati avventori dell’hotel.
Infatti sulla spiaggia di Old si invecchia precocemente e le regole del gioco sono presto chiare a tutti. Troppo presto, con troppo poco stupore o effettivo ritorno nelle conflittualità dei malcapitati. Ed è importante soffermarsi sui personaggi perché una volta che il dispositivo Shyamalan scopre così precocemente le sue carte – anticipando in qualche modo anche l’immancabile twist di fine film che arriva per forza di cose goffo e stonato – tutto ciò che resta è palcoscenico sociale. Ma la messa in chiaro delle regole del gioco non fa di certo da sé un La Règle du jeu.
Old è un horror spicciolo e privo di coinvolgimento
Accadono ovviamente cose assurde durante il pernottamento forzato in un luogo del genere, ma nessuno pare esserne effettivamente smosso. Chi ne esce pazzo è perché già era pazzo prima di mettere piede lì. Per gli altri si abbozza un prototipo di interazione al quale il cast (particolarmente seriale, tra cui Rufus Sewell, Ken Leung, Nikki Amuka-Bird, Abbey Lee, Aaron Pierre, Alex Wolff, Thomasin McKenzie) risponde catatonico anche a causa di una sospetta pessima direzione attoriale.
E Shyamalan si muove frenetico all’interno del gruppo, spaziando dal dettaglio alla veduta area, dalla messa in sfocatura allo zoom, in una continua privazione di coordinate visive che porta a un depauperamento dello strumento registico che già non trova nessun tipo di supporto nella sceneggiatura, adattamento della graphic novel Castello di sabbia di Pierre Oscar Levy e Frederik Peeters.
C’è un timido interesse nell’aberrazione del corpo che muta in maniera così repentina, negli sviluppi di un’evoluzione coatta, ma nemmeno il tempo di accorgersene che si arriva, tutto sommato sonnecchianti, verso un finale che vuole rientrare infantilmente nel sentimento di un nido familiare del quale non ci è mai interessato nulla.
Dopo una coda lunga e totalmente fuori dalle corde del film – che in fondo è già fuori da se stesso -, serpeggia la sconsolata domanda che si chiede se M. Night Shyamalan risieda davvero ancora tra noi. Servant ci confortava, ma Old, purtroppo, non ci fa ben sperare.