The Lost Daughter, film che segna il debutto al lungometraggio nel ruolo di regista e sceneggiatrice dell’attrice Maggie Gyllenhaal, è il libero adattamento del romanzo La Figlia Oscura di Elena Ferrante ed è stato presentato in concorso al Festival di Venezia 2021, edizione numero 78. Protagonista una magnetica Olivia Colman (La Favorita, The Father).
THE LOST DAUGHTER, MAGGIE GYLLENHAAL DIRIGE L’ADATTAMENTO DE LA FIGLIA OSCURA DI ELENA FERRANTE
The Lost Daughter – La Figlia Oscura racconta la vita vacanziera di Leda (Olivia Colman), donna quarantottenne che decide di passare una parte della sua apparentemente spensierata estate in Grecia. Una volta in vacanza, però, Leda si ritrova completamente ammaliata e attratta dall’affettuosa relazione tra una giovane madre (Dakota Johnson, Suspiria) e sua figlia. Nella protagonista i ricordi legati al periodo della propria maternità iniziano così pian piano ad affiorare e con loro le riflessioni sulle scelte compiute da Leda in passato; le conseguenze e i rimpianti di una vita di madre vissuta in modo atipico.
OLIVIA COLMAN COLONNA PORTANTE DI UN DRAMMA CHE SFOCIA QUASI NEL THRILLER PSICOLOGICO
Colonna portante attorno a cui tutta la pellicola ruota, è il personaggio di Leda. Olivia Colman, come con le interpretazioni precedenti, non sbaglia nulla: è credibile in ogni sguardo, in ogni gesto e in ogni parola. Col suo charme contribuisce a creare l’atmosfera ambigua e a tratti misteriosa che caratterizza il film. Nonostante The Lost Daughter – La Figlia Oscura sembri un tradizionale racconto drammatico, un po’ alla volta il mondo di Leda si incupisce e la pellicola si rivela essere una profonda indagine psicologica che parte proprio dal passato materno e dal rapporto con gli uomini e le due figlie.
La giovane Leda (interpretata dalla Jessie Buckley di Sto Pensando di Finirla Qui) era infatti una madre insolitamente egoista, dedita più alla carriera e ai agli studi che alla cura delle sue figlie. In questo senso la rievocazione del passato innesca una scintilla per far riflettere lo spettatore sulla percezione archetipica della figura materna; veicolando, al contrario, l’immagine di una madre diversa, meno stereotipata, meno generosa e più ‘libera’.
PER MAGGIE GYLLENHAAL THE LOST DAUGHTER – LA FIGLIA OSCURA È UN DEBUTTO SOLIDO E TRADIZIONALE SU UNA TEMATICA COMPLESSA
A rendere ancora più articolato il discorso centrale che The Lost Daughter – La Figlia Oscura affronta, vi è la grigia tonalità della vita di Leda. La protagonista infatti si presenta come una donna libera, sì, ma sola, ed è proprio questa solitudine che sembra stritolarle la mente, soffocandola in un mondo fatto di rimpianti, di sgomento e di incapacità relazionale.
Maggie Gyllenhaal dirige e scrive un film complesso e lo fa seguendo schemi narrativi tradizionali (il passato di Leda si rivela grazie a lunghi e insistenti flashback), con scelte di regia poco invadenti e volte all’equilibrio stilistico. Con questa pellicola, la regista sceglie di presentare al pubblico un insieme di situazioni scomode e inusuali, con delicatezza ed eleganza; una storia matura, profonda e alle volte angosciante, mascherata però dalla brezza di una soleggiata e spensierata estate greca.
The Lost Daughter – La Figlia Oscura in Italia è stato distribuito al cinema da BiM il 7 aprile 2022.