La documentarista Giovanna Taviani, all’interno della sezione Notti Veneziane della 18. edizione delle Giornate degli Autori, ha presentato il suo ultimo lavoro, Cùntami. Attraverso il viaggio in una Sicilia poco conosciuta, scopriamo l’essenza di una regione dalle mille contraddizioni ma dalla storia e dalla cultura straordinaria.
CÙNTAMI E L’ANTICHISSIMA TRADIZIONE DEI CANTASTORIE SICILIANI
Cùntami è un film che ci permette di conoscere gli eredi della grande tradizione dei cantastorie siciliani; i racconti quasi senza tempo interpretati da questi artisti non solo offrono una panoramica sulla natura umana ma spiegano nel dettaglio il passato e il presente della Sicilia.
Figlia di Vittorio Taviani (a cui il film è dedicato), Giovanna Taviani con Cùntami realizza un viaggio ripercorrendo il suo passato, facendoci conoscere una forma espressiva che, nonostante i tempi che cambiano, non solo continua a sopravvivere ma riesce anche ad evolversi.
CÙNTAMI, UN ROAD MOVIE ATIPICO PER IL LATO PIÙ AFFASCINANTE E AUTENTICO DELLA SICILIA
Seguendo il percorso di un furgoncino rosso in giro per la Sicilia (tra le città visitate ci sono Palermo, Trapani e Gela), la pellicola ci presenta i nuovi custodi di una narrazione orale dalle radici antichissime: cominciando da Mimmo Cuticchio (importante erede della tradizione dei cantastorie e dell’Opera dei Pupi, che ha fatto anche una comparsa ne Il Padrino – Parte III di Francis Ford Coppola), gli artisti coinvolti nel progetto partono dalla letteratura epico-cavalleresca e mitologica (i protagonisti di queste storie sono, tra gli altri, Orlando e Don Chisciotte) per parlare della bellezza della regione siciliana ma anche dei problemi che la attanagliano da decenni.
Era facile, con un soggetto del genere, cadere nella tentazione di girare uno spot pubblicitario suggestivo ma senza sentimenti. La regista però, facendo tesoro della sua esperienza personale, non commette questo errore realizzando una sorta di reportage artistico dove è l’anima della Sicilia ad essere al centro dell’attenzione.
L’INEVITABILE RIFLESSIONE SUL FUTURO DI UN PASSATO COSÌ IMPORTANTE
Grazie anche alle scelte azzeccate per quanto riguarda le location e il gusto estetico di Giovanna Taviani nelle inquadrature, Cùntami è in grado sin da subito di ammaliare lo spettatore sia per le splendide immagini che per la forza dei racconti esposti da parte di attori/artisti che, come nel caso di Vincenzo Pirrotta e Gaspare Balsamo, non hanno paura di fare denuncia sociale, specialmente contro la mafia (non dimentichiamo comunque di citare Giovanni Calcagno e Mario Incudine, presenti nel film).
Cùntami, per merito anche di un minutaggio snello (il lungometraggio dura appena 70 minuti), tiene incollati allo schermo dall’inizio alla fine, trasmettendo quella sensazione di un luogo che, nel bene e nel male, vuole rimanere incontaminato per non perdere la propria storia e la propria identità, cercando di ambire ad un’immortalità quasi utopistica con tradizioni centenarie riconosciute come patrimonio dell’umanità dall’Unesco.