A volte si ha quasi l’impressione che i vincitori degli Oscar siano un’emanazione di quella entità indefinibile e quasi divina che è Hollywood; che dietro agli Academy Awards ci sia una sorta di intelligenza astratta che seleziona a tavolino i premiati, affidandosi a volte al sentire del momento e a volte optando per un più cauto manuale Cencelli. In realtà dietro l’assegnazione delle ambite statuette c’è una complessa macchina burocratica che raccoglie le preferenze di migliaia di artisti e tecnici, e il meccanismo di voto degli Oscar, per quanto indirettamente influenzabile, è concepito per garantire che a vincere possano essere effettivamente i film che più hanno colpito i giurati, siano essi influenti produttori, star di chiara fama o operatori destinati a rimanere sconosciuti ai più. Ma vediamo nel dettaglio come si vota per gli Oscar, partendo innanzitutto da giuria e candidati.
CHI VOTA PER DECIDERE LE NOMINATION AGLI OSCAR?
La Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS, o semplicemente Academy) è un’organizzazione professionale onoraria fondata nel 1927, che – secondo i numeri forniti da Cheryl Boone Isaacs – oggi comprende circa 8500 membri, suddivisi in 17 settori che rappresentano altrettanti rami del mondo della produzione cinematografica (regia, recitazione, sceneggiatura e così via). Sono questi membri che, a scrutinio segreto, voteranno per scegliere i nominati e i vincitori.
Nessun membro dell’Academy può formalmente appartenere a più settori in contemporanea ma deve sceglierne uno, quindi – per esempio – Clint Eastwood non può essere iscritto sia nella branca degli attori che in quella dei registi.
Si può entrare a far parte di questo prestigiosissimo club se si viene formalmente invitati dall’Organizzazione, se il proprio nome viene sottoposto per l’approvazione all’Academy da due o più membri attivi (definiti ‘sponsor’) o, ovviamente, se si viene nominati per un Oscar.
Non tutti però possono sperare di essere presi in considerazione per l’ammissione: gli sceneggiatori, i registi e i produttori devono avere almeno due progetti a proprio nome, gli attori devono avere almeno tre lungometraggi all’attivo e i tecnici devono avere un’anzianità di carriera che varia da ramo a ramo.
I GIURATI SONO DAVVERO QUASI TUTTI UOMINI BIANCHI?
Nel 2017, in risposta alle polemiche degli anni precedenti e al movimento d’opinione Oscars So White, l’Academy ha deciso di affrontare il problema della poca diversità interna apportando delle modifiche retroattive al regolamento. Con questi cambiamenti infatti l’Organizzazione ha deciso di garantire l’appartenenza a vita solo ai nominati, dando invece una scadenza agli altri membri, il cui status durerà 10 anni e verrà rinnovato solo se in questo periodo avranno continuato ad essere attivi nel proprio settore. Chi riceverà due rinnovi (corrispondenti a 30 anni nell’AMPAS) vedrà la propria membership estesa a vita.
Lo scopo di questo intervento normativo è di garantire entro il 2020 una ragionevole rappresentanza di iscritti di etnia non caucasica e di sesso femminile, e si accompagna a una maggiore sensibilità nella selezione dei nuovi membri. Delle 774 new entry invitate ad aderire dal 2018, il 39% sono donne e il 30% sono ‘di colore’, per un totale di ben 57 diversi paesi di provenienza.
QUALI FILM POSSONO PROPORSI COME ASPIRANTI CANDIDATI?
Prima di arrivare a vincere un Oscar bisogna guadagnarsi una nomination, e già questo passo è una missione tutt’altro che facile. Mesi prima della votazione finale per i vincitori delle statuette dorate, infatti, si tiene una prima votazione per stabilire i titoli, gli artisti e i professionisti che avranno diritto a una candidatura. Per arrivare ad essere tra le pellicole che saranno prese in considerazione per questa scrematura iniziale, però, il lavoro inizia l’anno precedente alla cerimonia.
Sottoporre un film all’Academy è un processo che prevede azioni e requisiti molto specifici (senza contare l’investimento economico nelle campagne pre-nomination, le cosiddette “For Your Consideration“). Innanzitutto entro i primi giorni di dicembre bisogna recapitare all’AMPAS un modulo con i crediti di produzione ufficiali (modulo OSC), dimostrando che il film abbia tutte le qualità necessarie.
Tra le richieste del regolamento ufficiale, vi sono per esempio quella che i lungometraggi (non stranieri) abbiano dei produttori statunitensi, siano stati proiettati in un comune cinema (a pagamento) nella contea di Los Angeles per almeno 7 giorni di fila e che abbiano avuto una première pubblica in un cinema o in un teatro.
Questa comunicazione ufficiale da parte degli aspiranti candidati è una condizione ineludibile per correre ai premi e permette all’Academy di considerarli eleggibili nelle votazioni per le nomination, inserendoli nel Memorandum delle Uscite Eleggibili (Reminder List of Eligible Releases) che viene inviata a fine dicembre ai votanti.
CHI VOTA PER DECIDERE LE NOMINATION AGLI OSCAR?
A differenza di quanto accade nella votazione finale (quella per scegliere i vincitori degli Oscar), nella votazione per decidere le nomination i membri dei 17 settori in cui è divisa la AMPAS possono votare solo i candidati appartenenti alla propria categoria. Ciò significa ovviamente che i registi votano per scegliere la cinquina dei registi, i direttori della fotografia concorrono a votare per i candidati al premio per la Miglior Direzione della Fotografia e così via.
I votanti sono invitati a non aver remore nello scegliere solo film di sicuro successo e, anzi, a «seguire i propri cuori». Le cinque preferenze di ogni votante dovranno essere segnalate in ordine di gradimento, dalla prima alla quinta.
IL ‘NUMERO MAGICO’ PER SCEGLIERE CHI AVRÀ UNA NOMINATION
Il sistema di voto per definire i candidati agli Oscar è soggetto a una serie di pesi per garantire che solo i film migliori e più amati concorrano per l’ambito riconoscimento, e il suo funzionamento è così laborioso che già nel 1935 l’Academy decise di esternalizzare il processo affidandolo alla PricewaterhouseCoopers (PwC), una multinazionale specializzata in revisione contabile e consulenza legale che tutt’oggi ancora si occupa della gestione del sistema di voto degli Oscar.
Il procedimento di voto per stabilire le nomination parte dalla definizione di una soglia (detta ‘magic number’), ed è un riadattamento del sistema del single transferable vote tipico del mondo anglosassone. Questo valore misura il numero di voti richiesti per ottenere una nomination, varia da categoria a categoria e si ottiene dividendo il numero totale di voti espressi per una categoria per il numero di possibili nominati (in genere 5, ma ad esempio fino a 10 per il Miglior Film) +1, arrotondando per eccesso il risultato in decimali o aggiungendo +1 al risultato in cifra intera.
Ad esempio, se per la categoria Miglior Regia sono stati espressi un totale di 600 voti e sono previsti 5 nominati in gara, bisognerà dividere 600 per 6 (5 nominati +1), e aggiungere +1 al 100 risultante, ottenendo così il numero magico di 101. I primi 5 registi che otterranno 101 preferenze riceveranno la nomination nella propria categoria, guadagnando il diritto di concorrere ufficialmente come candidati agli Oscar.
LA MACCHINOSISSIMA CONTA DELLE PREFERENZE PER LE NOMINATION
Qui il regolamento si fa più complesso. Le votazioni per le nomination (espresse via posta, on location o online) sono conteggiate secondo un sistema maggioritario con voto singolo trasferibile.
Facciamo un esempio. La soglia per ottenere la nomination alla categoria Miglior Attore Protagonista è fissata a 101 voti, e come prima preferenza all’aspirante nominato ‘A’ sono andati 111 voti, 95 all’aspirante nominato ‘B’, 56 voti a C, 82 a D e così via.
L’attore ‘A’ supera la soglia già al primo scrutinio, quindi rientra immediatamente tra i candidati ufficiali agli Oscar. A questo punto i 10 voti che non servono ad ‘A’ (quelli in più rispetto alla soglia minima di 101) vengono ridistribuiti al secondo scrutinio tra coloro che sono indicati come seconda preferenza su quelle stesse schede. Semplifichiamo e supponiamo che quelle seconde preferenze vadano tutte all’attore ‘B’, che così supera la soglia con un’eccedenza di 4 voti (95+10=105, 105-101=4). A questo punto anche ‘B’ è ufficialmente candidato agli Oscar e quelle 4 preferenze in più verranno trasferite nel terzo scrutinio, continuando in questo modo finché non saranno proclamati tutti i 5 candidati previsti per la categoria Miglior Attore Protagonista. Chiaramente, a ogni nuovo scrutinio la soglia per essere nominati si abbasserà, perché sarà ricalcolata sul minor numero di voti da conteggiare.
L’adozione di un sistema di voto apparentemente così poco intuitivo ha in realtà perfettamente senso, ed è mirata a premiare film, artisti e tecnici che hanno avuto un numero di sostenitori magari non grandissimo ma animato da sincera passione rispetto a film che hanno avuto un seguito più ampio ma meno convinto.
PER OTTENERE LA CANDIDATUTA A MIGLIOR FILM STRANIERO BASTANO 7 VOTI!
Per assurdo che sembri, la soglia di eleggibilità per candidatura a Miglior Film Straniero è di soli 7 voti. Questo perché l’AMPAS non si aspetta che i propri giurati guardino tutti i film internazionali, e quindi affida la visione a un numero ristretto di delegati.
Sono infatti poche centinaia i membri dell’Academy che, su base volontaria, rientrano tra i selezionatori responsabili di proporre una shortlist di 6 film all’Organizzazione, che a questi aggiunge 3 ulteriori titoli scelti da un comitato esecutivo.
I 9 film risultanti da questo processo vengono quindi visionati e votati da 30 elettori nominati direttamente dall’Academy (suddivisi in un comitato di 20 membri a Los Angeles, e da 2 comitati di 10 membri a New York e Londra). Dal momento che lo scrutinio si svolgerà ancora una volta secondo il sistema maggioritario con voto singolo trasferibile, la soglia per guadagnare la candidatura sarà di soli 7 voti (6,66 arrotondato per eccesso).
COSÌ SI VOTA PER I VINCITORI DEGLI OSCAR: TUTTA UN’ALTRA STORIA.
Quando si tratta di scegliere i vincitori degli Oscar, il processo diventa decisamente più semplice (almeno per la quasi totalità delle categorie). Dalla fine di gennaio, ogni membro dell’Academy può votare per ogni categoria, esprimendo un solo voto per ogni singolo premio. Si procede a uno scrutinio a maggioranza relativa, e quindi vince semplicemente la persona, il team o il film che ha più voti rispetto ai diretti concorrenti. Un sistema talmente semplice da richiedere alla PwC solo 3 giorni di tempo per lo scrutinio, mentre per la fase precedente ne sono necessari dai 7 ai 10 (con 12 contabili incaricati a tempo pieno del conteggio manuale anche dei voti online).
Il voto per il Miglior Film, a differenza di quanto accade per le altre categorie, viene invece espresso e scrutinato a maggioranza relativa con voto singolo trasferibile, e cioè con lo stesso procedimento adottato per scegliere le nomination.
La prossima volta che vi divertirete a prevedere i vincitori dei Premi Oscar, ricordatevi di tutti i meccanismi che si nascondono dietro quella magica notte al Dolby Theatre.