Pane, Amore e Fantasia (1953), pellicola Titanus diretta da Luigi Comencini e scritta da Comencini stesso con Margadonna, è un perfetto esempio delle origini della commedia all’italiana.
Nel film il maresciallo Carotenuto viene trasferito a Sagliena, piccolo paesino dell’Italia centrale. La monotonia del villaggio metterà a dura prova il temperamento dell’attempato donnaiolo, le cui attenzioni verranno divise tra il fascino della giovane Maria, “la Bersagliera”, e la schiva bellezza della levatrice Antonella.
L’inizio degli anni 50 fu per l’Italia un periodo di stravolgimenti storici e sociali, ma soprattutto di costume; nel buio delle sale cinematografiche gli spettatori cominciarono a desiderare una leggerezza che il filone neorealista aveva accantonato per concentrarsi su tematiche più crude e drammatiche.
La ripresa economica cominciava a spingere il Paese verso una prosperità più esuberante e una spensieratezza carica di aspettative; in questo clima, a piccoli passi la vena neorealistica si tinse sempre più di rosa. Pane, Amore e Fantasia ovviamente ebbe un clamoroso successo al botteghino e fece da apripista per le innumerevoli imitazioni che si trascinarono, tra alti e bassi, fino agli anni 60.
L’idea del giovane Comencini e del co-sceneggiatore Ettore Maria Margadonna era quella di portare sul grande schermo i ricordi della propria gioventù, trascorsa in un piccolo paese di provincia; troviamo infatti tutti i caratteri che diventeranno classiche pietre miliari della commedia nostrana; il maresciallo, il prete, il sindaco, le pettegole e l’indimenticabile “Bersagliera” interpretata dalla prorompente Gina Lollobrigida. Grazie a lei e altre meravigliose Miss Italia come Silvana Mangano, Lucia Bosè, Sofia Loren e Silvana Pampanini, il divismo Hollywoodiano subì un duro colpo e nell’immaginario popolare venne scalzato dalla bellezza verace e casereccia delle nuove stelle.
L’indimenticabile maresciallo Carotenuto ha lo charme immortale di un grande Vittorio De Sica, Marisa Merlini interpreta Annarella e Tina Pica la domestica Caramella. Un giovane Gigi Reder, nei panni di Ricuccio, ancora ignora l’arrivo del ragionier Filini.
Inutile e dannoso cercare nel film intenti educativi o di denuncia sociale; Comencini regala agli spettatori seduzione, ammiccamenti e risate senza impegno. Innegabile il fascino nostalgico che il tempo ha posato sul quel sagace spaccato di vita provinciale, che oggi sembra così distante.
-Che te magni
-Pane, Marescià
-E che ci metti, dentro?
-Fantasia, Marescià!
È riscatto, non più compassione. La commedia all’italiana comincia da qui.