Chi ha visto l’episodio numero otto della nuova stagione di Twin Peaks avrà capito di essersi trovato davanti a una puntata eccezionale, anche considerando tutto quello a cui era abituato “normalmente” lo spettatore della serie. Non solo per l’approccio di David Lynch e il suo personalissimo racconto per immagini attraverso il quale ha dato vita sul piccolo schermo a un vero e proprio frammento di cinema sperimentale; ma anche per la disseminazione di significati, chiavi di lettura e collegamenti con tutta la mitologia passata di Twin Peaks (e di cui avevamo accennato qualcosa qui). Ci troviamo insomma davanti a un episodio di snodo, un pit-stop narrativo che arriva quasi a metà della terza stagione e funge sia da raccordo interno che da aggregatore di una serie di tematiche abbozzate nelle prime due stagioni, nel film Fire walks with me e nel libro di Mark Frost Le vite segrete di Twin Peaks. Una puntata che ci dà l’occasione dunque per provare a tirare le fila dei numerosi enigmi messi sul tavolo da David Lynch e Mark Frost in quasi 25 anni di racconto letterario, televisivo e cinematografico.
Bad Cooper e la fenomenologia dei döppelganger
Se avessimo avuto ancora dei dubbi che Bad Cooper (Kyle MacLachlan) fosse posseduto da BOB (Frank Silva) oltre ad essere il “doppio” del Cooper buono, la prima parte dell’ottavo episodio ci mostra esattamente questo. In uno scontro a fuoco con Ray (George Griffith) la parte maligna di Cooper cade a terra, apparentemente morto. In suo aiuto compaiono però dal bosco quelli che sembrano a tutti gli effetti dei “taglialegna”, una serie di spiriti la cui forma abbiamo già visto durante alcuni episodi passati. Con un bizzarro mantra lentamente lo fanno resuscitare. E per un momento vediamo proprio il viso di BOB fare capolino.
Leland Palmer (Ray Wise) con in corpo BOB morì per molto meno, ma questa volta lo spirito maligno non possiede un semplice essere umano ma un döppelganger, e dunque sembra avere molto più potere che in una possessione “ordinaria”. La presenza di BOB è probabilmente la ragione per cui, a differenza del buon Cooper imprigionato in Dougie, il cattivo Cooper riesce ancora a pensare ed agire in modo molto simile all’originale dei primi episodi.
Stasera chi suona?
Dopo la sparatoria tra Ray e Bad Cooper improvvisamente ci spostiamo a Twin Peaks, alla Roadhouse, dove un presentatore annuncia sul palco il concerto dei Nine Inch Nails (a quanto pare la Roadhouse se li può permettere). Abbiamo subito una strana sensazione: eravamo infatti abituati a gustarci il cameo musicale a fine episodio, ma qui non siamo nemmeno a metà. Sentiamo insomma che qualcosa di nuovo sta accadendo.
Trent Reznor e il resto della band cantano She’s gone away e la testa va subito a Laura Palmer. Il testo poi è ancora più illuminante: “A little mouth opened up inside/Yeah, I was watching on the day she died”. Una bocca aperta, vi ricorda qualcosa? Ci torniamo dopo. E ancora: “we keep licking while the skin turns black”.
Questo “leccare mentre la pelle diventa nera” lo abbiamo visto pochi minuti fa quando degli spiriti riescono a resuscitare Bad Cooper.
Funghi atomici?
Se tutta questa nuova stagione di Twin Peaks è apparsa fin da subito “itinerante”, toccando diversi luoghi (fino a Buenos Aires) in questo episodio Lynch fa di più: ci porta in diversi luoghi ma anche in diversi tempi, per la precisione nel 1945, a White Sands, in New Mexico. E senza preavviso ci fa assistere all’esplosione di una bomba atomica.
In realtà dire che ci fa semplicemente assistere all’evento è riduttivo: Lynch ci porta materialmente dentro la deflagrazione, fino a inquadrare le particelle atomiche che schizzano come sassi per tutto lo schermo. È una delle immagini più potenti dell’intera stagione, eppure ci ricorda qualcosa che abbiamo visto negli episodi precedenti. Forse il quadro che Gordon Cole (David Lynch) tiene nel suo studio e che raffigura proprio un fungo atomico.
Il convenience store
Se il capo del dipartimento del FBI che si occupa dei casi “rosa blu” (quelli archiviati come “paranormali”) tiene un quadro di un’esplosione atomica in ufficio è ovvio che quell’avvenimento ha un significato importante, diremmo quasi “seminale”. E infatti, durante l’esplosione, Lynch ci mostra il “Convenience Store” che nella mitologia di Twin Peaks rappresenta il luogo d’incontro degli spiriti. Ce lo fa vedere parallelamente all’esplosione nucelare, in un gioco di luci ed ombre e con i corpi che avanzano a scatti.
Il luogo era stato già nominato nella prima stagione quando l’uomo senza un braccio, Mike (Al Strobel), confessa all’agente Cooper di essere uno spirito: “viviamo tra la gente, tu lo chiameresti un negozio conveniente” Ma è nel film Fire walks with me che vediamo bene la stanza sopra il negozio, nel bel mezzo di una riunione piuttosto partecipata.
Qui ci sono da segnalare almeno un paio di cose. La prima è che, se li contiamo, i personaggi che vediamo muoversi di fronte al negozio sono otto, esattamente quanti sono gli spiriti nella stanza di Fire Walks with me. Ma sono otto anche i taglialegna che secondo il libro di Mark Frost, Le vite segrete di Twin Peaks, sono morti a causa di un incendio proprio nella cittadina Twin Peaks nel 1902 (bruciati vivi, come appaiono le figure davanti allo Store e quelle che hanno resuscitato Bad Cooper poco prima). Pare dunque che l’esplosione atomica abbia creato un ponte, un passaggio, fra il mondo reale e quello degli spiriti. Ed è possibile che in una prima fase, durante la deflagrazione, gli spiriti della Loggia Nera abbiano cercato di sfruttare questo link per manifestarsi nei corpi degli otto taglialegna riportati nel libro di Frost. Il loro tentativo di simulare i movimenti umani e di adattarsi al tempo lineare della realtà potrebbe essere rappresentato da Lynch proprio dalla dinamica dei corpi che avanzano “a scatti”. Un’ultima suggestione ce la offre ancora il film-prequel nei suoi missing pieces, cioè in quelle scene tagliate nella prima versione e rilasciate solo successivamente.
Nella stessa scena della riunione sopra il “negozio di convenienza”, durante una discussione che sembra incentrata sulla manifestazione fisica degli spiriti nel mondo reale, proprio BOB pronuncia le parole “light of new discoveries” (luce di nuove scoperte, forse la luce della bomba nucleare) mentre un altro spirito, la signora Tremond (Frances Bay), è fin troppo esplicita: “why not be composed of materials and combinations of atoms?”. Rendere “materiali” gli spiriti attraverso la combinazione di atomi?
La genesi del male
Quello che è certo è che la bomba atomica, una delle più terribili invenzione della civiltà umana, ha contribuito a risvegliare una forza oscura. E la conferma ci viene poco più avanti, quando nel mezzo del nucleo dell’esplosione vediamo una figura umanoide rigurgitare del materiale filamentoso con annesse delle sorta di uova. In mezzo spunta una sfera con dentro la faccia di BOB.
Eppure la creatura che “genera” BOB ci pare fin troppo riconoscibile: l’abbiamo già vista. E’ la creatura che appare nei primissimi episodi, quella fa capolino nella scatola di vetro e trucida Tracy (Madeline Zima) e Sam (Benjamin Rosenfield) poco dopo la sua comparsa (siamo al secondo episodio). E’ la stessa che viene riportata in un video davanti allo stesso Gordon Cole ed è lei probabilmente che “bussa” insistentemente alla porta quando Cooper si trova catapultato in quel luogo “in riva all’oceano” mentre incontra la donna “priva di viso” (siamo al terzo episodio).
La creatura è “la madre”, così viene chiamata, madre di BOB certo, ma in generale del male assoluto.
Laura Palmer non è ciò che sembra
L’esplosione atomica è qualcosa di cui si accorgono perfino nel luogo “in riva all’oceano” dove una donna (Joy Nash) e il gigante (Carel Struycken) paiono allarmati. La sensazione è che davvero quella che vediamo sia la Loggia Bianca, il luogo benevolo contrapposto alla Loggia Nera. Ma è quello che accade poco dopo che sconvolge terribilmente le carte nella mitologia di Twin Peaks. Il gigante, dopo aver rivisto su uno schermo cinematografico l’esplosione della bomba e la genesi della sfera con dentro la testa di BOB, decide, a suo modo, di correre ai ripari.
Mentre levita in aria, fa fuoriuscire dalla sua testa una scia luminosa, quasi cosmica, che genera a sua volta una sfera con dentro il volto di Laura Palmer (Sheryl Lee). La donna bacia la sfera e poi la spedisce nel mondo reale, sempre attraverso lo schermo, puntando la direzione di atterraggio più o meno nello Stato di Washington, cioè dove si trova Twin Peaks. Tutto insomma fa pensare che Laura non sia mai stata una semplice adolescente che, per puro caso, si è trovata ad aver a che fare con BOB, ma anzi. Laura sembra essere stata fin dall’inizio una sorta di “risposta”, un modo per combatterlo, un tentativo di fermarlo. Anche Laura fosse è uno spirito della Loggia Bianca? Questo spiegherebbe la sua essenza fatta di luce che sprigiona di fronte a Cooper in uno degli episodi iniziali della terza stagione. Oppure quella che vediamo non è la reale Laura Palmer, ma una copia, un fake, come quello creato per Cooper con Dougie Jones. Dopotutto nel sogno dell’Agente Cooper della prima stagione il nano (Michael J. Anderson) aveva indicato Laura Palmer come “la cugina” e aveva rimarcato: “ma non assomiglia proprio a Laura Palmer?”
Il taglialegna (aka Bad Lincoln)
Nel frattempo l’uovo sputato dalla madre oscura, dopo undici anni di incubazione, si schiude: siamo nel 1956 e dal guscio ne esce fuori una creatura non ben identificata, a metà tra una rana e un grosso insetto. Non sappiamo ancora se quella creatura sia BOB o un altro spirito maligno, ma di certo non sembra avere buone intenzioni. E nemmeno lo scurissimo taglialegna che appare poco dopo sembra averle: è lo stesso spirito che abbiamo visto seduto nella prigione durante l’arresto del Preside William Hastings (Matthew Lillard) e beccato a gironzolare in altri luoghi (come l’obitorio dove è custodito il presunto cadavere decapitato del maggiore Briggs). Finalmente, vedendolo da più vicino, ne cogliamo anche una somiglianza fin troppo esplicita con Abraham Lincoln.
L’attore che lo interpreta si chiama Robert Broski è in effetti è un sosia professionista del famoso presidente USA. Lynch ci vuole forse mostrare il lato oscuro dell’America, quella che è stata capace di produrre la bomba atomica? Quello che sappiamo è che una ragazza adolescente, in compagnia di un giovane spasimante, trova per terra una moneta da un penny, e la trova con la “testa” in su. Su un penny americano c’è proprio il profilo di Abe Lincoln: non sarà proprio un “segno di fortuna”. Nel frattempo il taglialegna se ne va in giro chiedendo a chiunque capita se ha da accendere (“got a light?”) e questa cosa ci fa tornare in mente la stessa identica frase nella puntata numero otto della seconda stagione, 25 anni or sono.
Potrebbe essere una coincidenza, ma ci sono buoni indizi che così non sia. Dick Tremayne (Ian Buchanan) è stato un personaggio minore della serie, ma l’accensione della sua sigaretta farà scattare l’allarme anti-incendio della Stazione di Polizia, dando la possibilità a BOB di liberarsi del corpo di Leland Palmer (Ray Wise) e fuggire via. Anche Dick Tremayne è un “passeggero” posseduto dallo spirito del taglialegna la cui missione sembra essere sempre quella di aiutare BOB? A proposito: si scrive Tremayne ma volendo si può pronunciare anche Treeman, l’uomo-albero.
C’è molta musica nell’aria
Tornando al nostro taglialegna del 1956: dopo aver scatenato un po’ di panico fermando un’automobile in mezzo alla statale, il nostro simpatico rauco sosia di Lincoln arriva fin dentro una radio (dimostrando di avere una certa passione nel fracassare i crani) e si impossessa del microfono della sala di trasmissione, interrompendo una hit degli anni ‘50 che tutta la città sta ascoltando (“c’è molta musica nell’aria). Poi pronuncia (almeno una ventina di volte) una frase capace di far svenire chi l’ascolta. La frase, per inciso, è già un cult: “This is the water. And this is the well. Drink full and descend. The horse is the white of the eyes and dark within.” In quel momento l’insetto-anfibio entra in una finestra socchiusa, quella della cameretta della ragazza adolescente. E lo fa in un modo inequivocabile, come BOB entrava nella finestra della camera di Laura Palmer in Fire walks with me.
La ragazza si è addormentata, ma apre la bocca (cosa cantava prima Trent Reznor riguardo a “piccole bocche aperte”?) ed è in quel momento che l’insetto le entra dentro e si fa inghiottire. BOB sta ovulando dentro qualcuno? Quel muro tra realtà e dimensione degli spiriti è finalmente abbattuto? Non possiamo dirlo con certezza. Dall’altra parte le speculazioni su chi sia in realtà quella giovane donna del 1956 sono tante e c’è chi ci vede persino una giovanissima Sarah Palmer (Grace Zabriskie), la madre di Laura. Dopotutto lei era un’esperta di “cavalli bianchi” e le sue visioni nelle prime stagioni potrebbero essere state un sintomo di una sua vecchia possessione da parte di uno spirito malvagio.
L’episodio numero otto della nuova stagione offre dunque queste e tante altre suggestioni. Risolve alcuni misteri e ne infittisce altri. Ma la sua vera potenza sta nella capacità di dare una nuova vita, totalmente inaspettata, alla mitologia di Twin Peaks.
Per il resto non ci resta che attendere.