Il portale Hulu nasce nel 2007 e, come Netflix, è un servizio internet che offre film e serie tv ma, rispetto al suo più celebre concorrente, scarseggia dal punto di vista dei contenuti originali. In questo 2016 però Hulu ha deciso finalmente di mettersi in gioco con due serie drama di un certo livello: The Path (che avrà come protagonisti volti noti del piccolo schermo come Aaron Paul, Michelle Monaghan e Hugh Dancy) e la miniserie 22.11.63.
La serie è tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King.
Sarò onesto, quando ho letto che avrebbero trasformato un libro di King (che figura qui anche come produttore esecutivo) in un telefilm di otto puntate mi sono venuti i brividi e questo a causa del ricordo di quella ciofeca immonda di Under The Dome, uno dei telefilm più brutti degli ultimi anni (tratto, anche questo, da un libro del prolifico autore). Questa volta però i nomi coinvolti nel progetto 11.22.63 sono troppo importanti per poterli ignorare: James Franco protagonista, il premio Oscar Chris Cooper come sua spalla e J.J. Abrams come supervisore e produttore esecutivo ci “obbligano” perlomeno a concedere una chance a questo show.
Iniziata negli States il 15 febbraio, le prime due puntate della miniserie narrano le vicende di Jake Epping (James Franco), un insegnante del Midwest e aspirante scrittore, che viene a conoscenza tramite il suo amico Al (Chris Cooper) di una porta temporale che può riportare le persone indietro nel tempo ed esattamente nel 1960. Dopo aver rivelato questo segreto, lo stesso Al propone a Jake, inizialmente un po’ riluttante, la missione all’apparenza irrealizzabile di cercare di impedire a Lee Harvey Oswald di assassinare John Fitzgerald Kennedy (nel 22 novembre 1963, obviously), cancellando così uno degli eventi che più ha condizionato la storia americana. Arrivato nel 1960, Jake comincia ad ambientarsi e a preparare scrupolosamente il piano ma, essendo consapevole di avere il potere di cambiare il corso del tempo, si sente in obbligo di intervenire anche su un evento nefasto che coinvolge una persona a lui cara (non mi spingo oltre nello spoiler).
Pur non essendo un capolavoro, i primi due episodi sono promossi.
La miniserie ha un bel ritmo, gli attori sono tutti in parte (qui Franco giganteggia) e la storia è molto coinvolgente: già questo, per fortuna, scongiura il rischio “Under The Dome”. Dopo aver visto il pilot, a dire il vero, ero leggermente perplesso solo per un motivo ben preciso: troppo, troppo, troppo simile a Ritorno al Futuro, sia nelle parti drammatiche (in realtà pochissime) che nelle parti più leggere. Sinceramente, di un clone del grande film di Robert Zemeckis non ne avevamo alcun bisogno (in alcuni momenti pensavo che all’improvviso entrasse in scena Doc!); molto meglio invece la seconda puntata, che cambia decisamente marcia e dove il lato drammatico emerge con prepotenza, creando in questo modo un’atmosfera tipicamente kinghiana e trasformando così lo show in un thriller soprannaturale (a differenza di “Ritorno al Futuro”, qui il passato non subisce passivamente il cambio degli eventi ma, al contrario, li contrasta ferocemente).
Non avendo letto il libro di King non so quanto la trasposizione televisiva possa essere fedele all’opera originale (la showrunner Bridget Carpenter ha dichiarato che la storia è stata snellita per adeguarsi ai tempi televisivi e mantenere alto il ritmo narrativo) ma, per adesso, tutte le aspettative che c’erano attorno a 22.11.63 sono state ripagate. La versione italiana non resta che aspettare l’approdo su Fox Italia l’11 aprile.