Bates Motel, per chi ancora non la conoscesse, è una serie in onda dal 2013 sul canale via cavo americano A&E (in Italia su Netflix) liberamente ispirata al celeberrimo capolavoro di Alfred Hitchcock Psycho. Lo show racconta le vicende di Norman Bates (Freddie Highmore) e di sua madre Norma (Vera Farmiga) e nella prèmiere di questa quarta stagione, trasmessa negli USA l’8 marzo, lo show riprende il discorso lasciato in sospeso trasmettendo un messaggio inequivocabilmente chiaro.
Norman Bates ormai è su una strada senza ritorno che lo farà diventare il killer di Psycho.
Nel season finale di un anno fa (spoiler sulla terza stagione e l’inizio della quarta) Norman, dopo un furioso litigio con la madre dovuto alle sue condizioni psichiche ormai compromesse (è affetto dal disturbo dissociativo dell’identità, tanto da credere a volte di essere la donna), decide di scappare via; per venire poi ritrovato, in questo episodio, da un contadino in mezzo a un campo in evidente stato confusionale ed esser quindi ricoverato in un istituto psichiatrico. Norma è preoccupata per le condizioni del figlio e si rifiuta di abbandonarlo in quel luogo alienante, pur essendo stata avvisata del fatto che se non prenderà provvedimenti il ragazzo rischierà l’internamento. La donna si dà quindi da fare per cercare un posto dove il figlio, ormai dimesso, possa esser curato, ma è costretta a rinunciare per i costi troppo alti del centro di alto livello da lei contattato. Per Norman però è troppo tardi, tanto che questi, credendosi Norma, uccide alla fine dell’episodio la madre della sua migliore amica Emma, rea di aver abbandonato la figlia quando era giovane.
Bates Motel, in questi anni, ha sempre dimostrato di essere uno show molto poco convenzionale.
Carlton Cuse (sì, lo stesso Carlton Cuse di Lost), showrunner della serie assieme a Kerry Ehrin, nel 2013 aveva dichiarato che la serie “non è un omaggio a Psycho (…), quei personaggi sono solo d’ispirazione”: ebbene, la qualità maggiore di Bates Motel è proprio quella di distaccarsi quasi completamente dall’opera a cui si ispira. Innanzitutto già il fatto che le vicende narrate si svolgano in un ambientazione contemporanea non ci permette di catalogare questo prodotto come se si trattasse di un semplice prequel perchè, di fatto, non lo è. Inoltre, rispetto al film di Hitchcock, anche lo stile è completamente differente perchè lo show, nella prima stagione, parte come teen drama (Norman, nella serie, è ancora un adolescente) evolvendosi, nel corso di questi anni, in un thriller psicologico con elementi onirici (quasi di natura soprannaturale). Qui siamo più dalle parti di Twin Peaks che di Psycho; infatti lo stesso Cuse ha ammesso che “praticamente abbiamo rubacchiato da Twin Peaks. (…) Se volevate questa confessione, la risposta è si. Ho amato quella serie. Hanno fatto solo 30 episodi. Io e Kerry pensavamo che avremmo fatto i 70 che mancavano”. Il vero punto di forza di Bates Motel però è nella rappresentazione del rapporto morboso ed ambiguo (tendente all’incestuoso) tra Norman e Norma Bates. Qui un plauso va fatto ai responsabili del casting, perché non avrebbero potuto fare un lavoro migliore nella scelta di Freddie Highmore e Vera Farmiga come protagonisti: la loro capacità di cogliere le numerose sfumature dei due personaggi è eccelsa tanto da farli sembrare, nonostante si tratti di characters assolutamente borderline, davvero credibili se consideriamo il loro percorso nelle stagioni precedenti.
La curiosità di vedere come il loro rapporto si evolverà in questa quarta stagione è altissima (soprattutto dopo questa prèmiere) e, sapendo che Bates Motel si concluderà il prossimo anno, siamo ormai certi di trovarci all’interno della fase clou dello show.