Metti un nuovo lavoro, un ritorno alla città d’origine, un vecchio amico ritrovato, una nuova casa, una storia mai sepolta e mescola bene. Il soggetto di The Gift – Regali da uno sconosciuto non sconvolge per originalità. Ma il passato, si sa, è un ingrediente sempre apprezzabile in un film che basa la propria riuscita su di un dosato mix di suspence, flashback, buio, penombre e docce appannate.
In effetti molti degli stereotipi del genere si ritrovano nella pellicola di Joel Edgerton, al debutto dietro alla macchina da presa.
L’attore australiano, già noto per numerosi film tra cui spiccano Star Wars Episodio II e III, ma anche la più recente versione de Il Grande Gatsby con il buon Di Caprio, esordisce con un thriller appena potabile, frutto di un soggetto infarcito con dozzine di richiami ad altro per stile e sviluppo della narrazione.
Il film comincia cercando di creare i presupposti per conquistare l’attenzione dello spettatore, ma un aspetto che risalta quasi subito nel seguire la vicenda è la mancanza di un cambio di passo: il film si fa guardare, cerca con malizia di sfruttare qualche dèjà vu (grandi vetrate sulla notte, fruscii nel buio e così via) per poi accelerare solo negli ultimi 20 minuti, ma senza alcun pericolo di calamitare lo spettatore.
Edgerton ritaglia per sé il ruolo più complesso, cercando quasi di fuggire l’attenzione dello spettatore, e sceglie come protagonista Jason Bateman, calato quanto basta nel ruolo dell’uomo di successo senza difetti apparenti.
I due si girano attorno, per poi dar vita ad un palleggio continuo tra inopportunità di uno e ambiguità dell’altro.
La scelta di Bateman a nostro avviso risulta tuttavia tiepida, poco verosimile in alcuni passaggi per la (mancata?) fisicità di un attore il cui curriculum parla chiaro, tra commedie e serie TV che ne hanno fatto oggettivamente una figura priva di slanci.
Possiamo dire di aver trovato in The Gift – Regali da uno sconosciuto un buon prodotto di intrattenimento? Forse no, anche perché se si ama il genere il confine tra soddisfazione e delusione è talvolta sottile, vincolato da quel contributo invisibile che è il saper dosare gli ingredienti al momento e nel modo opportuno. Forse per Edgerton un po’ di esperienza potrà aiutare a capire quanto contino le materie prime (interpreti e sceneggiatura in primis) e la mano dietro alla telecamera. La suspence è un’arte…
The Gift: regalategli un po’ di mordente
Il thriller di Edgerton con Jason Bateman si trascina stancamente senza riuscire a convincere.