Il finale della sesta stagione ci ha lasciati tutti interdetti. Però qui non voglio speculare su chi sia il personaggio di cui alla fine ci chiediamo tutti il nome (se lo volete sapere ve lo diciamo qui), ma preferisco fare qualche riflessione sul percorso televisivo che ha portato a questi eventi.
The Walking Dead è un fenomeno planetario; che piaccia o no, è un dato di fatto. La serie zombie della AMC, nonostante i suoi numerosi detrattori, tiene incollate davanti al televisore milioni e milioni di persone, generando ogni settimana dibattiti, teorie e polemiche (anche molto aspre e velenose). Per l’ultimo episodio poi l’hype era letteralmente alle stelle: l’attesa di sapere quale fosse il destino di Daryl e l’entrata in scena del nuovo supervillain della serie Negan (interpretato da Jeffrey Dean Morgan, indimenticabile Comico di Watchmen) ha, nell’ultima settimana, tenuto letteralmente sulle spine i telespettatori di mezzo mondo.
Non sono un detrattore a priori di The Walking Dead, tutt’altro. Non fai 13 milioni di spettatori live negli USA ogni sera (per di più su un canale via cavo) se sei un prodotto mediocre e questo non è il caso di TWD, che rimane, nonostante tutto, uno show confezionato bene e con una sua identità ben precisa, unica nel panorama televisivo mondiale. Anzi, in un certo senso sono anche contento che la serie continui ad avere questo successo mostruoso perché permette ad AMC di produrre serie tv che, altrimenti, non potrebbe sostenere senza gli introiti generati da TWD (Low Winter Sun, Halt And Catch Fire e Turn, giusto per citarne qualcuna). Però è anche vero che, dopo il cambio di showrunner nel 2014, la serie ha sempre avuto degli alti e bassi (più bassi che alti, ad essere onesti) ma ho sempre chiuso un occhio a suo favore, malgrado le tante soluzioni infelici prese dagli autori negli ultimi due anni.
Questa volta però le scelte adottate in questa stagione da Scott M. Gimple e dal suo staff, seppur orientate a mantenere alti gli ascolti, sono indifendibili e senza rispetto nei confronti dei telespettatori.
Il tema portante di questa seconda parte di stagione è uno solo: l’incontro/scontro di Rick e co. con il gruppo dei “Salvatori” capitanati dal loro indiscusso leader Negan. Dopo diversi episodi riempitivi che lo hanno preceduto (culminati però dal colpo di scena riguardante Daryl, vittima di un colpo d’arma da fuoco), l’episodio finale ci mostra i nostri eroi intenti a portare Maggie, alle prese con una gravidanza difficile, da un dottore al di fuori di Alexandria ma i Salvatori tendono un agguato al gruppo e qui, per la prima volta, fa la sua comparsa Negan, che mette subito in chiaro ciò che vuole: da lì in avanti, se Rick e gli altri vogliono sopravvivere (si signori, Daryl è ancora vivo), devono consegnare ai Salvatori la metà di quello che possiedono ma, dato le numerose perdite subite dal suo gruppo ad opera della combriccola di Grimes, Negan ucciderà, per punizione, uno di loro (il cliffhanger finale non chiarisce chi sia la vittima). Intanto Carol, scappata dal resto del gruppo, viene attaccata da un membro del gruppo rimasto sopravvissuto al tentativo di agguato fallito nei confronti della donna; tuttavia, quasi ormai spacciata, Carol viene però salvata in extremis da Morgan.
Questo season finale è stata l’ennesima occasione mancata dello show.
Le reazioni alla puntata sono state molto negative, dato che la pagina FB ufficiale dello show, in queste ore, è stata inondata dalle proteste e dagli insulti nei confronti della AMC e degli autori della serie, rei di aver rovinato uno dei migliori momenti del fumetto; inoltre anche la critica non è stata tenerissima con Gimple e compagnia bella (Alan Sepinwall, uno dei più importanti critici televisivi americani, ha intitolato la sua recensione del season finale “The Walking Dead ends its season on a hilariously stupid cliffhanger”).
Speravo di sbagliarmi ma, purtroppo, sono stato un buon profeta (già ne avevo parlato qui) nel dire che The Walking Dead ormai è uno show che pur avendo qualcosa da dire (e il potenziale c’è) non riesce più a farlo nel modo giusto. Il punto è questo: capisco le esigenze della AMC che, avendo trovato la gallina dalle uova d’oro, usa tutti i trucchetti che ha a disposizione per allungare il brodo e mantenere alti gli ascolti e l’attenzione generale nei confronti dello show ma si tratta di una mossa suicida costruire una stagione, dove succede poco o niente (in una parola piatta, praticamente un filler), in funzione degli ultimi 20 minuti dell’episodio finale e chiuderla con un clifffhanger, è normale che poi i fan si sentano presi in giro!
Adesso il discorso non riguarda più il fatto che Gimple e la sua squadra utilizzino una prassi di scrittura ormai prevedibile e routinaria: la questione centrale è che non riescono più neanche a gestire in maniera adeguata i tempi e il ritmo narrativo, dovuto probabilmente da fattori legati alle direttive del network e, forse, anche ad una reale mancanza di idee da parte loro; se poi prendiamo in considerazione serie che fanno della tensione e della gestione dei meccanismi narrativi, incluso il cliffhanger, il loro marchio di fabbrica (un nome di casa AMC, Breaking Bad) dal confronto The Walking Dead ne esce con le ossa rotte.
Di questa stagione, se escludiamo gli ultimi 20 minuti del finale (la scena del monologo di Jeffrey Dean Morgan è stata scritta bene, bisogna ammetterlo), non si può salvare praticamente nulla; neanche la sospensione dell’incredulità, usata abbondantemente in questi anni, giustifica le scelte e i comportamenti di personaggi sempre più assurdi e contraddittori (a farne le spese maggiormente è il character di Carol, la sua storyline è stata gestita davvero male).
In attesa di vedere cosa Cinemax tirerà fuori quest’anno da Outcast, altro fumetto horror di Robert Kirkman (qui il trailer), dovremo aspettare mesi per sapere chi ci ha lasciato le penne (sui forum è già partito il toto-morto) ma tanto l’obiettivo della AMC è lapalissiano: l’unica cosa che conta sono gli ascolti, tutto il resto (anche la qualità dello show) è secondario.
Ora non volete sapere chi è morto nel finale di The Walking Dead 6?