È necessaria una premessa: pagherei oro per vedere sugli schermi nostrani (Rai, Mediaset o Sky, cambia poco) un prodotto italiano anche solo lontanamente paragonabile a Shameless; la sua comicità graffiante, cattiva e politically incorrect che ha il coraggio di non guardare in faccia niente e nessuno (religione, politica, razza, sesso: Shameless prende di mira qualsiasi cosa) è troppo avanti per un paese spesso perbenista, retrogrado e conservatore come il nostro.
Ancora prima di Orange Is The New Black, la rete britannica Channel Four, nel lontano 2004, trasforma in realtà l’idea geniale di Paul Abbott di incentrare una serie sulle vicende di un alcolista/drogato e della sua disfunzionale famiglia; da quel momento in poi, Shameless UK riscriverà le regole delle dramedy in televisione. Ovviamente gli americani non potevano farsi sfuggire l’occasione di farci un remake e dal 2011 Shameless US, disponibile su Infinity da aprile con le prime cinque stagioni, è uno dei prodotti di punta della rete premium cable Showtime (uno dei pochi network che, dati i temi trattati, può permettersi di mandarlo in onda). Dopo le prime tre stagioni dove il lato comedy era preponderante rispetto al lato drama, nella quarta lo show si evolve e riesce a sfoggiare la sua migliore stagione, riuscendo a trovare un equilibrio perfetto tra le sue due anime; da lì le aspettative per uno show al culmine della sua creatività e maturità erano altissime ma, sorprendentemente, lo scorso anno Shameless non è riuscito a confermarsi, dando la sensazione di essere entrato quasi in una fase di stallo.
Questa sesta stagione (su Infinity dal 10 giugno), se escludiamo gli ultimi due episodi, segue, ahimè, questo trend.
Sia chiaro, Shameless fa ancora ridere a crepapelle ed è difficile scegliere quale, tra le varie situazioni grottesche che si sono create quest’anno, sia quella più divertente (la comune degli hippy, il matrimonio di convenienza tra Veronica e Svetlana o il rapporto tra Carl e il padre della sua fidanzata di colore, difficile scegliere); ma se da una parte ci sono dei personaggi che continuano a crescere, come quello di Carl e quello di Ian (che rimane ancora oggi, se escludiamo ovviamente Frank, il miglior personaggio di Shameless), dall’altra invece abbiamo dei characters che non hanno subìto alcuna evoluzione (Debbie e Fiona, nonostante le gravidanze e il matrimonio) o, peggio ancora, si sono involuti in maniera preoccupante e qui sto parlando di Lip. Già il genio di casa Gallagher non era proprio il personaggio più simpatico della serie ma in questa stagione ha dato davvero il peggio di sè e nella maniera più incoerente: non è possibile vedere uno come lui, che ha tutte le carte in regola e le opportunità per poter sbarcare il lunario, mandare sempre tutto all’aria e poi riuscire, sempre e comunque, a farla franca (e non venite a dirmi che l’intenzione degli autori è quella di farlo assomigliare a Frank perchè il patriarca di Shameless è un personaggio estremamente coerente nelle sue azioni). Nelle due ultime puntate però, quando già era pronto il paragone (estremo, lo ammetto) tra la famiglia Gallagher e la famiglia Martini di Un Medico In Famiglia (non sto scherzando), esce fuori il vero Shameless e ritorna prepotente anche il lato drammatico, con Frank Gallagher di nuovo protagonista assoluto.
Non esiste Shameless US senza William H. Macy, punto.
E’ una gioia per gli occhi vedere un attore dal talento immenso come Macy che, dopo aver fatto il caratterista per così tanti anni al cinema, abbia trovato il ruolo di una vita e sia finalmente lui al centro della scena; il ruolo di Frank Gallagher gli è stato cucito su misura e lui, da grandissimo professionista qual è, riesce ad esprimere al meglio tutte le nefandezze del personaggio più meravigliosamente bastardo della televisione. Il comprimario scritto meglio di Shameless è sempre il suo e, come sempre, anche in questo finale di stagione Frank fa saltare il banco: mosso dall’egoismo e dall’astio nei confronti del futuro marito di Fiona, rivela alla figlia che Sean in realtà continua a drogarsi, nonostante le avesse detto di smettere per stare con lei; così facendo provocherà la fine del rapporto tra i due.
Shameless US sembra essere vittima della ‘sindrome Showtime’, che ormai colpisce tutti i prodotti più importanti del network.
La ‘sindrome Showtime‘ non consiste, come dice qualcuno, nel mostrare delle scene shock fine a sé stesse (si potrebbe imputare la stessa identica cosa anche ad altri canali come la HBO o Cinemax) ma nell’utilizzo di una prassi ormai consolidata nelle serie di punta: dopo qualche stagione, questi show presentano, oltre al plot principale, un’altra linea narrativa orizzontale di stagione ovvero la trama rimane di base orizzontale ma procede, in maniera parallela, anche un altro plot che varia di stagione in stagione (Dexter, Homeland e Masters Of Sex sono le serie più famose ‘vittime’ di questo trattamento). Questo sistema viene utilizzato per un motivo ben preciso che è quello di prolungare la vita di questi prodotti, vere e proprie macchine da soldi ma questo è un grosso rischio perchè, alla fine, ne può risentire la qualità della narrazione (Dexter, durato otto stagioni, è un esempio di come una serie non debba essere gestita).
Già rinnovato per una settima stagione, Shameless è entrato in una fase molto delicata della sua esistenza ma, da grande fan della serie quale sono, spero che John Wells e gli altri autori riescano a far fronte alle sue difficoltà, proprio come la famiglia Gallagher.