Corroborato da qualche dozzina di scatolette di tonno, Kevin Costner torna sul grande schermo con un film d’azione. Un “crash, boom, bang” come solo l’entertainment hollywoodiano è in grado di sfornare.
Criminal è la storia di un poco di buono, tale Jericho Steward, che nonostante faccia di tutto per essere cattivo, malvagio, rozzo, psicopatico, nonostante conduca una vita dissoluta e priva di alcuna regola, resta un figo da applausi. Non solo: anche sporco e maledetto, costretto in carcere o con la testa piena di cicatrici, il vecchio Kevin riesce ancora a dare la paga a tanti giovani scalpitanti.
Ed il giovane di turno è il buon Ryan Reynolds (recentemente nei sarcastici panni di Deadpool), che da bravo ragazzo ci rimette la pelle in fretta, per poi donarsi alla scienza, nelle rugose mani di un Tommy Lee Jones ormai arreso (di buon grado) a ruoli opachi e secondari da vecchio saggio.
Sì insomma, sotto la regia discretamente anonima di Ariel Vromen (Iceman), l’Agente della CIA Bill Pope (Reynolds) diventa suo malgrado lo strumento per dare inizio ad una caccia all’uomo per scovare chi detenga uno strumento mortale, cioè la chiave elettronica in grado di poter accedere a tutte le armi più deleterie disponibili sulla faccia della Terra. Un anarchico spagnolo (Jordi Mollà, indimenticabile interprete di un kolossal come Prosciutto Prosciutto, che definire capolavoro pare riduttivo) è pronto a tutto pur di passare qualche mezz’ora a giocare ad Affonda la flotta in scala 1 a 1.
A dirigere le operazioni di contrasto al cattivone è un indaffaratissimo Gary Oldman, bravissimo ad inanellare errori su errori per allungare il brodo fino al doppio giro d’orologio. Se il suo ruolo di casinista seriale dovesse riflettere la verità là tra i vertici dell’Intelligence USA, c’è da sorprendersi che ancora si tenga a galla questo povero mondo. Gary si affanna, si dimena, salta dall’auto all’elicottero, ordina ululando e spara, eppure riesce a sbagliare fino a pochi secondi dalla fine del film, regalandoci una caricatura niente male.
La storia resta in ogni caso godibile. Ben montata e rissosamente (in)credibile, possiamo leggerla come il mix di già visti (su tutti Totall Recall e Bourne) ma con un pizzico di romanticismo in più, poiché il vecchio Kevin deve comunque trovare il nido. La vedova del povero Reynolds si offre volontaria con tanto di prole. Così Jericho conquista un tetto con due moine, naturalmente gli dice malissimo dovendosi piegare al fato e trovandosi di fronte un cancello come Gal Gadot (per chi non lo sapesse la Wonder Woman del terzo millennio). I due si incontrano nel modo peggiore, cercando in tutti i modi di non piacersi, tuttavia Jericho il burbero viene sopraffatto da una crescente scoperta dei sensi e la frittata è fatta. Si è vero, il nostro divoratore di tonno potrebbe essere suo padre, ma d’altronde come opporsi alle trame del destino?
Se volete passare un paio d’ore spensierate, subendo dozzine di torti alla ragione, manciate di smargiassate alla Bud Spencer, godendo di un discreto Circo Barnum fatto pellicola, Criminal si candida ad una sosta di fronte alla vostra poltrona. Avanti con il pop corn.
Criminal: Kevin Costner feat. mezza Hollywood
Poche pretese, un cast da capogiro e una buona dose di divertimento per il ritorno di Kevin Costner.