Ci sono due cose per cui un cinefilo va a caccia di produzioni emergenti: la sperimentazione ed il coraggio di spingerla all’estremo. Se poi c’aggiungiamo che la produzione in questione nasce dal web e sembra promettere bene, è ovvio che gli verrà quasi naturale sostenerla in qualunque movimento.
Il regista russo Ilya Naishuller si è fatto conoscere dal web grazie al video Bad Motherfucker, pubblicato su YouTube nel marzo del 2013. Il filmato divenne immediatamente un vero e proprio fenomeno virale, con oltre trenta milioni di visualizzazioni e un numero spropositato di condivisioni.
Nei suoi poco meno di cinque minuti, il video trasmetteva una carica adrenalinica impressionante, capace di rapire completamente lo spettatore, e questo con un’azione semplice e senza troppi filtri, ma incredibilmente funzionale e divertente da guardare.
Il suo talento è stato immediatamente notato dal kazako Timur Bekmambetov (regista di Wanted, Abraham Lincoln: Vampire Hunter e del prossimo remake di Ben-Hur), che si è offerto di produrne un lungometraggio finanziato in crowdfunding. Il pubblico si è dimostrato entusiasta di un finanziamento dal basso per veder trasformato in un film quel video così apprezzato, e la campagna Indiegogo è stata un successo. Tuttavia, più la produzione andava avanti e più sorgevano dei dubbi sulla possibilità di realizzare un intero film in prima persona pur mantenendo alta la qualità del prodotto, e inoltre mentre Naishuller si sforzava di presentare a Bekmambetov dei giornalieri con una certa estetica cinematografica, il produttore disapprovava richiedendo riprese più sporche e dinamiche. Ora che il film è nelle sale, possiamo confermare che quei dubbi erano fondati.
Nessuno si aspettava che Hardcore! avesse una trama, anzi, in fondo a nessuno interessava, l’unica cosa che volevamo era dell’ottima azione nuda e cruda, senza fronzoli e in grado di divertire; ma anche se vi recherete in sala scevri di ogni pregiudizio negativo e alla ricerca di un’esperienza la più immersiva possibile (magari prenotando il posto più centrale disponibile), una volta seduti piuttosto che davanti ad un film vi troverete davanti a un pessimo gioco d’azione, che per giunta non potete nemmeno giocare.
In un action movie come questo, con una sceneggiatura ridotta all’osso, è l’azione stessa che deve riuscire a raccontare una storia. Prendete un capolavoro come Mad Max: Fury Road, che trama ha? Quasi nessuna: è una corsa continua nel deserto o poco più, eppure quel che viene raccontato risulta coerente e magnificamente assimilabile. Ma Naishuller non è Miller, purtroppo, e questo è evidente.
La tanto millantata ripresa in soggettiva è sicuramente sperimentata in maniera intrigante, ma l’azione mostrata è blanda e poco ponderata. Anche se non mancano momenti interessanti (l’inseguimento in moto è notevole), la maggior parte delle scene sono fini a se stesse e non risultano in alcun modo funzionali al proseguimento della storia, anzi, il contrario! L’eccesso di scontri diventa presto una zavorra allo scorrimento del film e la già poca trama ci viene imboccata senza alcuna maestria da dialoghi veloci e ridicoli.
Non ci sono riprese esplicative: troviamo solo una serie di episodi sparati a ritmo di minigun (lo stesso che domina la scena migliore del film) il cui scopo è di non lasciare un attimo di pausa, nonostante sarebbe lo spettatore stesso ad averne bisogno.
Per quanto concerne gli aspetti tecnici c’è poco su cui dilungarsi. Le riprese sono fatte tutte con due GoPro attaccate al volto del protagonista, il che ci dispensa dal dover parlare della qualità degli “shot”. Le esplosioni e il sangue non mancano, ma non sempre sono inserite intelligentemente, la CGI passa dall’essere scarsa a ridicola e il montaggio, che avrebbe potuto sfruttare l’impronta sperimentale del film per confezionare qualcosa di notevole, è a dir poco terribile e quasi sempre mal gestito.
Per quanto riguarda la già citata “trama!”, quest’ultima, lo ripetiamo, è solo una scusa per mandare avanti il film.
Henry è un supersoldato con parti robotiche inserite dalla moglie, una scienziata che dovrà salvare dal cattivo di turno intenzionato a rubare le sue ricerche per scopi malvagi. La sceneggiatura non tira fuori niente d’interessante, fatta una minuscola eccezione per il personaggio di Jimmy, vagamente creativo, e per l’apprezzabile seppur prevedibile plot-twist finale, che il regista avrebbe potuto sfruttare per una conclusione originale della storia senza invece cadere nei soliti cliché.
Il cast, prevalentemente russo, è perlopiù composto da figuranti senza caratterizzazione o emozioni. Il protagonista stesso non fa eccezione e non parla affatto, ma l’idea – potenzialmente interessante in termini di immedesimazione dello spettatore – viene sfruttata male e non funziona (del resto Henry non è mica Gordon Freeman no?). Il villain, interpretato da Danila Kozlovsky, non è che una figura sfocata e non sviluppata appieno, e lo stesso vale per la ‘donzella da salvare’, Haley Bennett. Il Jimmy di Sharlto Copley, come già detto, non è male, ma in generale, per quanto riguarda la recitazione, possiamo dire che non c’è nessuna nota di merito da fare. Con quella sceneggiatura, saremmo stati sorpresi del contrario.
In definitiva, Hardcore! non è un bel film, anzi, probabilmente non è neanche giusto definirlo un film. Si tratta piuttosto di un esperimento, anche abbastanza blando, che ha comunque abbastanza spunti da portarci a consigliarvene la visione, magari tra qualche mese, su un Google Cardboard, a casa.
Dasvidania Hardcore!
P.s.: tornando alla recitazione, sorge un dubbio: è comprensibile l’uso di un cameo di una star americana per pubblicizzare il film, ma… perché Tim Roth? E quanto l’hanno pagato per quei 10 secondi?
Russia: Agosto 2015
– Ilya, tuo film belo belo, presentazione è a Toronto il mese pruossimo, Tarkovskij sarebbe fiero di te!
– Noi chiedere suoldi per cosa che ancora non esiste, ma se poi a loro non piacere e noi deludere?
– Net problem compagno, americani abituati a pagare per immondizia, pensa che ho trasformato loro presidente in ammazza vampyri!
– Piuttosto, tu sicuro che cowboys andrano a vedere film?
– Certo, io fatto girare scena con attore americano su mio telefonino.
– CUOSA!?
– Sì, io chiamato grande star americana, quello nel trailer di film di Tarantino.
– Quello nero?
– No, lui già dovunque, io scelto quell’altro bruavo bruavo, eh… come si chiama… quelo con la barba che ha fato serie tv bela, eh… quelo che somilia a Christoph Waltz.. Tim Roth!
– Ma perché lùi?
– Nessun altro accettare, lui avere bisogno di soldi per collage di figli, capitalismo brutta bestia mal’chik.