Martedì 19 aprile per l’anteprima internazionale di Outcast, la nuova serie ispirata al fumetto di Robert Kirkman (The Walking Dead), l’Auditorium della Conciliazione di Roma sembrava il Kodak Theater di Los Angeles: red carpet, la grande scenografia dell’iconica casa del protagonista della serie, security da aeroporto. Non è un caso che il network abbia scelto Roma per questa première, sia per il tema mistico che per il nome della cittadina della provincia americana che rappresenta l’arena di questa storia, Rome appunto.
L’Amministratore Delegato di Fox International Channel Italy Kathryn Fink ha presentato i produttori esecutivi Chris Black (Mad Men) e Sharon Tal Yguado (The Listener) che hanno pronunciato parole di rito, mentre poco o niente ha detto il cast al gran completo: Patrick Fugit (Gone Girl), Philip Glenister (Mad Dogs), Wrenn Schmidt (Person of Interest), Reg E. Cathey (House of Cards) e Kate Lyn Sheil (House of Cards).
Ma com’è questo Outcast?
Se pensavate che John Constantine avesse un approccio molto fisico all’esorcismo, con tirapugni benedetti e risse demoniache, ecco che arriva la concorrenza.
Kyle Barns è un ragazzo con un passato misterioso e problematico che in una piccola cittadina del West Virginia caratterizzata da un’altissima densità/kmq di possessioni demoniache, si ritrova suo malgrado ad aiutare un pastore esorcista alcolizzato nel suo peculiare mestiere.
In Outcast le premesse per una buona serie ci sarebbero tutte, ma il ritmo purtroppo è lento, i molti flashback sono ripetitivi senza rappresentare con sufficiente incisività l’ossessione del protagonista e il senso di déjà vu è sempre in agguato. Nonostante l’espediente di raccontare l’orrore che alligna in un luogo geografico irrilevante per farci focalizzare sui personaggi, i protagonisti sono un po’ deludenti. Kyle è tormentato al punto giusto da piacere al pubblico, ma la sua natura di predestinato è troppo palese fin da subito. I personaggi secondari sono abbastanza scialbi. Perfino il reverendo Anderson, che sulla carta potrebbe essere un co-protagonista di pregio (anche solo ricalcando lo stereotipo del genere), finisce per appiattirsi e apparire inconsistente.
L’episodio si apre con una scena shock dove gli ingredienti sono un bambino e la violenza. Funziona. Ma poi, dopo aver ripercorso alcuni topoi del genere esorcistico, Kirkman non riesce a rivisitarlo come ha fatto con gli zombie in The Walking Dead, e addirittura diventa ridicolo quando, per scacciare il demonio da un ragazzino posseduto, il protagonista lo prende a pugni in faccia rievocando le immagini di Paolo Villaggio che picchia la suora in Fantozzi subisce ancora.
In definitiva questo pilot di Outcast non ci è piaciuto. Vedremo certamente gli episodi successivi, perché elementi di interesse ci sono e non sarebbe la prima volta che una serie migliora nel corso della stagione. Cosa di cui pare essere convinta almeno la Fox, perché il 14 marzo scorso ha già annunciato che ci sarà una seconda stagione. Outcast debutterà il 6/6/2016; intanto potete andarvi a vedere il trailer dello show.