Con il proliferare di supereroi sono comparse sempre più minacce. Lo S.H.I.E.L.D. non li coordina più e gli Avengers agiscono in autonomia, ma il crescente numero di vittime collaterali provoca l’intervento delle Nazioni Unite, che vogliono mettere delle regole all’operato degli eroi. È così che esplodono le tensioni interne al team dei protagonisti e prende il via uno scontro che vedrà fratelli contro fratelli.
Captain America: Civil War è un film riuscitissimo e avvincente, che pur toccando temi adulti riesce a intrattenere senza compromessi, elevando a nuove vette la già collaudata formula dei cinecomic Marvel. Soprattutto però, la pellicola segna una svolta importante per il Marvel cinematic universe (MCU).
Vediamo perché in 9 punti. Ci sono SPOILER, quindi consideratevi avvisati.
1 – UN PUNTO DI SVOLTA: ADDIO AI TONI DA BUDDY MOVIE
I film e i fumetti Marvel hanno avuto un’evoluzione simile: si è partiti dalle vicende di singoli eroi per arrivare a un universo narrativo condiviso, tenuto insieme da una fitta rete di connessioni che hanno creato una vera e propria mitologia di base. L’ultimo film della Casa delle Idee non fa eccezione, e così come la miniserie cui si ispira ha cambiato per sempre il mondo dei fumetti, Captain America: Civil War segna un punto di svolta per il MCU. Prima d’ora l’unico evento altrettanto importante per i film Marvel era stata l’uscita di The Avengers (2012). Il film di Joss Whedon aveva definito il tono di un continuum narrativo: eventi epici senza calcare la mano sul dramma, dialoghi pungenti e carichi di ironia, e l’amicizia come collante di un gruppo eterogeneo di eroi. Ora i fratelli Russo prendono le redini del MCU e alzano la posta in palio, abbandonando quasi del tutto i toni da ‘buddy movie supereroistico’ e preparando il terreno per la drammaticità degli eventi di Avengers: Infinity War parte I e II (ancora non sono stati annunciati i titoli definitivi delle pellicole).
2 – UNA STORIA MOLTO DIVERSA DAL FUMETTO
Inevitabilmente, la trasposizione cinematografica della saga di Civil War stravolge profondamente la storia di Millar e McNiven: si parte da equilibri narrativi diversi, mancano all’appello la maggior parte dei personaggi ed è differente la composizione degli schieramenti. Soprattutto, però, è radicalmente diverso il medium narrativo, che richiede un trattamento meno drammatico. L’incidente all’inizio del film non ha l’impatto emotivo delle 600 vittime della tragedia di Stamford, non si arriva a raccontare l’aggressione fisica da parte dei comuni cittadini agli eroi e, soprattutto, è raccontato in modo molto diverso il ‘casus belli’. Non c’è l’aut aut di Maria Hill a Captain America e non si fa menzione diretta della necessità di un addestramento di base per gli eroi ma, anzi, si sposta prestissimo il focus su un fulcro molto più emotivo che politico. Senza rinunciare del tutto all’ironia cui siamo abituati.
3 – I SUPEREROI SONO PIÙ POTENTI CHE MAI: ARRIVA THANOS
In Captain America: Civil War i supereroi sono più potenti che mai, e soprattutto per personaggi come Scarlet, Ant-Man e Falcon questo salto di qualità è evidente. Da una parte tale espediente serve a sottolineare come gli scontri interni ai ‘buoni’, nei quali la potenza è misurata, siano più una grande zuffa che una battaglia all’ultimo sangue (e l’assenza di Thor e Hulk bilancia gli schieramenti), dall’altra serve a prepararci agli scontri epici che vedremo nei prossimi Avengers.
Infatti Thanos, minaccia costante ma che si manifesterà pienamente solo in Avengers: Inifinity War, non è un villain qualsiasi, bensì la più grande minaccia del MCU. Considerato che nei fumetti ha propositi come aiutare la Morte a uccidere metà degli esseri viventi dell’universo o spegnere tutte le stelle, è facile immaginare che, per provare a fronteggiarlo, gli eroi dell’universo Marvel dovranno ritrovare l’unità e dimostrarsi capaci di esprimere tutta la propria potenza, in alcuni casi (supponiamo) fino al sacrificio.
4 – LA MANO DEI FRATELLI RUSSO È EVIDENTE
Anthony e Joe Russo sono i veri responsabili della straordinaria pellicola arrivata in sala. Come e più di Whedon, i Russo sanno divertire. Che si tratti dell’esordio nel 2012 con il remake de I Soliti Ignoti (Welcome to Collinwood), della commedia del 2006 con Owen Wilson Tu, io e Dupree o delle amatissime serie comedy Community e Arrested Development, i due fratelli si sono sempre dimostrati capaci di mettere sullo schermo con ritmi incalzanti una narrazione prevalentemente affidata allo script. Tale caratteristica è evidente anche nel loro debutto nel MCU con Captain America: Winter Soldier, uno spy movie mascherato da cinecomic, contraddistinto da uno straordinario ritmo e da un preciso focus sulla storia.
In Civil War i Russo dimostrano ancora una volta una gran sicurezza dietro la macchina da presa, gestendo magnificamente lo script di Markus e McFeely (già autori degli altri Captain America e di Thor: The Dark World) e riuscendo a raccontare con maturità le motivazioni emotive dei characters senza sacrificare né la velocità della narrazione né la forte componente action del film.
5 – UN NUOVO STILE PER LE SCENE D’AZIONE
La ricetta che rende omogenei i film del MCU è relativamente semplice: attenzione all’approfondimento delle motivazioni e delle debolezze dei personaggi, azione spettacolare, dialoghi informali e tutt’altro che pomposi anche nei momenti più epici, tanta ironia, e una fotografia e dei costumi dai colori sempre piuttosto saturi.
Tutti questi elementi sono presenti in Captain America: Civil War, ma i Russo – in continuità con quanto già visto in Winter Soldier – cambiano profondamente il racconto delle scene d’azione.
In passato le grandi scene di battaglia dei fumetti Marvel sono state raccontate sullo schermo con ritmi non troppo serrati e con un linguaggio cinematograficamente molto ‘pulito’, in cui una certa presenza di vertiginosi piani sequenza era funzionale alla valorizzazione degli impeccabili effetti speciali e di un’iconografia vicina alle tavole dei comics. Con i Russo no.
Nel loro cinema i tagli diventano frequentissimi e, alternando freneticamente inquadrature estremamente eterogenee, danno vita a un ritmo che diventa tanto più serrato e caotico quanto più ci si avvicina al corpo a corpo, a tutto vantaggio dell’immedesimazione. Le scene d’azione che ne risultano sono assolutamente straordinarie, e il mix di intensità ed ironia che caratterizza lo scontro in aeroporto è la quintessenza dei migliori cinecomic. Migliorabile l’inseguimento nel tunnel, in cui prevale un sapore di déjà vu.
6 – UN CINECOMIC SENZA CATTIVI E SENZA EROI
Chi è il vero villain del film? Crossbones (Frank Grillo), che compare brevemente nello scontro iniziale? Thaddeus Ross (William Hurt), che rappresenta i leader democratici di 193 nazioni e si fa promotore di un protocollo di intervento per gli Avenger? Il manipolatore Helmut Zemo (Daniel Brühl), che vive il dramma della perdita dei propri amati e con l’attentato di Vienna mira a far esplodere i dissapori interni al team dei ‘buoni’?
La verità è che il nemico da sconfiggere sono le debolezze stesse degli Avengers, che si ritrovano a dover fare i conti con l’evidente fallibilità del proprio operato. Gli Avengers qui non sono protagonisti di straordinari atti eroici, anzi, sono perlopiù liberi individui che – forti di un potere incontenibile che li pone sopra ogni istituzione democratica – decidono di sbrigarsela tra di loro. Degna di nota l’assenza del classico scontro finale con il cattivo, un cliché del genere da cui era difficilissimo liberarsi.
7 – TUTTO IL FILM SI REGGE SULLE EMOZIONI
Il vero cuore pulsante della pellicola è la natura umana, troppo umana, dei supereroi. L’amicizia, il sospetto, il senso di colpa, l’abbandono, al vendetta, l’amore, il lutto… La gamma di emozioni cui attingono i fratelli Russo è incredibilmente vasta e il modo in cui queste vengono trattate sorprendentemente profondo.
Quelli che una volta erano compagni di battaglia ora sono divisi dai fantasmi del proprio passato, dalle proprie vite che vanno a rotoli, dal dilaniante squilibrio tra le proprie convinzioni e il rispetto dell’autorità costituita, e dalla sostanziale solitudine che, in un modo o nell’altro, tormenta molti di loro.
L’approfondimento psicologico riservato a questi ‘giustizieri in calzamaglia’ è un’utopia inarrivabile per molti film ben più pretenziosi, e la scelta di portare lo spettatore ad empatizzare addirittura con l’antagonista Zemo denota la grande libertà data al team creativo e il grande talento di Kevin Feige nello scegliere i propri uomini. Un indiscutibile punto di forza dei Marvel Studios.
8 – LE NEW ENTRY FUNZIONANO PERFETTAMENTE
I contratti delle star principali del MCU si stanno avvicinando alla scadenza, e la Marvel ha la necessità impellente di dare spazio e importanza a personaggi diversi da Iron Man, Captain America o Thor. In questo senso, Civil War segue strade non battute, proponendo nuovi protagonisti sorprendentemente convincenti e migliorandone alcuni già visti
Lo Spider-Man quindicenne di questo installment – uno ‘stagista’ talentuoso e in cerca di conferme – è semplicemente eccezionale, e anziché sembrare l’ennesimo reboot fa pensare alla prima vera versione del personaggio nel suo universo di appartenenza. Black Panther, in cui molti non speravano, ha un buon carisma e Ant-Man, divertente come nel suo film solista, nella variante Giant-Man porta una considerevole ventata di freschezza nei combattimenti. Scarlet, in passato non propriamente sbalorditiva, rivela un potere temibile; Visione è esilarante nei suoi maldestri tentativi di omologarsi agli umani e Falcon gode di un tale miglioramento nelle scene di combattimento da sembrare un personaggio nuovo. Missione compiuta.
9 – INIZIA LA FASE TRE, E ADESSO?
Captain America: Civil War ha inaugurato la terza fase del MCU, che quest’anno proseguirà con il debutto del Doctor Strange, che si farà carico di introdurre il metafisico nel mondo Marvel.
Nel 2017 torneranno quindi i Guardiani della Galassia, che sembra incontreranno Hulk nello spazio, e rivedremo il nuovo Spider-Man, che nel suo primo film solista sarà affiancato da Iron Man. Entro la fine dell’anno tornerà anche Thor in una storia incentrata sulla caduta degli dei. Comincia a mettersi male.
Nel 2018 arriverà nelle sale il film di Black Panther e a stretto giro il primo capitolo dell’apocalisse di Infinity War. I toni del MCU saranno quindi alleggeriti dal ritorno di Ant-Man, stavolta in team con The Wasp, e nel 2019 vedremo finalmente la supereroina Captain Marvel. Il 2019 sarà anche l’anno della resa dei conti con Thanos e del gran finale del MCU per come l’abbiamo conosciuto.
Con Captain America: Civil War si è messa in moto una serie di eventi che porterà alla resa dei conti finale. Se queste sono le premesse, non vediamo l’ora che i fratelli Russo tornino per la Infinity War.