Viareggio, 29 giugno 2009. L’Inferno. Trentadue morti, molti dei quali bruciati vivi nelle proprie case. Un incidente sul lavoro, una strage. Rievocando quella tragedia, e in qualche modo rielaborandola, il cortometraggio Ovunque Proteggi ha vinto il Global Short Film Festival di New York. Ma gli ispiratori, oltre che protagonisti del film, sono gli uomini e le donne che hanno dato vita all’associazione dei familiari delle vittime Il mondo che vorrei, la loro forza, la loro tenacia, la loro determinazione, la loro voglia di verità, di giustizia, di vita. Saranno infatti loro, insieme al regista e al co-sceneggiatore, a ritirare il premio vinto a New York il 21 maggio al Festival di Cannes, durante l’Awards Gala che si terrà presso l’InterContinental Carlton Cannes. Come dire, sulla Croisette un premio a un film italiano è assicurato.
Ovunque Proteggi, diretto da Massimo Bondielli e scritto insieme a Luigi Martella, non è un’inchiesta giornalistica, non è la cronaca di un disastro e non è neanche, o almeno non solo, un film doloroso e rievocativo.
È un cortometraggio che, a dispetto di chi inizialmente lo aveva accolto come una produzione e ri-produzione localistica, contiene in sé una rilettura universale sulla necessità e sulla voglia di vivere, anche dopo la tragedia che ha fissato le lancette dell’orologio alle 23.50 di quel 29 giugno. Perché sono una dichiarazione d’amore alla vita tanto la corsa di chi porta ancora le ferite sul volto, quanto le parole di una madre che ricorda la figlia inghiottita dalle fiamme e che rifiuta qualsiasi indennizzo in denaro ma vuole solo verità, giustizia e norme che permettano a tutti di vivere in sicurezza. Una dichiarazione d’amore che nella seconda parte dello short si può cogliere anche nell’orazione civile di Mario Monicelli, regista de L’Armata Brancaleone e di tanti altri capolavori, legato indissolubilmente alla sua Viareggio. A tal riguardo va sottolineato che la locandina del film è stata creata e donata da Chiara Rapaccini, ultima compagna di Monicelli, mentre Vinicio Capossela ha concesso i diritti della sua canzone Ovunque Proteggi per il titolo.
“È un film fatto col cuore – ci dice Massimo Bondielli, regista documentarista di Massa Carrara – e mi piace pensare che non sia stato io ad aver scelto la storia ma che sia stata la storia ad avermi chiamato, facendo crescere in me, giorno dopo giorno, la necessità di raccontarla. Dietro le immagini ci sono dieci mesi vissuti intensamente con i familiari delle vittime. Un’esperienza di vita”.
Ovunque Proteggi continua il suo viaggio nelle istituzioni, nelle associazioni e nelle scuole. Il film aveva già vinto tre premi nazionali ma dopo il trionfo newyorkese (in concorso 1400 lavori provenienti da tutto il mondo) le richieste sono aumentate. Il regista e i familiari delle vittime seguono la pellicola ovunque vengano chiamati, in una sorta di “viaggio civile itinerante”. Tuttavia il progetto di Bondielli, Martella e di Marco Matera, che hanno anche prodotto con la propria Caravanserraglio Film Factory e che nei rispettivi ruoli hanno già firmato il film Se io fossi acqua, prevede che dal corto si passi alla realizzazione di un lungometraggio dal titolo Il Sole sulla Pelle, le cui riprese sono già iniziate.
“La prossima settimana – dice Luigi Martella – lanceremo una campagna di crowdfunding sul portale di Produzioni dal Basso per co-finanziare il progetto del lungometraggio. La campagna permetterà di coprire parte delle spese di produzione e parte della post-produzione. Con il supporto di tanti siamo riusciti a realizzare il cortometraggio embrione della storia de Il sole sulla pelle. Siamo certi di poter contare su tutte le persone che seguono il nostro lavoro e che credono sia possibile oggi fare cinema civile capace di colpire le coscienze e scuotere le nostre emozioni”.
“Contiamo di finirlo entro la fine del 2016 – spiega il co-sceneggiatore – ma la data è legata alla conclusione del processo di primo grado che si sta svolgendo presso il Tribunale di Lucca. Dovremmo farcela, anche perché – fa notare – due dei cinque reati d’imputazione rischiano di essere prescritti. Ma il dolore dei familiari non va in prescrizione”.
Ovunque Proteggi: il racconto della strage di Viareggio
Un corto toccante e non retorico, presto premiato a Cannes, mantiene viva la memoria del tragico incidente ferroviario del 2009.