“I did it for me. I liked it”. Quando Vince Gilligan, showrunner della serie capolavoro Breaking Bad, fa dire queste parole nell’episodio finale al protagonista Walter White, assistiamo alla confessione di un uomo che a sé stesso, alla moglie Skyler e a noi telespettatori ammette candidamente le ragioni delle sue azioni: il vero motivo per cui Walter White è diventato Heisenberg è quello di aver assecondato il suo delirio di onnipotenza e la sua sete di potere, non i soldi o la famiglia. La questione è molto interessante: quando un uomo (o una donna) si comporta in una determinata maniera, che cos’è che lo spinge veramente? Le motivazioni di partenza che, per quanto siano concrete e giustificate, possono essere anche il frutto di un processo di autoillusione oppure ragioni più profonde, legate direttamente ed esclusivamente alla soddisfazione del proprio ego? Questo dilemma è il punto centrale di The Girlfriend Experience, la nuova serie del canale premium cable americano Starz in onda dal 10 aprile e disponibile interamente in Italia sulla piattaforma on-demand Infinity.
La prima stagione, composta da 13 puntate, racconta la storia di Christine Reade, che nello show ha il volto e il corpo di Riley Keough.
Christine sembra la tipica ragazza media americana di buona famiglia: frequenta la facoltà di legge a Chicago e lavora come stagista nello studio legale Kirkland & Allen; all’università però fa la conoscenza di Avery, una ragazza che per guadagnarsi da vivere fa la escort e Christine, incuriosita, entrerà in quel mondo (col nome d’arte di Chelsea), attratta dal denaro facile ma soprattutto dal totale controllo che esercita nei confronti degli uomini. Ovviamente quest’attività le creerà numerosi problemi in famiglia, nella vita privata e nel lavoro (clienti gelosi, protettrici avide, tentativi di ricatto) ma lei continuerà imperterrita per la sua strada, anche a costo di lasciare definitivamente il college.
La serie è ispirata all’omonimo film di Steven Soderbergh del 2009.
Ci sono delle sostanziali differenze tra le due opere: se l’approccio del regista di Ocean’s Eleven (che della serie è anche produttore esecutivo) era di tipo semi-documentaristico per raccontare l’America del dopo-Lehman Brothers attraverso la storia di Chelsea (interpretata nel film dall’ex pornostar Sasha Grey), la serie invece ha un’impostazione tipicamente drama che si focalizza più sulla sfera psicologica della protagonista e di coloro che le stanno attorno; altra differenza molto marcata tra film e serie è che se l’opera di Soderbergh dipinge uno spaccato di società che nonostante tutto non perde la sua umanità, il prodotto Starz invece dipinge una Chicago (ma potrebbe essere una qualsiasi città americana) profondamente inumana, cupa e fredda (la scelta dei colori per le luci e la scenografia accentua molto questa sensazione). In mezzo a questa realtà cinica e spietata si muove la nostra protagonista, una ragazza ventenne che, consapevole della sua bellezza, cercherà con tutti i mezzi a sua disposizione, leciti o meno, di farsi largo in quell’ambiente pieno di squali e di conquistare una posizione sempre più rilevante nella società (facendo sembrare il personaggio di Sasha Grey Madre Teresa di Calcutta a confronto, non sto scherzando). Il merito maggiore di Lodge Kerrigan e Amy Seimetz, showrunner della serie, è nella costruzione di un personaggio che non è nient’altro che una vera e propria antieroina mascherata dalla classica ragazza della porta accanto e la scelta di Riley Keough (Magic Mike, Mad Max: Fury Road) come protagonista è perfetta perché la sua bravura e la sua bellezza discreta e raffinata la trasformano in un camaleonte capace di destreggiarsi molto bene nei vari contesti in cui si trova il suo character. Naturalmente la serie non è priva di difetti: qualche forzatura di troppo nella trama c’è (è difficile credere che una ragazza così giovane riesca a farla franca così facilmente in alcune situazioni molto spinose) e in alcuni momenti si calca troppo la mano, anche in maniera gratuita, sul lato erotico (in alcuni momenti accostabili al softcore, tipicamente stile Starz).
La serie ancora non è stata rinnovata dal network ma, conoscendo Starz, è solo questione di tempo e la cosa non può che far piacere perché The Girlfriend Experience è sicuramente un prodotto molto interessante e la curiosità di vedere fino a che punto si può spingere una personalità complessa come quello di Christine è forte.