Ancora una volta uno straordinario picco di tensione narrativa. Ancora una volta un colpo inferto a uno dei più importanti protagonisti della serie. È così che si conclude anche la seconda stagione di Gomorra; e se questa volta non c’è un vero e proprio cliffanger come quello che, alla fine della stagione d’esordio, ci lasciava nel dubbio sulla sorte di Genny, di sicuro c’è un reset narrativo che promette un’evoluzione fresca e non ripetitiva della storia.
La produzione Sky, Cattleya e Fandango (16,5 milioni di investimento per un ciclo di 12 episodi) si conferma un fiore all’occhiello della serialità italiana, la cui indubbia qualità – complice la celebrità all’estero del libro di Saviano e dell’omonimo film di Garrone – ne ha fatto un prodotto capace di conquistare con la prima stagione ben 130 mercati stranieri.
STEFANO SOLLIMA SHOWRUNNER
Lo showrunner Stefano Sollima (Suburra, A.C.A.B., Romanzo Criminale – La serie) è un maestro nella gestione delle meccaniche narrative tra ‘guardie e ladri’ nonché il vero artefice del successo della ‘formula Gomorra’. Il suo talento è però ormai uno dei più contesi sul mercato, tanto che ci sarà lui dietro la prima serie di Leone Film Group ispirata a un soggetto di Sergio Leone, dietro la prima produzione italiana di Netflix (Suburra – La serie) e addirittura dietro la macchina da presa del sequel di Sicario (Soldado), produzione USA con Benicio del Toro e Josh Brolin per cui il regista italiano ha già in mente anche un terzo capitolo di quella che sarà una trilogia antologica. Stavolta Sollima limita il proprio ruolo di regista ai primi tre episodi del secondo ciclo, e a narrazione conclusa è evidente che quelle tre puntate sono di fatto molto più vicine alla stagione precedente che a quella appena conclusasi.
UNA STAGIONE MOLTO DIVERSA
Liquidate nei suddetti episodi le questioni rimaste in sospeso (il destino di Genny, la fuga di Don Pietro e l’incombente presenza di Conte nel mercato del narcotraffico), il regista Sollima può farsi da parte e lasciare spazio a quella che, intelligentemente, è una stagione profondamente diversa dalla precedente. Se gli ingredienti base del successo di Gomorra erano stati il racconto dell’evoluzione criminale di due giovani camorristi inesperti, delle gerarchie della criminalità organizzata e delle sue ramificazioni internazionali, con questi dodici nuovi episodi si intraprende la strada opposta.
I personaggi sono ormai criminali esperti, le incertezze giovanili cedono il posto al decisionismo e agli omicidi a sangue freddo, le gerarchie spariscono nel caos conseguente a un vuoto di potere e la narrazione si dipana tra Napoli e Roma, abbandonando del tutto le location estere sin dalla terza puntata.
Il racconto si fa decisamente più corale, l’immedesimazione (con buona pace dei polemisti qualunquisti) è resa quasi impossibile dall’efferatezza dei gesti dei protagonisti, e la narrazione si sviluppa in orizzontale e non più in verticale. Un prodotto televisivo profondamente diverso, come hanno avuto modo di notare più o meno consapevolmente gli spettatori della prima ora. Diverso anche nei modi della narrazione, visto che ci sono quattro differenti registi ad alternarsi dietro la macchina da presa.
DIETRO LA MACCHINA DA PRESA
A Stefano Sollima infatti si affiancano la figlia d’arte Francesca Comencini (Lo Spazio Bianco, Mi Piace Lavorare), il ‘verista’ Claudio Giovannesi (adesso nella sale con Fiore) e soprattutto Claudio Cupellini (che ha fatto conoscere Marco D’Amore al grande pubblico affiancandolo a Toni Servillo nell’ottimo Una Vita Tranquilla), e se a tratti emerge una certa disomogeneità nella direzione, è pur vero che il risultato è sempre di grande qualità e che lo ‘stile di Sollima’ viene assicurato dai suoi collaboratori storici sempre presenti: Paolo Carnera alla fotografia e Patrizio Marone al montaggio. Senza scordare le straordinarie scenografie di Paki Meduri.
La sceneggiatura di Stefano Bises e Leonardo Fasoli, già insieme in Squadra Antimafia – Palermo Oggi e con un consolidato background nel poliziesco, pur manifestando qualche rallentamento e discontinuità di troppo rispetto alla prima stagione, rimane di livello altissimo, spingendosi anche alla scoperta di quella Camorra femminile troppo spesso ignorata eppure di grande interesse (il personaggio di ‘Scianèl’ è un piccolo capolavoro che speriamo venga sfruttato meglio nella prossima stagione).
UN CAST DI TALENTI
Il cast si conferma di straordinario talento, e ai già celebrati Fortunato Cerlino (Don Pietro), Marco D’amore (Ciro) e Salvatore Esposito (Genny) si aggiungo le ottime Cristina Donadio (Scianèl) e Cristiana Dell’Anna (Patrizia). Un menzione particolare meritano la bravura di Fabio de Caro (Malammore), che per la sua straordinaria interpretazione è ora costretto a subire aggressioni verbali da parte di spettatori sprovveduti che non distinguono realtà e finzione, e di Gianfranco Gallo (Giuseppe Avitabile) e Carmine Monaco (O’Track). Da celebrare anche la performance di Antonio Folletto, che con O’Principe ci regala un personaggio memorabile per cui avremmo sperato in uno sviluppo narrativo più longevo.
LA TERZA STAGIONE
Ancora non sappiamo con certezza quali territori potrà esplorare la terza stagione, ma abbiamo già abbastanza informazioni per iniziare a farci un’idea. Anche se Cristina Donadio, intervistata da Il Mattino, non conferma né smentisce, voci di corridoio danno per certo il ritorno di Scianèl (ora in carcere) e ancor più del boss romano Avitabile, che si candida a rientrare in gioco come presenza fissa di prima importanza. Non sembra invece previsto il ritorno della pur amatissima Patrizia, il cui filone narrativo potrebbe essersi chiuso parallelamente a quello di Don Pietro. Di certo sappiamo che la location si sposterà da Scampia a Sconsigliano e che, come annunciato dallo showrunner al Wired Next Fest, la nuova serie si svolgerà nell’arco di 8 episodi e sarà la prima in cui Sollima non firmerà la regia di nessuna puntata. La trama sarà ispirata al romanzo ZeroZeroZero di Roberto Saviano e sarà interessante assistere all’evoluzione del rapporto tra i due protagonisti principali, anche se dalle indiscrezioni (da prendere cum grano salis) sembra che assisteremo al ravvedimento di Ciro Di Marzio, in cerca di redenzione dopo gli eventi luttuosi dell’ultima stagione. Le riprese di Gomorra 3 inizieranno in autunno, come confermato anche da Roberto Saviano e Salvatore Esposito sui social, e la messa in onda è prevista per marzo-aprile 2017. Nel frattempo vi terremo aggiornati.