Dalla commedia teatrale e poco fortunata di Maud Fulton, The Brat (La Trovatella) è uno dei titoli meno noti della carriera di John Ford, maestro del genere Western, regista tra i più acclamati da critica, pubblico e nomi noti del mestiere (Orson Welles lo nominò più volte come il più grande regista di sempre). La storia è quella di un romanziere dell’alta società newyorkese (Alan Dinehart) che decide di ospitare una trovatella (Sally O’Neil), certo che lei possa essere la giusta ispirazione per il suo nuovo racconto. Ne nasceranno sicuramente divertenti situazioni e divagazioni romantiche.
Il soggetto è sicuramente figlio del più famoso Pigmalione di George Bernard Shaw. Ma neanche questo enorme debito, in aggiunta ad un genere che nessuno mai si sognerebbe di affiancare al nome di John Ford, riuscì a fermare il regista, che alla fine confezionò un film curato e fine. Gli occhi grandi e seducenti di Sally O’Neil fanno da padroni assoluti, intensificando all’ennesima potenza la tipizzazione del personaggio: contrariamente a quello che è generalmente giudicato più consono al grande schermo, Ford non disdegna la stereo tipizzazione dei protagonisti, proprio per non doverli strappare dal loro naturale contesto teatrale.
Né sono dimenticabili gli altri interpreti: Ward Bond, J. Farrell MacDonald e il divertentissimo Victor McLaglen, lo stesso che vinse l’Oscar come miglior attore protagonista nel primo grande successo di Ford (premiato anche lui dall’Academy per la miglior regia), Il Traditore.
Al Festival di Venezia un’ottima occasione di (ri)scoprire questo piccolo gioiello, utile ai più per approfondire la conoscenza della regia di Ford e capire cosa lo ha portato a diventare tra i più grandi interpreti del genere western e del cinema tout court.
Venezia 73: la recensione di La Trovatella di John Ford
Di Elena Pisa
Per la sezione Venezia Classici presentata la versione restaurata di una delle pellicole più inusuali nella filmografia di John Ford: The Brat (La Trovatella).