Kim Rossi Stuart, già presente alla mostra quest’anno come Presidente della Giuria del Premio Venezia Opera Prima, si rende ancora più partecipe a questa edizione del Festival del Cinema di Venezia con la presentazione, fuori concorso, del suo secondo lungometraggio come regista, Tommaso.
Il film tratta a grandi linee di Tommaso (interpretato dallo stesso Rossi Stuart), un uomo tormentato dalla ricerca spasmodica di un’anima gemella adatta a soddisfarlo tanto sessualmente quanto sentimentalmente. All’inizio della pellicola lo troviamo tormentato da un vorace quanto inespresso appetito erotico, che lo porta a desiderare una moltitudine di ragazze nella quale non rientra la sua attuale compagna, Chiara (Jasmine Trinca). Fattosi lasciare, inizia poi una maldestra ricerca della donna ideale, intrattenendo una relazione sentimentale inizialmente con Federica (Cristina Capotondi) e poi con Sonia (Camilla Diana), con le quali però non riuscirà a trovare quella “stabilità” tanto ricercata.
A detta del regista, il film non è altro che il sequel della sua prima opera Anche libero va bene, nel quale protagonista è la versione in età infantile di Tommaso. Il trauma dell’abbandono da parte della madre mostrato nel film precedente dovrebbe esser quindi la ragione scatenante delle problematiche esposte in questo secondo lungometraggio.
Il film cerca in qualche modo di raccontare il disagio relazionale che molti uomini e donne provano nei confronti del proprio partner, e nell’incapacità di instaurare rapporti duraturi e soddisfacenti da un punto di vista amoroso e sessuale. Purtroppo la ricerca di questo obiettivo fallisce miseramente, portando allo spettatore solo profondo imbarazzo e frustrazione verso le opinabilissime scelte stilistiche e narrative.
Il pessimo sviluppo di alcune scene e le performance attoriali spesso non all’altezza (l’interpretazione di Rossi Stuart ha suscitato più di una risata involontaria in sala) rendono le scene drammatiche risibili e quelle comiche scadenti. Il modo in cui viene trattato e sviluppato nel film il disagio amoroso e sentimentale di Tommaso può essere considerato ai limiti del trash, con una qualità media che nel migliore dei casi si attesta sul livello delle fiction nazionalpopolari. L’unico spiraglio di luce nel film è rappresentato dalla interpretazione di Camilla Diana, che riesce in qualche modo a tener in piedi la baracca, anche se non può da sola risollevare le sorti di una pellicola a tratti dilettantistica.
In conclusione, Tommaso è l’ennesima dimostrazione di come il cinema italiano troppo spesso si accontenti di risultati ben modesti e, a volte, non abbia né la volontà né la capacità di osare.
Venezia 73: la recensione di Tommaso
A ridosso della release cinematografica, la Mostra di Venezia presenta fuori concorso il nuovo film di Kim Rossi Stuart.