La sezione Venezia Classici continua ad arricchire il già impressionante assortimento di titoli presentati alla 73a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e, tra i titoli presentati, oggi vi proponiamo il capolavoro Ventesimo Secolo.
A cavallo tra la nascita del New Deal ad opera di Franklin D. Roosevelt e dell’adozione da parte di Hollywood del codice Hays, che oltre a governare la produzione dei film americani e di giudicare cosa era moralmente accettabile e cosa no sul grande schermo, poneva le basi per il genere della Hollywood classica, Howard Hawks firmava uno dei suoi grandi capolavori. Che il clima artistico stava cambiando si intuisce anche dal fatto che nello stesso anno, il 1934, Frank Capra portava alla luce Accadde una notte. Quest’ultimo e Twentieth Century di Hawks furono il manifesto di un nuovo genere: la Screwball Comedy era la commedia sofisticata unita a elementi slapstick che raccontava lo scontro tra i sessi attraverso il rapporto burrascoso tra i due protagonisti, quasi sempre di classi sociali differenti, inizialmente rivali ma che finiranno inevitabilmente per innamorarsi (o innamorarsi una seconda volta) dopo numerose peripezie divertenti e geniali che richiamano in modo ovvio la grande commedia greca e romana (Plauto), la shakespeariana La Commedia degli Errori (piena di elementi slapstick) , e il più recente teatro veneziano firmato Carlo Goldoni.
Il Napoleone di Broadway è l’epiteto assegnato a un importante impresario teatrale (John Berrymore) ormai sull’orlo della crisi finanziaria. Sfugge ai suoi aguzzini recandosi a Chicago sul treno “Ventesimo Secolo”. Qui incontrerà l’ex moglie (Carol Lombard), attrice da lui scoperta e sul punto di diventare una grande star di Hollywood. Senza scrupoli e con la prepotenza che da sempre lo caratterizza, circuisce la donna, fingendosi addirittura moribondo, per strapparle un contratto.
La sceneggiatura è tratta da un’opera teatrale di Charles Mac Arthur e Ben Hecht (riadattata sempre da loro per il grande schermo), che non a caso diventerà uno dei più grandi sceneggiatori americani (sue sono le sceneggiature di Io ti salverò e Notorious-L’amante perduta, entrambi di Alfred Hitchcock). La recitazione è sicuramente il punto forte: scoppiettante, frenetica e senza pause o cadute di stile. E se la regia è quella della Hollywood classica degli anni ‘30 e ’40, “invisibile” e “a livello dello sguardo” – così come venne nominata dai Cahiers du Cinema negli anni Sessanta durante gli studi su Howard Hawks, considerato prima di allora più un mestierante che un autore, stando a significare la sua enorme capacità di nascondersi furtivamente dietro la macchina da presa, non facendo sentire la sua presenza allo spettatore ma dirigendone invece l’attenzione come il più eccellente direttore d’orchestra- fu resa ancor più brillante, incisiva e disinvolta da uno dei registi che resero grande il cinema, destinato a regalarci altri capolavori come Susanna! (1938, con Katharine Hepburn e Cary Grant), Il Grande Sonno (1946, con Humphrey Bogart e Lauren Bacall), Il fiume rosso (1948, con John Wayne e Montgomery Clift), Gli uomini preferiscono le bionde (1953, con Marylin Monroe e Jane Russel).
Venezia 73: la recensione di Ventesimo Secolo
Di Elena Pisa
Presentata a Venezia la versione restaurata del film in cui Howard Hawks racconta la storia di un geniale impresario senza scrupoli.