Il canale premium cable Cinemax, di proprietà della HBO, sta vivendo una fase molto incerta della sua vita: dopo la fine di Banshee e il destino ancora incerto di The Knick (nonostante la rete abbia ordinato una terza stagione, la fase produttiva, ad oggi, è ancora stallo), il network ha un disperato bisogno di trovare nuove serie che possano colmare il vuoto lasciato da queste due grandi produzioni, amate sia dal pubblico che dalla critica; dopo aver fatto esordire in estate Outcast, tratto dall’omonimo fumetto del creatore di The Walking Dead Robert Kirkman, Cinemax ci riprova con Quarry, un nuovo drama di otto episodi ambientato negli anni del Vietnam.
Il protagonista dello show è un marine che ritorna a casa dopo la sua seconda missione.
Mac Conway (Logan Marshall-Green), nonostante sia tornato a Memphis fra le braccia della moglie Joni (Jodi Balfour), è un uomo logorato dalla guerra che deve convivere con i suoi demoni; accusato di essere coinvolto in un massacro in Vietnam, Mac non riesce a trovare un lavoro accettabile e questo lo costringe a cedere alle lusinghe di un tizio che si fa chiamare The Broker (Peter Mullan), un soggetto misterioso che gli propone di diventare un killer su commissione.
Sicuramente il plot di partenza di Quarry non spicca per originalità.
Non è certo la prima volta che vediamo sullo schermo storie di uomini problematici reduci da guerre sanguinose (poi, se parliamo di Vietnam, il pensiero va subito a capolavori come Taxi Driver di Martin Scorsese e Il Cacciatore del compianto Michael Cimino) e la serie, creata da Graham Gordy e Michael D. Fuller, non riesce ad andare oltre questo canovaccio così usato dal cinema e dalla televisione. Il problema principale di Quarry è che, nonostante il soggetto sia molto interessante, non dice nulla di nuovo e aggiunge al panorama seriale americano (ormai saturo di questi personaggi) l’ennesimo antieroe che strizza l’occhio al lato oscuro, senza però che questo character abbia sufficiente carisma da tenere incollati davanti al televisore gli spettatori (e qui c’è un concorso di colpa tra gli autori e Logan Marshall-Green, più noto negli States come “Discount Tom Hardy” per la sua somiglianza con l’attore inglese); inoltre il pilot, che dura la bellezza di 75 minuti, ha un ritmo narrativo non omogeneo che rende la visione dell’episodio un pò indigesta.
Se escludiamo queste pecche, lo show qualche chance la merita.
Dal punto di vista tecnico, la serie è confezionata benissimo: a dirigere tutti gli episodi infatti c’è Greg Yaitanes, esperto regista televisivo che, tra le altre cose, è una delle menti dietro Banshee, serie indubbiamente ispiratrice di questo nuovo prodotto; se infatti togliamo l’elemento fumettistico e irrealistico, Quarry è l’erede designato di Banshee per la sua messa in scena (c’è anche, nel pilot, un bel piano-sequenza di 6 minuti) e per la sua natura dichiaratamente pulp (non mancano qui sesso e violenza ma siamo su Cinemax signori, qui ogni cosa è lecita).
Ovviamente non si giudica una serie solo dalla puntata pilota e Quarry, al netto di qualche difetto, mostra un potenziale che, se sfruttato bene dagli sceneggiatori, può consacrare lo show come l’ennesima scommessa vinta dal canale via cavo più wild della televisione. Staremo a vedere.