Il 19 ottobre uscirà, distribuito in più di 350 copie, I Babysitter, la nuova commedia prodotta da Colorado Film in collaborazione con Medusa Film che vede come protagonisti due volti noti della televisione italiana come Francesco Mandelli e Paolo Ruffini, affiancati da vecchie volpi come Antonio Catania (il mitico dirigente Lopez della serie tv Boris) e Diego Abatantuono.
Il film racconta le disavventure di un giovane trentenne.
Andrea (Francesco Mandelli) è un ragazzo dal carattere timido ed introverso con il sogno di diventare un importante procuratore sportivo e per riuscirci vuole fare bella figura con il suo capo Gianni Porini (Diego Abatantuono) che, approfittando della situazione, gli chiede di badare al suo figlioletto per godersi il weekend con la moglie Marta (Francesca Cavallin), nonostante quel giorno Andrea compia trent’anni; nessuno però aveva messo in conto che i due amici di Andrea, Aldo (Paolo Ruffini) e Mario (Andrea Pisani), si sarebbero autoinvitati a casa di Porini per organizzargli una festa di compleanno a sorpresa che prenderà una piega folle ed imprevedibile.
Più che essere un remake, il film è praticamente una copia della pellicola francese Babysitting.
Il film del 2014 diretto da Nicolas Benamou e Philippe Lacheau appartiene al filone delle commedie demenziali che hanno preso spunto da cult movie come Una Notte da Leoni e Project X: l’idea brillante di Benamou e Lacheau, tenendo conto del budget di soli 3 milioni di euro, è stata quella di utilizzare la tecnica del found footage (prerogativa, di solito, del cinema horror e underground) per raccontare una storia molto divertente di un gruppo di ragazzi che, per incoscienza, ne combina di cotte e di crude. Ebbene, Giovanni Bognetti, regista alla sua opera prima e sceneggiatore di film terribili come Fuga di Cervelli e Tutto Molto Bello, prende l’80% della pellicola transalpina (battute comprese, in molte occasioni ripresentate quasi in maniera letterale) e costruisce ciò che è solo una copia sbiadita di Babysitting perché la regia, in questo caso, è più modesta e alcune situazioni molto divertenti dell’originale vengono disinnescate in questa versione a causa di un uso del montaggio (che, in un genere come la commedia, è fondamentale) non adeguato. Inoltre, se uno dei punti forti della versione francese era quello di non cadere mai nella volgarità gratuita e fine a sé stessa qui invece si incorre sempre nello stesso errore, tipico di queste pellicole, di eccedere col cattivo gusto e di concedere troppo spazio a cabarettisti mediocri che, con le loro gag, non aggiungono nulla al risultato finale (ottenendo il risultato opposto, quello di abbassare il livello generale). Nonostante tutte queste criticità, la base di partenza era talmente buona che il film, alla fin fine, non è disprezzabile (sicuramente chi non ha visto Babysitting lo troverà godibile) e questo grazie anche alla presenza di quella forza della natura che risponde al nome di Diego Abatantuono, che riesce, grazie alla sua bravura ed esperienza, a metterci molto del suo nel personaggio del capo (migliore rispetto al character francese).
Se consideriamo il vuoto pneumatico dei vari Fuga di cervelli e compagnia bella, è chiaro che I Babysitter rappresenta un passo in avanti per la Colorado Film e non è fantascienza prevedere un successo al botteghino; tuttavia una domanda sorge spontanea: è mai possibile che in Italia non si riesca più a concepire una commedia demenziale di buon livello davvero originale?