Come nascono i bambini? Arriva una cicogna e li porta direttamente a casa: nel mondo di Nicholas Stoller e Doug Sweetland questo avviene veramente, e ce lo mostrano in Cicogne in missione, il loro nuovo lungometraggio animato presentato da Alice nella Città, all’interno della Festa del Cinema di Roma.
Da qualche tempo le cicogne hanno una nuova missione: consegnare per un grande sito di vendite online. L’azienda è al massimo dell’espansione e Junior, l’impiegato modello, sta per essere promosso a capo, ma un imprevisto potrebbe mettere a repentaglio la sua carriera. Viene riazionata la Baby Factory e una nuova bambina è pronta per incontrare i suoi genitori.
Sono tre le linee guida di questo lungometraggio: Hunter è il capo spietato che farebbe di tutto per guadagnare sempre di più; Junior e Tulip sono due egocentrici solitari, in cerca di un posto nel mondo; Nade è un bambino che soffre l’assenza dei genitori, troppo presi con il lavoro, e spera che un fratellino possa fargli compagnia.
Ognuno ha il proprio ‘dramma’, che si può risolvere solo incontrandosi e scontrandosi con gli altri: Cicogne in missione insegna a conoscersi attraverso l’altro da sé, soprattutto in quelle cose che non ci piacciono. Il linguaggio comico adottato è indispensabile per veicolare tematiche estremamente sensibili, al cuore di grandi e piccini.
I bambini si ritroveranno sicuramente nel desiderio di Nade di avere un fratellino, quando i genitori sono sempre più lontani dal gioco e dai loro figli. Riusciranno a capire la sofferenza di Tulip, che vivendo insieme alle cicogne, è additata come “diversa”; non sa volare, non può fare consegne ed è fuori da ogni parametro di quel mondo, per questo è un fallimento continuo.
Gli adulti saranno invece in grado di leggere l’importanza di avere una famiglia alle spalle, che aiuterebbe Tulip a capire chi è e come potersi realizzare al meglio. Vedrà l’accanimento nel lavoro di Junior come un surrogato della vita privata che non ha (né amici, né moglie, né famiglia).
Viene dipinta una società alienata nel lavoro, che ha perso i legami con l’umano bisogno d’affetto e cerca un antidoto nella malattia, come Hunter, la cui ambizione lo ha privato di sensibilità.
L’architettura comica poggia su pochi elementi che reiterati allo sfinimento rischiano di annoiare. In particolare il gioco del branco di lupi, che mettendosi insieme diventano i pezzi di un ponte, una gip, un elicottero o una zattera, funziona come idea, ma nelle ripetizioni non suscita più meraviglia. Stessa cosa per Tulip, quando rimasta sola in un ufficio, impersona tre ragazze diverse, che dialogano tra loro. all’inizio è molto divertente, ma poi resta un disco che gira a vuoto. Si cerca un umorismo dialettico, più difficile da sostenere e viene utilizzato poco il linguaggio corporeo, efficace per l’animazione.
Questi sono i dettagli che gli occhi dei più piccoli non puniranno, allontanando però un pubblico più esperto.
Le immagini animate sono canoniche, vengono utilizzati colori vividi e il movimento delle scene è dinamico. Non si caratterizzano per alcuna velleità o punto di vista privilegiato.
Anche la colonna sonora di Mychael Danna e Jeff Danna non risulta memorabile. Sono presenti brani pop come Kiss the Sky (il nuovo singolo di Jason Derulo e Holddin’ Out dei Lumineers), che conferiscono vitalità all’avventura.
Senza troppe ambizioni, si tratta di un cartone animato leggero, con qualche picco di comicità, che mantiene una buona coerenza delle parti. Nessun elemento compositivo prevale sull’altro e mantiene le sue promesse di intrattenimento.
RomaFF11 – Cicogne in missione: la recensione in anteprima (no spoiler)
Il nuovo film di animazione della Warner Bros. Animation tratta con i toni della commedia per bambini argomenti non superficiali, con un buon risultato.