La band sorvola in elicottero la sterminata marea di fan idolatranti che il 10 agosto 1996 si radunarono a Knebworth Park per dare vita al più grande concerto inglese della storia. Si apre così questo film-documentario-celebrazione che – a vent’anni di distanza – racconta il folgorante successo che gli Oasis raggiunsero a metà degli anni Novanta.
Da Burnage, sobborgo povero di Manchester, al successo mondiale in due album e pochi anni, poi l’inevitabile declino; ma di quello il film diretto da Mat Whitecross non si occupa, concentrandosi piuttosto sulle origini e l’ascesa della band dei fratelli Gallagher. Sì perché il film, come del resto le sorti del gruppo, passa inevitabilmente dal rapporto tormentato tra Liam, il frontman, e Noel il chitarrista autore e leader carismatico del quintetto. Non aspettatevi però interviste e chiacchierate con i protagonisti: ne ascoltiamo solo le voci che, nello slang tipico della working class, fungono da narrazione a un fiume di immagini inedite tratte da video amatoriali e vecchi VHS che hanno il merito di riproporre quella fotografia sgranata con la quale abbiamo ammirato gli anni ’90 in TV.
La narrazione scorre in modo sorprendente per tutta la durata della pellicola (sebbene due ore siano eccessive per qualsiasi documentario) senza che ci si renda conto di osservare in realtà un mix di filmati raccordati dalle spiritose animazioni di Mark Knapton che strizzano l’occhio alle grafiche delle riviste musicali del tempo come NME o il Melody Maker.
Certo non stiamo parlando un film per il grande pubblico. Oasis: Supersonic è pensato apposta per una generazione di trentenni che quegli anni li hanno vissuti con indosso il parka, le Adidas e la chitarra sempre a portata di mano; loro se lo godranno alla grande e si ritroveranno in sala a canticchiare le pietre miliari del Brit Pop rimpiangendo quel periodo, l’ultimo che musicalmente abbia segnato un’intera generazione. Si ripercorreranno gli inizi sgangherati e il successo fulminante fino ai proverbiali eccessi nel perfetto cliché sesso, droga e rock ’n roll che da sempre ha accompagnato la storia della band. Si riderà persino e lo si farà di gusto, ascoltando i deliranti racconti delle bravate che sono costate ad esempio l’arresto a bordo di un traghetto diretto ad Amsterdam o l’esaurimento nervoso del bassista Guigsy.
Gli stessi produttori del premio Oscar Amy e del bellissimo Senna continuano così questa operazione “nostalgia” raccontando stavolta l’epopea della “Cool Brinannia” che gli Oasis hanno incarnato più di ogni altro al punto da esserne ancora oggi prigionieri. Per dirla con le parole di Noel proprio sul palco di Knebworth vent’anni fa “This is history”, e ormai sembra che non sia rimasto che raccontare solo quella. Oasis: Supersonic sarà in sala con una release limitata il 7, 8 e 9 novembre su distribuzione Lucky Red.
Oasis: Supersonic, la recensione in anteprima
In sala dal 7 al 9 novembre un documentario imperdibile per chiunque abbia amato la musica di Liam e Noel Gallagher.