Netflix punta in alto e incassa un successo: la nuova (costosissima) serie prodotta dal colosso ha dimostrato, in soli dieci episodi, di avere le carte in regola per essere considerata un prodotto di qualità. Resa disponibile lo scorso 4 novembre in ogni paese in cui Netflix è presente, The Crown racconta la vita di Elisabetta II d’Inghilterra, partendo dal giorno del controverso matrimonio con il principe Filippo. L’idea di Peter Morgan, ideatore e sceneggiatore della serie, prendeva le mosse dallo spettacolo teatrale The Audience, incentrato sugli incontri settimanali tra la regina Elisabetta ed i vari primi ministri inglesi, ma la mole di materiale ha ben presto convinto lo sceneggiatore ad accantonare l’ipotesi di affrontare esclusivamente il rapporto tra la giovane Elisabetta e Winston Churchill, ampliando gli orizzonti fino ad abbracciare la vita della sovrana.
Delicata, equilibrata, incredibilmente inglese, la serie non annoia ma affascina, grazie anche alla qualità degli attori coinvolti – prima tra tutti Claire Foy, la giovane Elisabetta, che riesce nell’ardua impresa di apparire, contemporaneamente, impaurita ed altera. Accanto a lei troviamo un irritante e irriverente Matt Smith – il giovane principe Filippo – ben lontano dall’interpretazione dell’Undicesimo Dottore in Doctor Who, John Lithgow (Trinity Killer in Dexter) – uno stanco e vecchio Winston Churchill, dispotico e debole – e un magnifico Jared Harris – re Giorgio VI – che sa interpretare magistralmente la malattia, la debolezza e la compostezza del sovrano, ormai giunto alla fine della propria vita.
Una sceneggiatura eccelsa ed una recitazione d’alto livello salvano questa serie dal rischio –concreto, considerato l’argomento – di diventare una macchietta di gossip e chiacchiere: in The Crown assistiamo all’ascesa di una regina, assaporandone gli aspetti psicologici e storici, prima ancora di quelli mondani. Ogni personaggio principale è analizzato e rappresentato con cura e precisione e si muove in una scena perfettamente in equilibrio, bilanciata e mai eccessiva, su sfondi sensazionali e ripresi tra Inghilterra, Scozia, Malta e Kenya. Unica pecca, forse, la scarsa capacità di rappresentare la drammaticità di alcuni istanti, penalizzati dal ritmo e dall’aplomb inglese dell’intera serie, ed il modo in cui vengono trascurati i personaggi minori, pallide ombre al cospetto dei protagonisti.
Netflix, insomma, porta a casa un successo, dimostrando di aver ben investito i cento milioni di sterline impiegati per la realizzazione di The Crown (che si aggiudica così il primo posto come serie più costosa mai prodotta dall’azienda) e dando il via alle riprese della seconda stagione.
The Crown: la recensione della serie (no spoiler)
La serie più costosa prodotta da Netflix è un magnifico period drama storico-biografico con un cast di altissimo livello.