Quando il canale via cavo AMC ha annunciato qualche settimana fa che la serie Halt and Catch Fire sarebbe stata rinnovata per una conclusiva quarta stagione i fan (noi compresi) hanno tirato un grosso sospiro di sollievo: una volta ogni tanto, un network tira dritto per la sua strada infischiandosene dei deludenti dati d’ascolto di uno show molto amato da un fedele zoccolo duro di irriducibili ammiratori. Certo, AMC è la rete che ospita un grande successo planetario come The Walking Dead che le permette di avere le spalle coperte dal punto di vista economico ma è anche vero che quest’anno ha cancellato la serie estiva Feed The Beast che, pur con tutti i suoi difetti, era comunque un prodotto valido. Perché allora Feed The Beast non ce l’ha fatta mentre Halt and Catch Fire e TURN invece sì? Semplice, perché la critica americana apprezza TURN ed ama alla follia HACF mentre (ingiustamente) ha liquidato in maniera impietosa la serie con protagonista David Schwimmer e per un canale che, come la HBO, il solo nome è sinonimo di altissima qualità ricevere il parere favorevole della stampa specializzata è fondamentale per mantenere questo esclusivo status. Ma non è solo questo l’unico motivo: AMC è abbastanza intelligente e lungimirante da capire che uno show dalla qualità straordinaria come Halt and Catch Fire non poteva essere cancellato di punto in bianco nel momento in cui aveva sprigionato in pieno il suo potenziale e la scelta di concedergli una degna conclusione è stata indubbiamente quella più corretta.
Dopo tre anni dalla messa in onda americana Halt and Catch Fire, inspiegabilmente, è ancora inedito in Italia.
Per chi ancora non conoscesse la serie, facciamo una piccola presentazione: Halt and Catch Fire è un period drama ambientato negli anni Ottanta che racconta le vicende della Cardiff Electric, una società che con l’avvento di Joe McMillan (Lee Pace) diventa un’azienda produttrice di computer come il Giant ed il Giant Pro, concepiti dal brillante ingegnere Gordon Clark (Scoot McNairy); per sviluppare il software viene assunta la geniale Cameron Howe (Mackenzie Davis) ma, dopo aver scartato il suo sistema operativo, la ragazza si licenzia per dar vita assieme a Donna (Kerry Bishé), moglie di Gordon, alla Mutiny Inc., società produttrice di giochi online che fa della sua community il principale core business.
Nella terza stagione i nostri eroi fanno un ulteriore passo in avanti, arrivando a concepire Internet come lo conosciamo oggi.
Gli showrunner Christopher Cantwell e Christopher C. Rogers, dopo una seconda stagione di buonissimo livello ma non particolarmente esaltante, alzano decisamente la posta in gioco quest’anno trattando tematiche centrali nell’informatica di oggi come la privacy, i software liberi e, per l’appunto, il World Wide Web, facendo un collegamento tra i cambiamenti sempre più repentini del settore informatico e l’evoluzione dei personaggi, mai così marcata rispetto al passato perché anche i characters più carismatici e complessi dello show, come Joe e Cameron, sono costretti dagli eventi ad adattarsi e a cambiare; inoltre i rapporti tra i protagonisti vengono in questa stagione messi seriamente in discussione, merito anche del salto temporale di quattro anni negli ultimi episodi (tempo che nell’informatica equivale quasi ad un’era geologica) che proietta i nostri negli anni ‘90.
Quello che stupisce in Halt and Catch Fire è la straordinaria cura dei dettagli.
Cantwell e Rogers, in questi 3 anni, hanno messo in piedi un racconto corale ambientato in un particolare periodo storico, gli anni Ottanta, che rappresenta il perfetto trait d’union tra l’era “analogica” e l’era digitale che stiamo vivendo: era quindi assolutamente necessaria una serie che facesse luce sugli avvenimenti di quegli anni perché induce lo spettatore a comprendere meglio ciò che sta succedendo oggi nella nostra società; tutto questo però è possibile solo grazie ad una accuratissima ricostruzione storica (straordinarie sono le scenografie e la scelta della musica, che ci immergono letteralmente negli Eighties) e ad un lavoro incredibile di scrittura nella gestione degli eventi narrati e nella caratterizzazione dei personaggi, interpretati in maniera fantastica da tutti i membri del cast.
“Story matters here” è stato per anni il motto della AMC e mai slogan fu più appropriato: da Mad Men a Breaking Bad passando per Better Call Saul, The Killing e The Walking Dead, il network americano ha ridefinito i canoni della televisione di qualità e, oggigiorno, Halt and Catch Fire rappresenta ormai una delle punte di diamante di questo prestigiosissimo canale.