Come da tradizione, anche l’edizione numero 34 del Torino Film Festival presenta un programma ricco e variegato nel quale trova spazio anche la danza e in particolare il suo protagonista assoluto in Italia e nel mondo: parliamo di Roberto Bolle. Francesca Pedroni presenta il documentario L’arte della danza sul Roberto Bolle & Friends, un tour estivo costruito dall’artista attraverso Pompei, le Terme di Caracalla e l’Arena di Verona. I dietro le quinte, la scelta dei brani, le lezioni e le prove: in questo interessante lavoro è rappresentata a 360° l’arte della danza, il duro lavoro e la passione di Roberto Bolle.
Un film-documentario che nasce con uno scopo ben preciso, un obiettivo che lo stesso Bolle ha rivelato in conferenza stampa: “Adoro il fatto che con questo film, ancora una volta, si arrivi a raggiungere una platea molto vasta, allargando il pubblico della danza e a rendendola sempre meno un’arte d’elite. È stato un impegno che ho cercato di portare avanti dall’inizio della mia carriera; il Bolle & Friends nasce per portare coreografie che di solito non ballo in tanti luoghi simbolo del patrimonio artistico e culturale italiano, non solo nei teatri. La volontà di portare la danza a tutti è dunque lo scopo di questo documentario”.
Il lavoro di Francesco Pedroni riguarda lo spettacolo e la bellezza della danza di Bolle, ma non solo. A fare da contorno alla ‘danza pop’ ci sono infatti i backstage e i momenti più intimi della vita dell’artista di Casale Monferrato: “Il documentario fa vedere uno spaccato di vita, ciò che c’è dietro e che c’è nelle lezioni, nelle prove e nei viaggi. Anche i momenti di relax, in piscina o in camera d’albergo, unite a emozioni e sensazioni che fanno parte della mia vita: danno un’immagine che va oltre a quella del balletto, che tutti possono vedere sul palcoscenico, e che riguarda la vita dell’artista. È un’iniziativa che va in questa direzione, e sono contento che la regia l’abbia fatta Francesca Pedroni, che conosco da tanti anni e che credo sia riuscita a tirare fuori qualcosa di particolare per il suo amore per la danza e per come mi conosce”.
Roberto Bolle è tra gli artisti italiani più conosciuti al mondo, ai vertici della danza da circa tre decenni. Ma il successo non lo ha mai travolto e, togliendo i primi anni di studio e di lontananza da casa, non ha mai avuto problemi a gestire la sua vita e il suo lavoro. Infatti tra le sue prerogative troviamo la voglia di migliorarsi sempre, evidenziata nel documentario: “Momenti di sconforto vero e proprio direi di non averne mai avuti, a parte gli anni difficili della scuola e quelli di incertezza quando da giovanissimo, a 12 anni, sono andato al Teatro della Scala di Milano. Più che altro si è trattato di momenti di nostalgia e di mancanza di casa: sono stati anni difficili e molto conflittuali. Dopo, quando la danza è entrata nella mia vita, direi di no. Il successo è arrivato ma non mi ha mai travolto: è arrivato passo dopo passo, con tante scelte giuste che ho fatto nella mia carriera. Non c’è stato un momento in cui mi sono perso e mi sono lasciato travolgerE, anche perché credo sia molto legato alla danza: dà dei valori molto forti e molto saldi, nel film si vede la dedizione completa al lavoro quotidiano. Non ho avuto scompensi e non credo che li avrò con questo carattere forgiato dalla danza, dai sacrifici quotidiani e dalla volontà di fare al meglio ciò che faccio ogni giorno”.
E anche un’étoile assoluta come Bolle porta il cinema nel cuore, non solo per il fatto di essere protagonista del lavoro della Pedroni: “Quando vado al cinema vedo un po’ di tutto, se è un film è bello lo guardo: Lo chiamavano Jeeg Robot mi è piaciuto molto, l’anno scorso ho visto Carol e Il Ponte delle Spie”. E anche, ovviamente, quelli sulla danza: “Pina? È un capolavoro: entra dentro i sentimenti del mondo della danza, ti fa emozionare. La sua forza arriva allo spettatore, è molto bello quando le emozioni che si percepiscono in sala riescono a raggiungere lo spettatore in sala. Mi auguro che ci riesca anche il mio film, sono sensazioni speciali per noi e per il pubblico: l’unione della bellezza della danza con la bellezza dei luoghi è qualcosa che crea una poesia e una magia uniche. Spero che anche attraverso il grande schermo questo arrivi a tutti, è questo il mio più grande desiderio”.
L’Arte della Danza è in sala per una release limitata proprio in questi giorni.