Anche la quindicesima edizione del RIFF è giunta al termine. Per la Closing Night, Giovedì 1 Dicembre, un evento che ha registrato quasi il tutto esaurito: la proiezione di Rivers of Hope, il documentario che ripercorre la vita di Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la Pace nel 1980. Esquivel era presente in sala, come sempre accompagnato dalla moglie e compagna di vita. Nonostante la stanchezza, ha risposto a lungo alle domande del pubblico: ha raccontato l’arresto e le torture subite nel 1976, sotto la dittatura di Jorge Videla. La sua è la memoria vivente di uno dei capitoli più sconvolgenti nella storia dell’America Latina; forse dell’umanità intera. Esquivel, infatti, era su uno degli aerei che sorvolavano il Rio de la Plata. Voli che per oltre 30.000 desaparecidos argentini, finivano solo con la morte. Esquivel ha portato così la sua vibrante testimonianza di vita. Una vita dedicata alla via della non violenza, spesa a battersi per la libertà e la dignità dei popoli, non solo in Argentina ma in tutto il Sudamerica.
Un momento intenso, emozionante, che racconta anche uno dei tratti più importanti del Rome Independent Film Festival: offrire spazi al cinema del reale.
Chiuse le proiezioni, è il momento fatidico della premiazione.
La giuria quest’anno non ha mancato di offrirci qualche sorpresa. Ecco i vincitori delle principali categorie:
- Miglior Lungometraggio Internazionale: You’ll Never Be Alone di Alex Anwandter. (Cile). Menzione speciale a 1:54 di Yan England (Canada).
- Miglior Documentario Internazionale: Une jeune fille de 90 ans di Valeria Bruni Tedeschi e Yann Coridian (Francia)
- Miglior Film Documentario Italiano: 2 Girls di Marco Speroni
- Menzione speciale a Gente di amore e rabbia di Stefano Casertano
- Miglior Lungometraggio Italiano: Sex Cowboys di Adriano Giotti
Mentre Sex Cowboys, premiato come fotografia di una generazione perduta, non ha affatto convinto la redazione di Anonima Cinefili (ne abbiamo parlato qui), la vittoria del piccolo capolavoro cileno You’ll never be alone è quasi un atto dovuto. Per tutti i dettagli, vi rimandiamo alla nostra recensione. E se volete vedere il film, vi ricordiamo che parte del premio del RIFF è anche la distribuzione su www.indiefilmchannel.tv. Una nuova piattaforma che offre oltre 100 titoli in streaming, dedicata esclusivamente al cinema indipendente, in particolare le opere prime, i cortometraggi e i documentari.
Non è un dettaglio trascurabile che i premi offerti dal RIFF non siano banalmente contributi in denaro: impegno del Festival è sostenere i vincitori e i finalisti fino alla produzione e la distribuzione, offrendo un’autentica porta d’ingresso per quel territorio misterioso e ostile, anche detto mondo del cinema.
Per questo, il RIFF premia anche soggetti e sceneggiature per corti e lungometraggi, oltre ad un premio speciale per i cortometraggi delle scuole (come il Centro Sperimentale di Cinematografia).
Questi i vincitori nelle principali categorie del Cortometraggio:
- Miglior Cortometraggio d’Animazione: “Playgroung” di Francis Gavelle e Claire Inguimberty (Francia)
- Miglior Cortometraggio Internazionale: “Ja passou” di Sebastiao Salgado (Portogallo). Menzione speciale a “Minh Tam” di Vincent Maury (Francia)
- Miglior Cortometraggio Italiano: “E così sia” di Cristina Spina. Menzione speciale a “Parla che ti sento” di Idria Niosi.
È proprio nella categoria Corti che in questa edizione del RIFF abbiamo trovato le opere più sorprendenti.
Una splendida occasione per scoprire nuovi talenti, soprattutto, per vedere su grande schermo quel cinema che in Italia non trova mai spazi.
La nostra menzione speciale è per Timballo. Mangiatene tutti di Maurizio Forcella. Venti minuti di sfrenato piacere per gli occhi, una favola abruzzese condita di atmosfere surreali e vero humour noir.
Dopo l’anteprima al RIFF, Timballo e i suoi autori sono pronti a girare il mondo. Noi, vi diciamo che non dovete perderlo per nessuna ragione.
Tra i lungometraggi italiani, speriamo incontri presto il successo che merita Gramigna. Volevo una vita normale di Sebastiano Rizzo (anche qui, vi rimandiamo alla nostra recensione).
Anche Une jeune fille de 90 and di Valeria Bruni Tedeschi e Yann Coridian, vincitore nella categoria Documentari, ci ha stupito come può solo un film carico di significato, che lascia la sensazione rarissima di aver visto una cosa diversa, e avere davvero imparato qualcosa.
Così anche la quindicesima edizione del Rome Independent Film Festival si chiude.
Difficile non sentire la mancanza della storica location: il Nuovo Cinema Aquila. Impossibile non essere colpiti dall’impegno e la dedizione del direttore e fondatore del RIFF, Fabrizio Ferrari – come di tutte le persone che anche quest’anno hanno lavorato duramente per offrirci il meglio delle produzioni indipendenti internazionali, e una settimana di vacanza nell’altro cinema.