Prima di iniziare questo resoconto, è bene rendere nota una cosa: chi scrive ha un rapporto profondo, viscerale, emotivamente potentissimo con i giocattoli. Sono qualcosa che ho sempre amato follemente: ai miei occhi, attraverso quei piccoli artefatti in plastica, le storie dei miei eroi preferiti potevano continuare indipendentemente dallo schermo tramite il quale le avevo conosciute e mi ero innamorato di loro. Erano ciò che rendeva tangibili le mie fantasie, perché dopo aver visto un film o un cartone animato che amavo, me ne andavo nella mia cameretta, e lì ero io a continuare l’avventura, diventando regista, sceneggiatore e (già all’epoca) doppiatore di tutti i miei eroi.
Crescendo, questo rispetto quasi magico che nutro nei confronti dei giocattoli (soprattutto di quelli con i quali passavo le mie ore da piccolo e che adesso mi osservano benevoli nel mio studio mentre butto giù queste righe) non si è minimamente attenuato.
Va da sé che un evento come l’inaugurazione della mostra Guerre Stellari – Play, allestita a Roma al Vittoriano dal 28 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017, è un’esperienza che non potevo perdermi.
La mostra in sé si svolge in un ambiente piuttosto contenuto: appena due stanze. Ma non occorre molto di più per immergersi nel sogno: la stessa camera di un bambino può coprire tutta la rotta di Kessel e oltre.
Appena arrivati, io e la mia dolce metà abbiamo varcato l’imponente ingresso del Vittoriano come se stessimo calcando i gradini della reggia di Naboo, e all’interno, l’avventura è iniziata.
Non ci sono solamente giocattoli, è ovvio: l’elmetto di uno Stormtrooper e quello di un pilota ribelle sono i primi cimeli nei quali ci imbattiamo. Poco più avanti, c’è nientemeno che l’eccellentissimo maestro Yoda a squadrare i visitatori con quegli occhietti furbi e impassibili, come un piccolo insegnante intento a controllare che tutta la sua scolaresca sia presente. Superato il povero Han Solo nella lastra di grafite (o carbonite, che dir si voglia), ci immergiamo nella mostra vera e propria. Un imponente Darth Vader con due Stormtrooper campeggia severo al centro della sala, ma sono le pareti, le vere protagoniste. I sette (fin’ora) capitoli della saga e i numerosi spin-off televisivi sono tutti lì, raccontati in splendidi diorami. Dalle primissime action figures della Kenner uscite in concomitanza col primo film, agli ultimi gadget targati Disney. Pezzi il cui valore sul mercato oggi sfiora il migliaio di euro e altri comunemente reperibili in qualsiasi negozio di giocattoli.
Ed è divertente notare la “storia nella storia” che questi personaggi raccontano. Dalle linee semplici, ingenue, al limite dello stilizzato, delle primissime versioni, i tratti si fanno sempre più definiti nel corso degli anni, talvolta con esiti piuttosto goffi, altre volte con risultati sorprendenti, ma questo percorso ci parla di un tempo nel quale a un bambino non occorreva che il suo pupazzetto indossasse una tunica fatta di vera lana grezza per capire che quello era Obi-Wan Kenobi. Bastava un approssimativo abito di plastica flessibile, neanche del colore giusto, ma qual è il problema? Quello è Obi-Wan. Per lo stesso principio in virtù del quale le piastrelle della cameretta erano assolutamente le sabbie di Tatooine e la sponda del letto era un tetro palazzo imperiale dai cui pinnacoli Darth Vader escogitava nuove diavolerie da scagliare sui poveri eroi accalcati alla base.
Se le action-figures più recenti godono di una quantità di dettagli che le avvicina alla perfezione artistica, quelle più datate si ammantavano di una strana magia trasfigurante che, temo, le nuove generazioni conosceranno sempre meno.
E proprio mentre mi perdevo in queste riflessioni nerd-stalgiche, la sala è stata improvvisamente presa d’assalto dalla musica. Il coro degli straordinari Notevolmente, mescolandosi in mezzo ai visitatori, ha eseguito due medley nella semioscurità della sala: prima lo spassoso John Williams is the man di Corey Vidal, e poi una rassegna dei temi più famosi della saga. Tutto sotto gli occhi imperturbabili di svariati Jabba the Hutt, di innumerevoli Luke Skywalker, di Millennium Falcon di ogni epoca, forma e dimensione, di Yoda in tutte le salse, di uno stuolo di regine Amidala e anche di qualche manciata di Kylo Ren, Poe Dameron, Rey, Finn e Maz Kanata. Se per ammirare la mostra dovrete raggiungere il Vittoriano, vi assicuriamo che il ritorno sarà da una galassia lontana lontana.
Guerre Stellari Play: in mostra i giocattoli di Star Wars
Il doppiatore Edoardo Stoppacciaro ha visitato per Anonima Cinefili la mostra sui giocattoli di Star Wars, in corso al Vittoriano di Roma.