Per gli appassionati di serie televisive, il 2016 è stato un anno straordinario: tra grandi conferme e novità incredibili, la Golden Age della televisione non è mai stata così viva come oggi; ormai nell’immaginario collettivo questi show hanno un impatto mediatico più forte rispetto al grande cinema, merito certamente dei temi trattati e dell’altissima qualità che contraddistingue questi prodotti audiovisivi. Per questo motivo ci siamo divertiti a stilare una classifica che racchiude in venti titoli il meglio della produzione televisiva di quest’anno. Non mancano esclusioni eccellenti (alcuni nomi di peso come Mr. Robot, Daredevil, Bloodline, Banshee e Penny Dreadful, per esempio, non sono presenti in classifica) ma questo sottolinea la straordinarietà della proposta televisiva del 2016.
Avvertenza: per fare questa classifica abbiamo considerato esclusivamente serie che abbiano un taglio prettamente cinematografico (con una sola, meritevole eccezione), siano state mandate in onda esclusivamente nel 2016 (The Affair, per esempio, non può stare in classifica perché si accavalla tra il 2016 e il 2017) e non siano state suddivise in midseason (The Get Down, The Walking Dead e This is Us non sono inserite per questo preciso motivo).
20. THE CROWN (NETFLIX)
Una delle serie più costose della storia di Netflix – il budget è di circa 100 milioni di sterline – a uno sguardo superficiale può sembrare il solito biopic con al centro un’importante figura storica (come è stata ed è tuttora la Regina Elisabetta), ma lo showrunner Peter Morgan, sceneggiatore di film popolari come Rush, The Queen e Hereafter, vuole in realtà raccontare altro: ad essere sotto i riflettori infatti non è tanto la figura della sovrana (interpretata splendidamente da Claire Foy) ma l’istituzione stessa della monarchia, con i suoi riti e le sue tradizioni. Prodotto confezionato perfettamente, The Crown ha una scrittura brillante ed un supporting cast di primissimo livello (tra cui il grande John Lithgow e l’ex Dottore Matt Smith), che rendono lo show una delle migliori novità del 2016.
19. VINYL (HBO)
La nuova serie di Terence Winter (The Sopranos, Boardwalk Empire e The Wolf of Wall Street) aveva tutti gli ingredienti necessari per diventare un grande successo ma, inspiegabilmente, è stato un totale flop dal punto di vista degli ascolti, che ne hanno decretato così la cancellazione dal palinsesto HBO. Peccato, perchè la bellissima prima stagione di Vinyl non ha nulla da invidiare ad altri show del canale premium cable più famoso al mondo: script ben curato, messa in scena incredibile ed un protagonista, il Richie Finestra impersonato dal bravissimo Bobby Cannavale, estremamente carismatico ed interessante. Tra le altre cose, il pilot diretto da Martin Scorsese è sicuramente uno degli episodi più belli di quest’anno.
18. AMERICAN CRIME (ABC)
In una classifica dominata dalle produzioni provenienti dalle pay tv o da piattaforme on demand, è sorprendente vedere inserita nella Top 20 uno show della ABC; tuttavia American Crime, serie antologica creata dal premio Oscar John Ridley, quest’anno riesce addirittura a superare la qualità della prima stagione. La storia, che ruota attorno ad alcuni crimini commessi all’interno di un college, serve a Ridley per fare un focus su tematiche importanti come il razzismo, l’omosessualità e le aspettative sociali in una società, come quella americana, ben lontana dall’essere perfetta. Fa piacere constatare che anche all’interno di canali broadcasting come la ABC ci possa, ancora oggi, esserci spazio per prodotti importanti come questo.
17. GOMORRA (SKY)
Celebrata anche dal New York Times come uno dei migliori show internazionali del 2016, Gomorra è sicuramente la serie italiana più importante oggi in circolazione: lo showrunner Stefano Sollima (Romanzo Criminale – La serie, ACAB e Suburra), assieme al suo staff, porta la narrazione di Gomorra ad un nuovo livello, scegliendo di non concentrarsi solo sulla faida tra Ciro e la famiglia Savastano ma allargando la prospettiva con un approccio decisamente più collettivo, trasformando di fatto la serie nel The Wire nostrano. La trama ha uno sviluppo molto più orizzontale che in passato, rendendo in questo modo Gomorra un prodotto decisamente più maturo ed appassionante pur mantenendo saldi i punti di forza che hanno decretato il successo della prima stagione.
16. HALT AND CATCH FIRE (AMC)
Halt And Catch Fire è senza ombra di dubbio uno dei migliori period drama attualmente in onda: la serie ambientata nella Silicon Valley degli anni Ottanta quest’anno ha fatto un ulteriore salto di qualità trattando, con uno stile asciutto e molto dettagliato, tematiche centrali nell’informatica di oggi come la privacy, il World Wide Web e i software liberi. Lo show, osannato dalla critica americana, è uno straordinario racconto corale che ripercorre quegli anni ruggenti con una meticolosità e una messa in scena che ha pochi eguali in TV e, nonostante i non esaltanti ascolti live, la AMC crede in questo prodotto a tal punto da avergli concesso il rinnovo per una quarta stagione finale.
15. PEAKY BLINDERS (BBC TWO)
Gli inglesi sanno benissimo come fare televisione e Peaky Blinders ne è la conferma: la creatura di Steven Knight, che racconta le vicende di una gang di Birmingham di inizio Novecento, ha la capacità unica di tenere incollati allo schermo pur senza avere un ritmo narrativo frenetico. In questa terza stagione gli Shelby sono sottoposti ad una serie di avversità e sfide ancora più impegnative rispetto al passato ma questo ha permesso al prodotto BBC di maturare definitivamente. La ricostruzione scenica, la regia, la scrittura e il grande cast (Cillian Murphy e Tom Hardy, giusto per dire due nomi) permettono a Peaky Blinders di entrare nel Gotha del panorama televisivo mondiale.
14. ORANGE IS THE NEW BLACK (NETFLIX)
Dopo una terza stagione non all’altezza delle due precedenti, la dramedy di Netflix era di fronte ad un bivio: dopo l’annuncio del rinnovo della serie fino alla settima stagione, come riuscire a suscitare nuovamente interesse attorno a Orange Is The New Black? Semplice, far entrare in scena nuovi personaggi: l’avvento delle nuove guardie e delle pericolose detenute portoricane mettono in discussione la leadership di Piper, trasformata dal carcere in una specie di Walter White al femminile. Lo show di Jenji Kohan, che riesce a fondere umorismo, thriller e denuncia sociale, ha ancora tante cose da dire e, se la qualità continuerà a rimanere alta, nei prossimi anni ne vedremo davvero delle belle.
13. HOUSE OF CARDS (NETFLIX)
Nell’anno delle elezioni americane più commentate e discusse di sempre, House Of Cards ritorna ai fasti del passato con una quarta annata semplicemente indimenticabile. Il creatore Beau Willimon, alla sua ultima stagione da showrunner, lascia in eredità uno straordinario prodotto che ritrae il potere in maniera sempre più appassionante. Frank Underwood non è mai stato così in pericolo come quest’anno: inchieste giornalistiche spinose, attentati, candidati repubblicani (e non) agguerriti e politica estera incandescente sono solo alcuni dei problemi che il presidente più famoso della televisione deve affrontare ma, grazie alla tenacia e soprattutto alla sua diabolica moglie Claire, il nostro Frank riesce sempre a risollevarsi e a diventare ogni anno più pericoloso.
12. GAME OF THRONES (HBO)
Assieme a The Walking Dead, Game Of Thrones è l’unico, vero grande fenomeno televisivo mondiale: ogni episodio è un evento che fa discutere settimane intere giornali e social network, come solo il grande cinema riesce a fare. Questa sesta stagione in particolare sancisce il definitivo allontanamento dai romanzi di Martin e la serie ne giova, diventando molto più equilibrata, in quanto non stretta sotto i pesi narrativi della versione cartacea. Diversi sono stati i momenti iconici durante l’annata (per dirne uno, “Hold The Door”) ma le due puntate finali, dirette dal regista inglese Miguel Sapochnik, sono probabilmente tra i punti più alti mai raggiunti nella storia dello show HBO.
11. NARCOS (NETFLIX)
Con una campagna pubblicitaria che aveva già messo le cose in chiaro (“History is the biggest spoiler”), la seconda stagione della serie Netflix chiude l’adrenalinica parabola discendente di Pablo Escobar, gettando in questo modo le basi per il futuro dello show (che, non dimentichiamo, si intitola Narcos, non Pablo Escobar). Da un certo punto di vista, questa scelta potrebbe rappresentare un boomerang (sarà difficilissimo fare a meno di un grande attore come Wagner Moura) ma, dopo questa splendida annata, ci fidiamo ciecamente della bravura dello showrunner Chris Brancato e dei suoi autori, che sicuramente avranno le idee molto chiare per dare nuova linfa ad una delle serie più importanti della piattaforma streaming statunitense.
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