“Ma tu chi preferisci, mamma o papà?”. Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di incappare in questa fastidiosa domanda ripetuta da parenti e amici durante la vostra infanzia. Mamma o papà?, ultimo film di Riccardo Milani, remake della commedia francese Papa Ou Maman, propone un capovolgimento delle canoniche dinamiche alla Kramer vs Kramer riguardanti l’affidamento dei figli di genitori separati.
Dopo quindici anni di matrimonio, Valeria e Nicola stanno affrontando in totale armonia il loro divorzio ormai imminente. L’unica cosa che non riescono a fare è dirlo ai loro tre figli. Le cose si complicheranno quando entrambi ricevono l’opportunità di lavorare all’estero, l’occasione lavorativa di una vita. La custodia dei figli viene messa in discussione, ma nessuno dei due sembra volerli tenere.
L’egoismo, sentimento sempre chiamato in causa quando si parla di genitori divorziati, è la forza che muove il film: nella prima mezzora, la narrazione si prende i giusti tempi e si circonda delle tematiche care al regista (Valeria è la “gemella” della protagonista di Scusate se esisto, che aveva sempre il volto della Cortellesi). In una guerra dei Roses in cui la casa è stata sostituita dalla carriera lavorativa, la storia non decide mai se essere più scorretta o più carnevalesca; mostrare due genitori che sono disposti a fare qualsiasi cosa pur di sbarazzarsi dei figli, è una decisione coraggiosa e rischiosa con cui bisogna saper fare i conti.
Quando gli animi cominciano ad accendersi tra i due ex coniugi, l’unico modo per risolvere la questione sembra quella di far scegliere ai più piccoli: il referendum, con tanto di votazioni e schede elettorali, deresponsabilizza gli adulti e investe i figli di un peso enorme. Simbolo di questa crescita prematura è il piccolo Giulietto (Alvise Marascalchi), bambino saggio e cinico, dalle battute taglienti, costretto a diventare adulto troppo velocemente.
Dopo una prima mezzora che modera i toni e le tematiche, passo dopo passo, la pellicola comincia a perdersi preferendo uno sketch comico alternato a un dialogo urlato. La sceneggiatura risulta priva di un centro vero e proprio, caratteristica dovuta probabilmente alla scrittura a sei mani (Giulia Calenda, Paola Cortellesi, Riccardo Milani). Caratteri e stili troppo diversi fra loro non permettono di decifrare gli intenti della storia: quando i personaggi diventano grotteschi, le possibili analisi sulle figure genitoriali sono ormai perse per sempre. Con qualche amante di troppo e un individualismo non sufficientemente motivato, Mamma o papà? non riesce a raccontare un tema delicato come quello della famiglia.
Nella gara per essere i peggiori genitori del mondo, Paola Cortellesi e Antonio Albanese funzionano come coppia comica, nonostante l’inutile dialetto veneto adottato dalla sempre brillante Cortellesi: i due attori duettano fino alla sfrenata corsa con tanto di coltello (vedi Mr & Mrs Smith), eppure nei loro piani malvagi non riusciamo a intravedere la perdita di consapevolezza necessaria per compiere le terribili azioni contro i figli.
Uno dei difetti peggiori del film è la poca convinzione del regista quando si tratta di raccontare e utilizzare la cattiveria che, in questo caso, dovrebbe essere il cuore pulsante dell’intero film: si decide di caricare questo sentimento fino all’estreme conseguenze per poi non sapere più che cosa farne. Sul finale, il film, non avendo scelto una strada da seguire, non sa cosa essere ed è proprio qui che si rivela in tutta la sua debolezza.
Mamma o Papà? – la recensione in anteprima
Paola Cortellesi e Antonio Albanese sono due genitori che, dopo un divorzio, si fanno la guerra per scaricare all'altro la custodia dei figli.