Fino ad ora le declinazioni televisive del Marvel Extended Universe hanno avuto due protagonisti principali: il network ABC (della The Walt Disney Company) e il web service Netflix. La ABC, con la sua vocazione generalista, ha scelto un approccio molto pop e piuttosto datato (a tratti il retrogusto di anni ’90 è veramente troppo forte), e con Agents of S.H.I.E.L.D. e la meno fortunata Agent Carter ha provato ad estendere alla televisione il mondo costruito con il MCU cinematografico. D’altro canto il servizio streaming di Los Gatos, forte di un target più specifico e con un modello di business non dipendente dalle inserzioni pubblicitarie, ha scelto un’altra direzione e con Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e prestissimo Iron Fist ha proposto una narrazione dai toni più adulti e sostanzialmente slegata dagli eroi Marvel del grande schermo.
Ora però il duopolio Netflix-ABC sta finendo e l’entrata in campo di nuovi player, unitamente a un cambio di strategia di quelli esistenti, promette ai fan della ‘Casa delle Idee’ un panorama molto più variegato e stimolante.
Mentre sul fronte ABC il debutto di Inhumans (originariamente previsto come installment cinematografico) promette un incremento della componente epica e quello di Damage Control (la versione Marvel del Powerless della DC, fresco di debutto) fa prevedere toni da commedia, Netflix si appresta ad affrontare con The Defenders il suo primo team-up e con The Punisher il suo primo spin-off. D’altro canto – eccoci finalmente al punto – FX ha sparigliato le carte inserendosi nel dominio Marvel con la licenza di Legion e FreeForm si prepara a una serie young adult con il giovanissimo (troppo?) cast di Cloak & Dagger.
Tra tutte le novità Marvel fin qui nominate ce n’è solo una ad esser già arrivata sul piccolo schermo, Legion, e a giudicare dal pilot sembra proprio che il prodotto – svincolato dalla continuity del MCU – possa essere tra i migliori visti in TV.
L’emittente via cavo FX, che ha recentemente fatto incetta di premi con American Crime Story: il caso O. J. Simpson e Atlanta, è nota ai più per American Horror Story, Sons of Anarchy e The Americans, ma vanta tra le proprie produzioni anche un piccolo capolavoro come l’antologica Fargo. È proprio lo showrunner della serie ispirata al film dei fratelli Coen, Noah Hawley, ad aver creato la serie sul mutante che fino ad oggi in Italia abbiamo conosciuto come Legione, e già questo dettaglio ci aveva fatto ben sperare sin dal giorno del primo annuncio.
Legion nei fumetti è il figlio di Charles Xavier – il Professor X – ed è un mutante potentissimo affetto da un disturbo di personalità multipla.
Ancora non sappiamo quanto di ciò che abbiamo visto sulle pagine degli albi Marvel verrà trasposto sullo schermo, ma per ora è certo che il disturbo mentale sarà un elemento importante nella storia di David Haller (alias Legione), che ha il volto di Dan Stevens – presto al cinema nei panni della Bestia in The Beauty and The Beast. Stevens, intelligentemente privato dell’improbabile acconciatura tipica del fumetto, rende perfettamente il mix di potenza e vulnerabilità che sin da subito caratterizza la messinscena del personaggio, qui reduce da lunghi trascorsi in istituti di igiene mentale nei quali è stato rinchiuso per via delle voci che sentiva nella testa. Non ci sono accenni espliciti al disturbo dissociativo dell’identità, il che ci fa immaginare qualche appagante coup de théâtre più avanti nella serie, e nonostante le scene nelle quali si manifestano i superpoteri siano decisamente brevi, sono tra le più spettacolari viste sino ad ora in televisione. Senza considerare che lo slow motion è un’ottima scelta sia per aggirare i limiti di budget che per caratterizzare il linguaggio narrativo. Almeno nel pilot, lo show è privo di quella fastidiosa sensazione di ‘vorrei ma non posso’ tipica della maggior parte delle produzioni supereroistiche televisive.
A ben vedere però non sembra uno show di supereroi e, anzi, vengono subito alla mente le atmosfere dei romanzi di Stephen King.
Nonostante la spettacolarità di alcuni momenti, siamo ben lontani da una baracconata. Infatti sembra che Hawley abbia preso molto seriamente le potenzialità narrative del personaggio e abbia deciso di svilupparle nel modo più congeniale alle sue prerogative. Vengono così sacrificati i cliché e la forma-racconto tipici di certa serialità televisiva a favore di atmosfere à la Stephen King (non a caso, se dovessimo fare un paragone con uno show Netflix, The OA sarebbe di certo più calzante di Daredevil). Gli eventi del primo episodio infatti si mostrano volutamente difficili da seguire e riordinare, e in tale scelta è implicita la selezione di un target più adulto da parte del canale. Anche a detta degli sceneggiatori, quel che caratterizzerà di più Legion sarà l’inaffidabilità del narratore, le cui ricostruzioni lacunose – quando non immaginarie – della realtà metteranno costantemente a dura prova le convinzioni degli spettatori.
È difficile prevedere dal primo episodio la direzione che seguirà la serie, ma con la sua narrativa destrutturata, con le sue atmosfere continuamente sospese tra gli anni ’60, ’70 e la contemporaneità, e con la sua fotografia luminosa, a basso contrasto e virata sui toni del bleach bypass, Legion rivendica un’identità tutta sua, che non vediamo l’ora di conoscere meglio. Consigliassimo.
Legion viene trasmesso da Fox il lunedì alle 21:50, e come sempre è disponibile sulla piattaforma On Demand di Sky.