Concepita inizialmente come una miniserie da otto puntate, lo show co-prodotto dal canale via cavo statunitense FX e dall’inglese BBC One Taboo, contrariamente alle previsioni, tornerà infatti sul piccolo schermo per una seconda stagione (grazie ai buoni ascolti registrati sia negli States che nel Regno Unito) e anzi, secondo lo stesso Knight, il piano sarebbe quello di realizzare in tutto tre stagioni (il finale aperto di questa prima annata già suggeriva in qualche modo che le vicende di James Delaney e soci non sarebbero terminate così presto). Al netto di tutto ciò, è tempo di bilanci: Taboo è quel grande prodotto che tutti ci aspettavamo in questo inizio 2017? Non del tutto.
Il soggetto di partenza dello show aveva un grande potenziale che non è stato sfruttato a dovere.
Sicuramente il merito maggiore di Taboo è quello di aver puntato i riflettori sulla storia della più potente impresa commerciale del diciannovesimo secolo, quella British East India Company che in quel particolare periodo storico aveva un potere sconfinato. Il plot in sintesi è questo: James Delaney (Tom Hardy) è un avventuriero che, dopo il suo ritorno dall’Africa, eredita dal padre defunto un pezzo di terra conteso da Stati Uniti e Regno Unito che fa gola alla Compagnia delle Indie Orientali, disposta a tutto pur di accaparrarselo ma il nostro eroe non cede alle pressioni. Sembra la classica contrapposizione tra Davide e Golia: come può un uomo solo contrastare lo strapotere dell’istituzione più potente al mondo? Facendo leva sui dissapori tra la Compagnia e Giorgio IV (il futuro re non riusciva ad accettare l’autonomia de facto della società), con i neonati USA terzi incomodi interessati che fanno il possibile per alimentare questa rivalità. Con questo materiale a disposizione poteva uscire fuori una serie indimenticabile ma, inspiegabilmente, la prima stagione non riesce mai a coinvolgere e a convincere appieno. Per quale motivo? Perché Taboo non è nient’altro che il Tom Hardy Show.
La superstar inglese attira su di sé tutte le attenzioni, a scapito della trama e dei personaggi secondari.
Hardy è uno degli attori più importanti della sua generazione, inutile dirlo: il suo carisma e la sua bravura, abbinati ad una prorompente fisicità, gli permettono di poter reggere tranquillamente un film da solo (lo ha dimostrato nello splendido Bronson, in Locke e, più recentemente, in Legend) ma un conto è farlo al cinema, un altro è farlo in televisione (dove le regole sono diverse, nella narrazione e nel minutaggio); se in una serie corale come Peaky Blinders le sue qualità vengono esaltate dalla splendida scrittura, non oscurando mai gli altri interpreti dello show, in Taboo il divo mette letteralmente in ombra tutto ciò che lo circonda. E’ chiaro che il personaggio di James Delaney sia stato scritto su misura per lui (non dimentichiamoci che Hardy veste contemporaneamente il ruolo di creatore, produttore esecutivo e attore protagonista) ma questo inevitabilmente influisce sul prodotto, perché la sua sovraesposizione ed il suo overacting (su YouTube c’è anche un video che raccoglie tutti i suoi grugniti nei primi cinque episodi) penalizza decisamente il racconto, che non approfondisce a sufficienza alcuni punti fondamentali (come, ad esempio, il lato “stregonesco” di Delaney) e non ci regala nessun altro character degno di nota, nonostante i bravi attori a disposizione. Bisogna però dire che, dopo sei episodi che potremmo anche definire filler, lo show nel finale si riprende grazie ad un deciso cambio di ritmo e ad alcuni colpi di scena ben congegnati che gettano delle basi interessanti per il futuro di Taboo ma da uno come Steven Knight, showrunner artefice di un capolavoro come Peaky Blinders, ci aspettavamo decisamente qualcosina in più di un canonico period drama.
Nel 2017 non bastano più una messa in scena splendida ed un buon cast (da Stephen Graham a Jonathan Pryce passando per Michael Kelly, i nomi qui di certo non mancano) per ottenere una buona serie e Taboo, per quello che offre, è “solo” uno dei tanti prodotti di qualità che non riesce a spiccare in un panorama televisivo sempre più affollato dal punto di vista dell’offerta. Con la rinnovata speranza che Hardy e Knight ci smentiscano presto.