Lo sceneggiatore di lungo corso Edoardo Maria Falcone si lascia alle spalle un esordio registico un po’ retorico (Se Dio Vuole, 2015) e ritorna dietro la macchina da presa con una commedia decisamente più interessante: Questione di Karma, nelle nostre sale dal 9 marzo.
Giacomo (Fabio De Luigi), erede di un grande industriale morto suicida quando il figlio aveva 4 anni, è tanto disinteressato alle dinamiche aziendali quanto affascinato dalle filosofie orientali. Il suo interesse per gli studi legati alla metempsicosi è conseguente proprio a quell’evento traumatico e, ora che è convinto di aver trovato in Mario (Elio Germano) il padre reincarnato, è pronto a farlo entrare ad ogni costo nella propria vita. Caso vuole però che quest’ultimo sia un truffatore che vive di espedienti: l’ultima persona nella quale verrebbe spontaneo riporre la propria fiducia.
Il soggetto è di quelli che in Francia verrebbero trasformati in oro puro ma Falcone, che qui lavora ancora una volta insieme a Marco Martani, pur firmando un buono script non riesce in quel labor limæ che avrebbe potuto permettere al film di fare un salto di qualità ulteriore. La pellicola è decisamente al di sopra degli standard cui siamo abituati ultimamente nel Belpaese: la malinconia che si legge tra le righe durante lo svolgimento della trama è molto apprezzabile e la tematica piuttosto controversa, seppur trattata con la dovuta leggerezza, dà al film una dimensione più profonda del solito. Eppure il lavoro risente di qualche considerevole difetto nella creazione dell’atmosfera, nell’equilibrio delle componenti narrative e – fattore non trascurabile – nella direzione degli attori principali, che offrono performance a dir poco svogliate.
A ben vedere l’interpretazione di De Luigi, che non è certo un talento incontenibile, trae un inaspettato giovamento da un ruolo malinconico, che contiene la sua abituale tendenza a strafare. Rimane il fatto che l’attore romagnolo non ha mai abbandonato la forma mentis televisiva e che, mentre a tratti cerca troppo smaccatamente l’effetto comico eccedendo nella mimica, risulta altresì incapace di rendere le sfumature che sarebbero necessarie al suo personaggio (auguratevi solo di non vederlo mai più disperarsi). Germano invece, uno degli interpreti più discontinui del panorama italiano, non sembra mai veramente in parte e, complice l’imperizia degli autori, anziché ricordare l’amabile bonarietà dei furfanti della grande commedia italiana risulta viscido e sgradevole anche quando probabilmente non vorrebbe.
Nonostante le suddette debolezze, Questione di Karma diverte e funziona, e a contribuire al risultato finale è di certo il resto del cast. Se infatti ignoriamo la performance (eufemisticamente) televisiva di una Stefania Sandrelli che continua inspiegabilmente a trovare un posto sul grande schermo, abbiamo comunque una sempre ottima Isabella Ragonese nei panni della sorella del protagonista, un gradito cameo di Philippe Leroy, una particina per una Daniela Virgilio che vorremmo vedere più spesso in sala e soprattutto un irresistibile Eros Pagni, che nel ruolo del compassato e arcigno padrino di Giacomo ci regala alcune delle linee più divertenti del film.
Alla direzione della fotografia troviamo il talentuosissimo Maurizio Calvesi, che, pur interfacciandosi con una regia che denota ancora qualche inesperienza, riesce a dare carattere a ogni immagine; mentre il montaggio di Luciana Pandolfelli cerca di fare l’impossibile per far funzionare delle performance comiche non sempre all’altezza. Il commento musicale di Michele Braga funziona ma non eccelle, osando poco più di quanto non si farebbe con delle temp track (le musiche di repertorio che vengono usate provvisoriamente in fase di montaggio).
A meritare una menzione a parte c’è poi una location appena sfruttata e che però siamo certi rimarrà nei cuori degli spettatori, e cioè l’incredibile borgo di Civita di Bagnoregio, un luogo magico (ha ispirato anche Miyazaki) che sembra fluttuare sul vuoto della Valle di Calanchi e che per via della sua peculiare bellezza si pone su un piano quasi metafisico rispetto al resto degli eventi, raccontati nelle vie della Capitale.
In conclusione Questione di Karma non segnerà la storia del cinema italiano ma rimane un prodotto gradevolissimo che ci sentiamo di consigliare e che permetterà a tutta la famiglia di passare un’ora e mezza di divertimento intelligente.
Questione di Karma: la recensione in anteprima
Una divertente commedia in cui Fabio De Luigi è un orfano convinto di trovare la reincarnazione del padre nel truffatore interpretato da Elio Germano.