Pochi attori in Italia possono vantare la carriera cinematografica di Carlo Delle Piane: in quasi settant’anni (fece il suo debutto sul grande schermo nel 1948) ha lavorato con alcuni dei nomi più importanti del cinema italiano e non, da Totò a Vittorio De Sica passando per Monicelli, Steno e Roman Polanski. Il ruolo che però lo ha consacrato al grande pubblico è sicuramente quello dell’avvocato Giulio Santelia nel film di Pupi Avati Regalo di Natale del 1986, grazie al quale vinse la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Venezia. Dopo il sequel del 2004, La Rivincita di Natale, Delle Piane torna a vestire i panni del giocatore di poker più famoso del nostro cinema in Chi Salverà Le Rose?, opera prima del regista Cesare Furesi, prodotta dalla neonata casa di produzione Corallo Film, che uscirà nelle sale dal 16 marzo.
La pellicola ci mostra l’avvocato in una veste completamente nuova.
Dopo essersi ritirato ad Alghero a vita privata, Santelia si dedica anima e corpo ad accudire il compagno di una vita Claudio (Lando Buzzanca), alle prese con una grave malattia. Quando però la situazione precipita, l’avvocato è costretto a chiedere un aiuto, sia morale che economico, alla figlia Valeria (Caterina Murino), con cui ha un rapporto molto conflittuale, e al nipote Marco (Antonio Careddu), che ha la stessa passione per il poker del nonno.
Se escludiamo il protagonista ed il gioco d’azzardo, Chi Salverà Le Rose? non ha nulla in comune con i due film di Pupi Avati.
Il soggetto di partenza poteva avere del potenziale perché regala un ritratto inusuale del cinico Santelia di Regalo di Natale: dietro la maschera del freddo giocatore di poker si nasconde infatti un uomo capace di provare grande amore nei confronti del proprio partner (oltre che per la propria famiglia). Di solito nel cinema italiano c’è la tendenza nel rappresentare in maniera macchiettistica le relazioni omosessuali ma qui, per fortuna, non si fa questo errore ed è sicuramente anche merito dell’interpretazione di Delle Piane (e, in parte, anche di Buzzanca). Peccato però che tutto ciò non basti per fare un buon film. Considerando le attenuanti del caso (si tratta pur sempre di un’opera prima), è lo script il vero tallone d’Achille della pellicola, che non riesce a dosare in modo equilibrato il dramma con l’ironia (con momenti di involontaria comicità) e si lascia prendere la mano, spesso, da una retorica eccessivamente forzata (alcuni dialoghi, colmi di aforismi e frasi fatte, non sono certo il massimo per un film che si dichiara d’autore); neanche la regia convince appieno perché, nonostante Furesi non faccia errori dal punto di vista formale, manca completamente di mordente, soprattutto nelle scene di maggior pathos (è difficile non creare suspense quando c’è di mezzo una partita di poker). A minare il risultato d’insieme anche una colonna sonora a tratti invadente e poco funzionale al racconto.
Per quanto riguarda il lavoro del cast, Delle Piane è una garanzia e se la cavano abbastanza bene anche il giovane Antonio Careddu e Lando Buzzanca (da sottolineare anche la presenza di un altro vecchio leone come Philippe Leroy) mentre Caterina Murino non riesce minimamente ad essere convincente nel ruolo di Valeria.
È sempre una bella notizia quando una nuova casa di produzione indipendente si mette in gioco, dando in questo modo la possibilità ad autori emergenti di poter mettere in mostra il proprio talento; non è però con pellicole come Chi Salverà le Rose? che il cinema italiano riuscirà a risollevarsi da una crisi di idee ormai cronica. Con alcune notevoli eccezioni, come ha dimostrato Sydney Sibilia con la trilogia di Smetto Quando Voglio.