“The best show on television.”; “It is still one of the very best shows on television.”; “The Americans just keeps getting better. Right now it’s TV’s best dramatic series.”. Dalla critica americana, che ha avuto la possibilità di visionare i primi episodi in anteprima, arriva un messaggio preciso: la serie FX creata nel 2013 da Joe Weisberg (in passato ex agente della CIA) è, ancora oggi, lo show americano più importante in circolazione, per tematiche e qualità. E la première di quest’anno non ha fatto altro che confermare i giudizi entusiastici provenienti da oltreoceano.
I Jennings non voltano le spalle alla loro Madre Russia e tornano in missione pienamente operativi.
La sequenza iniziale di questa puntata è a dir poco spiazzante: vediamo infatti Elizabeth (Keri Russell) e Philip (Matthew Rhys) all’interno di una nuova casa con un altro figlio, come se avessero di punto in bianco formato una nuova famiglia ma scopriamo che in realtà è tutta una copertura per cercare di avvicinarsi ad un dipendente di origine russa del Dipartimento dell’Agricoltura. Intanto la loro vera vita familiare procede in maniera apparentemente tranquilla, anche se Paige (Holly Taylor) non riesce ad accettare del tutto il lavoro dei propri genitori e Stan (Noah Emmerich) continua sempre di più ad intrufolarsi nella sfera intima dei propri vicini ma c’è un elemento esterno che potrebbe essere destabilizzante: Mischa, il figlio russo di Philip, si sta muovendo dalla Russia per ritrovare il padre.
La marcia che ci porterà alla conclusione dello show è appena cominciata.
La scorsa stagione avevamo lasciato la coppia di spie più famosa della televisione di fronte ad un bivio: rifugiarsi, dopo tanti anni di “onorato” servizio, in Russia con la propria famiglia oppure continuare a servire la patria, con tutti i rischi che può comportare una scelta del genere? Philip ed Elizabeth optano per la seconda via ma non perché, come afferma l’agente sotto copertura Claudia (Margo Martindale), “niente spaventa quei due”, tutt’altro. La precarietà perenne delle loro vite sembra essere diventata negli anni ormai una sorta di “routine” a cui i nostri protagonisti non riescono a rinunciare ma non si tratta solo di questo: quanto sono effettivamente legati all’Unione Sovietica? A giudicare dal loro comportamento, non più come una volta: l’idea di portare i propri figli nella propria terra natìa non viene neanche presa in considerazione e, visto anche il loro stile di vita americano, non muoiono certo dalla voglia di ritornare a fare interminabili file per il cibo. Di solito le première di The Americans in questi anni sono sempre state puntate molto introduttive, utili per fare il punto della situazione; stavolta però si respira un’aria molto più cupa rispetto al passato, di costante pericolo per i due infiltrati del KGB. D’altronde diverse sono le minacce che aleggiano su Philip ed Elizabeth perchè, oltre a Mischa e a Stan, il pericolo maggiore per la loro incolumità è proprio la figlia Paige, una pentola a pressione pronta ad esplodere (non è certo facile convivere con tutti quei segreti compromettenti). Ritorna in gioco quest’anno il tema delle armi batteriologiche (altra fonte di potenziale pericolo per i Jennings) e comincia a muoversi qualcosa anche sul fronte sovietico, dato che il burocrate Oleg (Costa Ronin) è ritornato a casa per motivi familiari; al netto di tutto, The Americans, grazie al cast superbo ed alla splendida sceneggiatura, riesce ancora a mantenere altissima la qualità dopo tutti questi anni, gettando le basi per una quinta stagione che si preannuncia come la migliore di sempre nella storia dello show. Vi terremo aggiornati sulla messa in onda italiana!