Il cinema di genere si muove perlopiù all’interno di confini piuttosto ristretti, la qual cosa significa che il rischio di percorrere strade già battute è decisamente alto. L’horror, nello specifico, non si sottrae certo a questa frequente riproposizione di schemi già visti, eppure esiste una nutritissima famiglia di appassionati che, pur di cercare quella tensione e adrenalina che caratterizzano i migliori esiti del cinema del terrore, è disposta a correre il rischio di sentire più di una volta la stessa storia.
È proprio a questa comunità di appassionati che parla The Last Showing, pellicola di Phil Hawkins in uscita in edizione blu-ray con Midnight Factory, nome caro agli amanti della paura.
Il film infatti, che vede come protagonista quel Robert Englund che ha fatto sognare (male) generazioni di estimatori dell’incubo con la serie Nightmare, è innanzitutto una mise en abîme che omaggia l’horror e la settima arte in generale.
Stuart (Englund) è un proiezionista che, animato da una profonda cinefilia, per una vita ha proiettato pellicole con assoluta abnegazione e perfezionismo, in modo da garantire la miglior esperienza possibile ne buio della sala. Una sorta di ‘silenzioso guardiano’ dell’esperienza cinematografica che ora, con l’avvento delle proiezioni digitali, viene licenziato e ricollocato al bar del cinema, a vendere pop-corn. Siamo però in un film dell’orrore, e quindi piuttosto che accettare con amarezza la scelta del suo capo decide di mettere in atto una complicatissima vendetta all’insegna del suo amore per il cinema. Stanco della bassa qualità degli horror contemporanei e alla ricerca di un linguaggio filmico ‘più vero’, Stuart farà in modo di pilotare machiavellicamente una serie di eventi che documenterà con la propria videocamera, nell’intenzione di girare un suo personalissimo snuff movie all’interno del multisala in cui lavora. Sarà una doppietta (la classica coppietta sventurata, in cui la metà maschile è interpretata dal Finn Jones di Iron Fist) la protagonista di questo diabolico gioco, diventando inconsapevolmente protagonista di un film che racconta l’impietosa trappola di cui sono oggetto.
La pellicola risente di una serie inenarrabile di forzature narrative, davanti alle quali la sospensione dell’incredulità è a dir poco fondamentale. Premesso questo, e aggiunto che gli eventi raccontati non si sottraggono quasi mai ai cliché cui facevamo riferimento in apertura, vi sono comunque spunti di grande interesse sia collegati al genere horror sia alla cinefilia.
È vero che il risultato finale non è particolarmente originale, ma prende le mosse da una profonda consapevolezza. “I film horror sono sempre uguali” – afferma il protagonista all’inizio di The Last Showing – “Però quello che conta non è come finiscono, ma il percorso che il film percorre per arrivare a quella fine”. E se infatti alcuni spettatori potranno prevedere il finale (ma non tutti), gli spunti non mancano, tra tutti la frustrazione di chi cerca nel proprio piccolo, da protezionista, di contribuire all’universo creativo che tanto ama ma che vede in declino, nonché l’intento criminale di questo ‘film-maker’ sui generis di manipolare e stravolgere la realtà attraverso l’arte della messinscena e del montaggio.
Non un capolavoro, questo è certo, ma un’opera che non mancherà di offrire materiale su cui riflettere agli spettatori più attenti. Con un’originale fotografia, buia ma insolitamente colorata per un racconto dell’orrore, e con una qualità video semplicemente straordinaria, capace di spremere il meglio dalla vostra postazione di visione – fattore non fondamentale ma tutt’altro che trascurabile, soprattutto su una produzione minore.
The Last Showing: in Blu-ray il ritorno di Robert Englund (recensione)
Il memorabile interprete di Nightmare e Finn Jones, star di Iron Fist, sono i protagonisti di un horror che celebra l'amore per il cinema di genere.