Quella del vampiro è una delle più significative figure dell’immaginario moderno, una creatura demoniaca dal fortissimo valore simbolico e archetipico che incarna paure e istinti della modernità. La produzione letteraria e quella cinematografica ci hanno regalato numerose letture degli eredi di Dracula, eppure negli ultimi anni, tra grande e piccolo schermo, sembra che la spettacolarizzazione abbia finito per fagocitare anche l’identità crepuscolare di questi affascinanti e tormentati bevitori di sangue (con la notevolissima eccezione di Solo gli amanti sopravvivono di Jarmusch).
Arriva ora in un’edizione home video ottimamente curata Vampire, pellicola del regista, scrittore e video-artist giapponese Shunji Iwai che prova (e riesce) ad offrire una lettura nuova e affascinante del genere, imboccando una direzione profondamente legata all’horror psicologico.
Simon (Kevin Zegers) è un giovane e rispettato professore di biologia, apparentemente inappuntabile, che si prende cura della madre malata di Alzheimer (Amanda Plummer). Simon però custodisce un terribile segreto: per soddisfare i bisogni della propria dieta a base di sangue adesca su internet le proprie vittime, preferendo giovani donne inclini al suicidio. Difficilmente si riesce a mantenere a lungo una doppia identità, e infatti quando sulla sua strada incontrerà la bella Laura (Rachel Leigh Cook) e Renfield (Trevor Morgan), anche lui bevitore di sangue, i delicati equilibri della sua esistenza verranno stravolti.
La pellicola di Iwai si distingue innanzitutto per un’estetica pulita, luminosa e desaturata, in cui alle luci bianche e morbide che dominano la scena si contrappongono i rossi intensi del sangue, collocato ordinatamente in bottiglie di vetro con un gusto profondamente nipponico. Questo strano binomio tra luminosità e vampirismo caratterizza profondamente la narrazione, insieme alle musiche delicate composte della stesso regista (che dirige anche la fotografia). Vampire è un lavoro perfettibile ma estremamente interessante, che ci ricorda quanto ancora si possa dire anche su un tema apparentemente tanto abusato. Come al solito il merito di portare alla nostra attenzione una pellicola che non può mancare nella videoteca di un amante dell’horror ma che non avremmo potuto vedere in sala va tutto a Midnight Factory, che realizza una limited edition in blu-ray che pur non brillando per contenuti speciali (troviamo solo un making of e un trailer) è ottimamente curata nel master e nel packaging (nella confezione troviamo anche un booklet ben realizzato). L’horror, che negli ultimi anni sembrava moribondo, sta dando ottimi segni di ripresa, e il lavoro di Iwai si inserisce perfettamente in questo contesto – d’altronde è passato sia dal Sundance che dalla Berlinale. Se cercate un film sui vampiri affascinante, profondamente simbolico e addirittura ermetico, Vampire è quel che fa per voi. A patto che, come il protagonista, siate disposti a chiedervi cosa sia un vampiro.
Vampire: in blu-ray una rilettura finalmente originale del genere (recensione)
Presentato a Berlino e al Sundance, un film su un giovane professore di biologia che adesca online aspiranti suicide allo scopo di berne il sangue.