Il Villaggio dei Puffi non è il solo posto dove vivono le creature blu e per scoprirlo i nostri piccoli amici intraprendono un viaggio all’interno della Foresta Segreta. Ogni puffo ha un carattere, un’essenza che Quattrocchi riesce a rilevare con un nuovo marchingegno; solo Puffetta ne è priva: essendo stata creata da Gargamella, lei non è un vero puffo. Riportare alla luce questa verità sconvolge Puffetta allontanandola dalle regole del Grande Puffo. Insieme ai suoi amici Tontolone, Quattrocchi e Forzuto si spinge fino ai confini della Foresta Incantata, dove vede una creatura femminile come lei.
I Puffi – Viaggio nella Foresta Segreta indaga il tema della diversità dimostrando che ci rapportiamo con ciò che conosciamo. I Puffi rimanendo chiusi nel loro villaggio per paura di Gargamella non hanno mai saputo cosa si trovasse oltre i confini. Così tutto ciò che conoscevano era in relazione al loro habitat, alla loro tradizione, alle loro esperienze.
Come ricorda la canzone di Cristina d’Avena (trovate qui la nostra intervista alla cantante) dedicata al film, “là fuori cosa c’è?”: l’ignoto fa paura ma permette anche di trovare se stessi.
Alla ricerca della propria identità e per salvare la Selvapuffa dalle mire di Gargamella, i quattro puffi coraggiosi partono all’avventura in un mondo magico, con creature fantastiche e toni più cupi del solito.
Il film di animazione di Kelly Asbury (regista di Shrek 2 e Gnomeo e Giulietta) mostra un grande rispetto per l’opera del 1958 di Peyo (Pierre Culliford), a cui vuol rimanere fedele.
Come nella serie animata che ha cresciuto le generazioni degli anni ‘80 e ‘90 i Puffi sono dei simpatici personaggi contraddistinti dal proprio carattere dominante (la forza, l’intelligenza, la saggezza, la stupidità ecc.) che entrano in contrasto per dar vita a gag divertenti. In puro stile slapstick cadono, inciampano, vanno a sbattere sugli ostacoli, mangiano qualcosa di strano o si fanno i dispetti. Da render nota a Tontolone che scappa da casa e quando Grande Puffo lo va a cercare trova sotto le coperte “due mele o poco più”.
L’animazione rimane destinata a un pubblico di bambini che vivrà forti emozioni, dall’allegria nel colorato villaggio dei puffi, all’adrenalina nel viaggio nella notte scura, alla gioia per le creature fantastiche e i nuovi personaggi presentati alla tensione per l’avvento del perfido Gargamella. Nonostante le tematiche vogliano coinvolgere anche il pubblico più adulto, in questo riescono meno. La trama è troppo semplice per tenere davvero alta l’attenzione degli over 10, eppure non per questo non può far piacere ritornare bambini e ricordare la propria infanzia davanti la tv.
Asbury impara le regole stabilite da Peyo per continuare la sua narrazione, approfondendo i caratteri originali e dando vita ai nuovi. In congruenza con il passato la storia potrebbe sembrare un’ennesima puntata della serie realizzata con tecniche di disegno più moderne. Alla fine della vicenda il bene torna a trionfare, la vera forza è l’unione, ognuno ha la propria unicità che vince sommata a quella degli altri. Così Puffetta scopre che proprio la sua diversità potrà salvare gli altri da Gargamella, che lei è speciale e non esclusa.
Un film piacevole che non vuole competere con i grandi brand di animazione, semplicemente onorare e ricordare con dolcezza il tempo dell’infanzia insieme agli amici blu, in quel mondo dove ogni cosa era colorata, propositiva e il bene non poteva essere sconfitto.
I Puffi – Viaggio nella foresta segreta: la recensione in anteprima (spoiler)
I divertenti personaggi blu tornano con un nuovo film incentrato sulla scoperta della diversità, in cui non mancano i colpi di scena.