Davanti ai film di Bruce LaBruce, autore che per qualche misteriosa ragione è ancora inedito in Italia, c’è sempre il rischio di archiviare la pratica con i soliti “epiteti”: oltraggioso, provocatorio, erotico, scandaloso. Come però per i lavori di Gaspar Noè, c’è molto di più oltre lo scandalo. The misandrists è una grande idea, messa in scena egregiamente, tanto provocatorio quanto divertente; ma soprattutto è una grande storia di accettazione, di amore verso il prossimo anche se è diverso da noi.
Una cellula segreta di terroriste femministe sta progettando di liberare le donne, rovesciare il patriarcato ed inaugurare un nuovo ordine mondiale femminile. A guidarle una suora vestita come Lady Gaga e le altre “sorelle”, suore queer. L’arrivo di un uomo ferito metterà a repentaglio la sicurezza del convento e delle sorelle, piene di misandria.
Fra le giovani adepte del “F.L.A.” ( Female liberation army ) sbocciano amori, si nascondono segreti, si studia e ci si annoia a scuola. Come tutti. Il film comincia con due ragazze che ci baciano e parlano di quanto per loro siano noiose le (tante) regole imposte da madre superiora, come il divieto di fumo. A loro non interessa e le regole sono fatte per essere infrante. Subito dopo vediamo una seconda coppia, stesa sul divano e, mentre le ragazze guardano un porno gay, si fanno le carezze e parlano di femminismo, filosofia occidentale e della misoginia di Schopenahauer. Stanno guardando qualcosa di “ripugnante”, “disgustoso”, per la presenza del membro maschile che a loro è stato insegnato di disprezzare. Tuttavia lo devono fare: Madre Superiora le ha nominate come “Sovrintendenti alla pornografia” e perciò hanno bisogno di studiare “tecnicamente” un video pornografico, analizzare i movimenti di macchina perché presto gireranno Pornutopia: A word without men, il loro esordio lesbo.
Bruce LaBruce è il più importante artista queer sulla scena contemporanea e The misandrists ne è la dimostrazione. Oltre alla capacità – mai scontata – di messa in scena, il regista sciorina citazioni di libri, pezzi de Il secondo sesso del “Castoro” Simone de Beauvoir, discussioni sulla rivoluzione femminista e sulla misoginia di Schopenhauer. Dopo diversi film legati all’omosessualità maschile riesce a portare al pubblico l’equivalente di follia, risate, divertimento ed erotismo in termini di lesbismo adolescenziale.
The misandrists è infondo la storia del brutto anatroccolo. Isolde è amica di tutti ma non ha rapporti sessuali con le ragazze perché si vergogna del suo membro e della sua diversità. Ma LaBruce ci dice di accettare il diverso, il lontano da noi e accettarlo per quello che è. Perché se quest’ultimo abbraccia le nostre stesse idee è giusto passare sopra alle diversità.
Un’ultima menzione speciale la meritano le ragazze protagoniste del film; chi senza sopracciglia, chi con una faccia “cubista”, chi con i capelli strani e le sorelle truccate come le “fattucchiere”. L’occhio di LaBruce ha trovato i visi più particolari in circolazione, le ragazze più pazze è più ben disposte a mostrarsi e a non tirarsi indietro dinnanzi a niente. Che piaccia o no, The Misandrists è un film unico, di un regista unico e colpevolmente ignorato dal cinema italiano e dai distributori nostrani.
Lucca 2017: The Misandrists e il visionario delirio sexy di LaBruce (recensione)
L'ultimo provocatorio film del genio queer Bruce LaBruce sconvolge il Lucca Film Festival e Europa Cinema.