Presentato come l’ultimo capitolo della serie, Underworld: Blood Wars continua la narrazione della lotta tra Lycan e Vampiri, ormai mutati geneticamente, iniziata nel 2003 con la storia della guerriera vampira Selene.
Diretto dalla regista Anna Foerster e scritto da Cory Goodman, Underworld: Blood Wars non aggiunge nulla ad una trama che rimane sempre uguale dal primo all’ultimo film della saga ma non tradisce le proprie origini gotiche, enfatizzando il romanticismo in chiave vampiresca e ampliando il conflitto alle nobili casate che acquistano un ruolo di primo piano nella lotta di sangue che da il nome al titolo.
Kate Beckinsale ritorna a imbracciare le tecnologiche armi di Selene dopo lo scontro che in Underworld: il Risveglio (2012) aveva decimato una buona fetta della popolazione mondiale di Lycan. Non più assetata di vendetta, ma non meno agguerrita Selene, dopo anni di isolamento, è richiamata dal Consiglio dei Nobili per preparare i giovani vampiri ad un nuovo scontro con gli odiati licantropi.
Nell’eterna lotta tra le due razze Selene si ritroverà ad affrontare nuovi nemici assetati di sangue e potere combattendo con il sostegno di David, il nuovo coprotagonista della serie interpretato da Theo James (Divergent) e suo padre Thomas, l’attore britannico Charles Dance noto anche per il ruolo di Tywin Lannister ne Il Trono di Spade.
È chiaramente il sangue, in tutte le sue declinazioni, il fil rouge che unisce tutti i personaggi del clan dei vampiri con le sue discendenze e leggende. Sangue inteso sia come legame famigliare che mezzo per cambiare forma, come arma, medicina e allo stesso tempo strumento di pace, capace di unire le culture e promuovere il cambiamento.
Passati gli anni il franchise di Underworld resta ancorato ai soliti schemi e alla performance scattante di Kate Beckinsale, strizzata nella stessa tutina nera del 2003.
Il suo sguardo felino non è mutato e l’effetto “occhiataccia da vampiro” rimane inalterato, mentre le ambientazioni futuristiche dei primi episodi lasciano spazio ad un’immagine più gotica e fantasy, meno acciaio e più merletti.
In questi particolari, soprattutto nella caratterizzazione di Semira (Laura Pulver), l’antagonista di Selene, si nota l’occhio femminile della regia concentrata sulla sensualità e lo studio sottile della strategia.
Le scene d’azione non mancano ma contengono una tale commistione di stili (horror, action, gotico) che risultano a tratti noiose a causa di un uso esagerato dello slow motion.
È sicuramente positivo il messaggio pacifista che lega questa (presunta) conclusione della saga e l’evoluzione del personaggio di Selene non deluderà i fan ma, seppur potenziato dal 3D Underworld: Blood Wars non spicca il volo i troppi intrecci della trama e il pastone di stili e generi rendono il film didascalico e poco coinvolgente, non riuscendo a catturare l’attenzione dello spettatore.
Underworld – Blood Wars: la recensione in anteprima
Kate Beckinsale ritorna nei panni di Selene nel quinto episodio della saga vampiresca, in sala dal 6 aprile.