Il concorso del Lucca Film Festival e Europa Cinema propone una pellicola serba che, come già la britannica The Levelling, tratta il tema del suicidio.
Requiem for Mrs J di Bojan Vuletič racconta la storia di Gospodja J, una vedova di mezza età, madre di due figlie e gravemente depressa che, avendo deciso di porre fine alla propria vita, provvede a risolvere ogni questione in sospeso prima di suicidarsi. Questa strana progettualità, caratterizzata dalla disforia tipica di chi cade vittima del male oscuro, è il fulcro di tutta la pellicola e le sorprendenti difficoltà – burocratiche e non – che la donna incontrerà nel percorso verso il proprio suicidio sono quel che principalmente interessa a Vuletič. Perché in Serbia la vita è tanto difficile da ostacolare anche la morte.
Il mix di colori desaturati, ambienti domestici squallidi e caotici e inquadrature fisse e ordinate riesce meravigliosamente a rendere lo stato d’animo della protagonista, mentre alcune soluzioni compositive (i tre piani di profondità del salotto) o di linguaggio (le brevi carrellate all’indietro ogni qual volta la protagonista deve varcare l’uscio della propria abitazione) non lasciano alcun dubbio sui solidi mezzi artistici dell’autore. L’intelligente uso della macchina da presa da parte del regista emerge in ogni piccolo dettaglio, ma nonostante questa consapevolezza il film finisce per stratificare, scena dopo scena, un senso di passività che appesantisce progressivamente l’esperienza filmica tanto da penalizzare irrimediabilmente il risultato.
L’estrema staticità dello sguardo del cineasta, l’interpretazione volutamente monocorde della brava Mirjana Karanovič e la totale assenza di un climax emotivo e di un commento musicale rendono Requiem for Mrs J un lavoro estenuante, capace di sfidare la resistenza del cinefilo più compiaciuto.
Nonostante le ambizioni promettenti e gli spunti estremamente interessanti, l’opera finisce per rivelarsi – volontariamente – la quintessenza della noia, senza in compenso regalarci riflessioni o emozioni sufficientemente importanti da giustificare una così marcata volontà espressiva. Con l’avvicinarsi del finale, un intermezzo ispirato desta un improvviso interesse nello spettatore ormai assopito, ma uno sviluppo forzato e inverosimile della protagonista, un’intenzionale assenza della benché minima idea di ritmo, l’estrema povertà dei movimenti di macchina e la debolezza dell’arco narrativo affliggono la maggior parte della pellicola, rendendola di certo poco appassionante. Requiem for Mrs J sarà anche stato presentato nella sezione Panorama della sessantasettesima Berlinale, ma non ci sentiamo di consigliarvene la visione, a meno che non siate profondamente motivati a fare in prima persona un viaggio di 94 minuti nell’apatia.
Lucca 2017: Requiem for Mrs J, preparativi per un suicidio (recensione)
La pellicola del serbo Vuletič, già presentata a Berlino, descrive meravigliosamente lo stato depressivo e per questo mette a dura prova lo spettatore.