Non esiste nessun autore nel panorama televisivo mondiale capace di dividere come Damon Lindelof: o lo si ama o lo si odia, non esiste nessuna via di mezzo. Tra chi lo ritiene un genio e chi lo considera un venditore di aria fritta, ogni lavoro dello storico showrunner di Lost finisce sotto la lente di ingrandimento di critica e pubblico generando ogni volta discussioni e polemiche (anche in ambito cinematografico, ne sono un esempio Tomorrowland e Prometheus); quando nel 2014 fece il suo debutto su HBO The Leftovers, la serie mystery ispirata dal romanzo di Tom Perrotta Svaniti nel Nulla, non pochi storsero il naso di fronte all’enigmatica prima stagione (l’accusa che di solito si fa nei confronti di Lindelof è quella di essere troppo pretenzioso in fase di scrittura) ma, come per magia, nella seconda annata il buon Damon compie una mezza rivoluzione mostrando finalmente tutto il potenziale di questo prodotto, tanto da riuscire a conquistare ampi consensi tra gli addetti ai lavori. Gli spettatori però non sono stati altrettanto ricettivi (gli ascolti in un anno sono crollati del 50%) e la HBO, pur di non cancellare lo show, ha concesso a Lindelof una terza stagione per dare una degna conclusione a questa serie. Domenica notte è andata in onda la première e Lindelof, ancora una volta, rimescola le carte in tavola.
Il ritorno nella cittadina di Miracle è inaspettatamente nel segno della serenità.
Dopo gli eventi tumultuosi che hanno scandito il finale della seconda stagione, la première comincia con una sorta di doppio prologo (non sveliamo cosa succede per non rovinarvi la sorpresa) che ci conduce nuovamente a Jarden (paesino ribattezzato dai suoi abitanti Miracle) dove, in un arco di tempo di tre anni, regna la tranquillità più totale: Kevin Garvey (Justin Theroux), assieme al figlio Tommy (Chris Zylka) e la compagna Nora (Carrie Coon), amministra in maniera impeccabile la sicurezza della cittadina e, assieme al sacerdote Matt (Christopher Eccleston) e all’ex moglie di Kevin Laurie (Amy Brenneman), vivono all’interno di Miracle come se fossero una grande famiglia allargata. La routine quotidiana prosegue fino a quando Kevin non viene a conoscenza di una strana notizia: Matt infatti, osservando ciò che succede attorno al poliziotto, starebbe scrivendo una specie di libro sacro incentrato su di lui, come se Kevin fosse il nuovo Messia.
Come è già capitato nelle stagioni precedenti, è difficile prevedere cosa succederà in The Leftovers.
Fin dai tempi di Lost, Lindelof ha sempre trattato con grande interesse quel legame sottile e fragilissimo che unisce realtà e spiritualità, pilastro centrale su cui si fonda uno show come The Leftovers; se il leitmotiv della prima stagione è indubbiamente quello del trauma collettivo mentre nella seconda i concetti di penitenza e di caos sono predominanti, la première di quest’anno introduce il tema dell’attesa: gli abitanti di Miracle infatti sono impazienti per l’arrivo di quel 14 ottobre che solo qualche tempo prima era una data simbolica di morte ma nel periodo particolare che stanno vivendo è sinonimo di speranza, qualsiasi cosa possa accadere (la manifestazione di un nuovo Salvatore o, addirittura, la fine del mondo); sembra davvero che il processo di elaborazione del lutto sia stato completato e il mondo, rappresentato dal microcosmo del paesino texano, si sia lasciato andare ad uno stato assoluto di resilienza. Ovviamente quell’atmosfera di mistero tipica dello show è ancora percepibile nell’aria (e in un paio di situazioni la pace all’interno di Miracle è minacciata da entità che provengono dall’esterno) ma la sensazione è quella che Kevin, da novello Gesù Cristo, involontariamente si sia accollato a sé tutto il dolore causato da quel terribile evento (quel 2% della popolazione mondiale scomparso all’improvviso) per permettere ai suoi cari (e non solo) di vivere la propria esistenza più serenamente. Non sappiamo se il cold open iniziale avrà lo stesso significato simbolico che ebbe quello della scorsa stagione, tuttavia Lindelof, come suo solito, riempie la première di piccoli indizi che avranno una grande importanza per questa final season e costruisce a fine puntata un cliffhanger che, con ogni probabilità, sarà la chiave di volta per la conclusione di The Leftovers.
Nonostante l’episodio, diretto splendidamente da Mimi Leder (The Peacemaker, Deep Impact), sia sostanzialmente introduttivo, lo show HBO mette già tanta carne al fuoco per una terza stagione che si preannuncia esplosiva. La terza stagione di The Leftovers verrà trasmessa su Sky Atlantic a partire dal 13 giugno, ogni martedì alle 21:15