Il cinema romeno ha regalato negli ultimi anni numerose opere di pregevole fattura, e una delle voci più significative del nuovo corso è sicuramente Adrian Sitaru. Vincitore nel 2007 al Festival di Locarno del Pardino d’oro con Waves, Sitaru è stato membro della giuria del concorso principale del Torino Film Festival 34, edizione in cui ha presentato in Festa Mobile gli ultimi due suoi film, Ilegitim e Fixeur. La redazione di Anonima Cinefili ha intervistato per voi il regista di Bucarest, che ha parlato delle sue fonti di ispirazione, dei suoi progetti futuri ma non solo.
Quando è nata la sua passione per il cinema?
Ho iniziato quando ho scoperto il cinema d’essai, all’inizio degli anni ’90, quando ho visto per la prima volta i film di Tarkovski, Bergman, Fellini. In precedenza mi dedicavo alla musica e sognavo di diventare un musicista, ma vedendo i film ho sentito qualcosa: volevo creare delle mie pellicole; la realizzazione di un film è un’opera molto più complessa, con diverse forme d’arte che concorrono al risultato finale – musica compresa.
Al Torino Film Festival 34 ha presentato Ilegitim e Fixeur, che hanno riscontrato un ottimo successo. C’è un messaggio preciso dietro questi due film?
Con i miei film non voglio propriamente recapitare dei messaggi. In Ilegitim racconto quello che non concepisco, cui mi oppongo, cioè quelle leggi che pretendono di dirci cosa fare con i nostri corpi. Cosa voglio farne è una questione che inerisce solo la mia libertà personale, quand’anche significhi avere a che fare con l’alcolismo, con il suicidio, con la dipendenza dalle droge o l’aborto. A mio parere non è accettabile che una legge ci costringa a fare qualcosa in quel senso (il regime di Ceauşescu non solo proibì l’aborto ma addirittura la contraccezione – ndr): il governo può consigliarmi parlando attraverso le ONG ed educandomi a scuola, ma non può impormi un comportamento che abbia a che fare il mio corpo. Certo, nel film sono proposti anche altri dilemmi personali, ma non ho provato a trovare risposte o recapitare messaggi.
In Fixeur invece ho raccontato un dilemma morale che ha a che fare con la mia professione: è lecito stressare emotivamente le persone con cui sto lavorando, nonostante sia in nome del cinema, dell’arte? È così facile non vedere le conseguenze di quello che fai quando hai solo buone intenzioni? E, in senso lato, quanto maltrattiamo i nostri figli e le persone care, senza nemmeno rendercene conto e ‘per amore’? È giusto fare pressioni affinché siano i migliori a scuola, nello sport e così via? Vivendo in una società così competitiva è facile cedere a questa tentazione, ma qual è il confine tra maltrattamento (almeno emotivo) e impartizione di una buona educazione? Non lo so, ma credo che sia facile ritrovarsi a oltrepassarlo, pur senza voler fare del male a nessuno. È abbastanza strano, no?
In futuro spera di lavorare con qualche attore o attrice in particolare? Se sì, con chi?
È difficile avere certe speranze quando devi lavorare con dei budget ridottissimi. Sono molti gli attori con cui vorrei lavorare, ma bisogna sempre avere aspettative realistiche. Ad esempio, per Fixeur ho sperato di avere più finanziamenti dai produttori francesi, così ho provato ad osare a pensare ad alcuni grandi attori d’Oltralpe, ma alla fine non potevamo permetterceli. Ormai ci sono abituato, quindi, anziché strapparmi i capelli, mi sono messo al lavoro per cercare il miglior attore per le nostre possibilità e alla fine sono stato molto felice di Mehdi Nebbou: non solo è un grande interprete e ha amato la sceneggiatura, ma ha messo veramente tanta passione in questo film, che è più di quanto un regista potrebbe desiderare.
Nella sua arte ci sono delle figure alle quali si ispira?
Tutti i registi o gli artisti che si assumono rischi, che non si ripetono, che sono sempre al lavoro per migliorare la propria arte. Un esempio può essere Lars Von Trier: anche se alcuni suoi film non mi piacciono, amo e rispetto quello che ha provato a fare nei suoi lavori. Questo è ciò che contraddistingue i grandi cineasti dai mestieranti.
Conosce il cinema italiano? Ci sono dei registi o film che preferisce?
Lo conosco, ma sono così tanti i grandi registi del passato, come Fellini, Pasolini, Visconti, che sarebbe impossibile elencarli tutti. Parlando del presente, ammiro Paolo Sorrentino ed Emanuele Crialese. Sono sicuro che ce ne siano anche molti altri, ma non ho avuto la possibilità di vederne i film.
È già al lavoro su film o progetti futuri?
È difficile definire quando sto lavorando o meno su un nuovo progetto. Per il momento sto cercando di scoprire su cosa sarà il mio prossimo film: cerco di trovare dentro di me il perché voglio parlare di una determinata cosa, qual è il mio dilemma interiore, e in questo modo capirò meglio su cosa sarà il mio prossimo progetto. Poi sarà tutto più semplice.