Quattro storie per quattro sceneggiature eterogenee come le protagoniste di Le Donne e il Desiderio, ultimo film del regista polacco Tomasz Wasilewski, vincitore dell’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura al 66° Festival Internazionale del cinema di Berlino. Agata (Julia Kijowska), Iza (Magdalena Cielecka), Renata (Dorota Kolak) e Marzena (Marta Nieradkiewicz) vivono nella Polonia del 1990, anno di svolta per le nascenti repubbliche democratiche dell’Est europeo, libere dall’ingerenza dell’URSS dopo il crollo del muro di Berlino. La libertà individuale inizia a condizionare le scelte dei polacchi, finalmente capaci di prendere in mano il loro destino.
Tomasz Wasilewski sceglie il punto di vista delle donne per raccontare, attraverso alcuni episodi legati alla loro vita sentimentale, la spinta al cambiamento e alla realizzazione dei desideri, assopiti per anni come la loro nazione.
La prima storia è quella di Agata, una giovane casalinga e madre di un’adolescente. La sua infelice relazione con il marito la porta ad immaginare una storia d’amore impossibile e peccaminosa che mette a rischio il già precario equilibrio famigliare.
Iza, al contrario di Agata, è una donna realizzata professionalmente, elegante ed altera nasconde dietro la facciata di severa direttrice scolastica l’ossessione verso il suo amante, medico e padre di una sua alunna.
Renata è una professoressa prossima alla pensione, che vive l’amore proibito e silenzioso per la giovane vicina di casa Marzena, abbandonata dal marito emigrato in Germania anni prima.
Marzena è un’ex reginetta di bellezza che si guadagna da vivere insegnando aerobica nella palestra locale, il suo desiderio rimane quello di sfondare nel mondo dello spettacolo e le premesse di una Polonia libera e indipendente lasciano sperare anche lei, rimasta intrappolata nel sogno della sua infanzia.
Marzena, la più giovane delle protagoniste, rappresenta l’anello di congiunzione delle quattro storie, collegate tra loro da legami parentali, lavorativi o affettivi. La sua figura è presente per tutto l’arco temporale del film e chiude la narrazione con un messaggio chiaro da parte del regista, nato nel 1980 e spettatore del cambiamento sia in positivo che in negativo.
La sceneggiatura di Le Donne e il Desiderio si basa su una struttura ad intreccio, che mette al centro le dirompenti emozioni femminili, le loro intimità più nascoste e i loro desideri, tanto forti da far crollare i muri interiori, costruiti in anni di silenzio e sottomissione. Muri metaforici quanto reali dunque in questa storia difficile da metabolizzare, soprattutto se a vedere l’opera di Wasilewski è uno sguardo femminile.
Il regista mette a nudo le sue protagoniste, scandagliandone gli angoli più profondi e tirandone fuori i sentimenti più nascosti tanto da creare una reale immedesimazione con i personaggi. Nella costruzione della sceneggiatura e nelle scelte registiche evince la declinazione del desiderio sotto le forme più atipiche, così come inconsueto è il paesaggio cittadino, rappresentato con una fotografia lunare. Il senso visivo in questo film è preponderante e caratterizza la fisionomia di ogni personaggio, le ambientazioni curate nei minimi dettagli, così come i dialoghi essenziali ma taglienti.
Tomasz Wasilewski non compie un’operazione facile ribaltando i punti di vista, spesso affidati all’interpretazione maschile e riuscendo a comprendere le sfumature che rendono unico il genere femminile. Ottime interpretazioni, una regia che stupisce nell’essenzialità quanto nella ricerca dei dettagli e una fotografia di grande impatto emozionale fanno di Le Donne e il Desiderio un film magistralmente eseguito con una sceneggiatura insolita che esce dagli schemi e abbraccia uno stile contemporaneo.
Le Donne e Il Desiderio: arriva in sala il film premiato a Berlino per lo script (recensione)
Arriva in sala dal 27 aprile il film di Tomasz Wasilewski vincitore dell'Orso d'Argento per la migliore sceneggiatura.