Shirley MacLaine è una delle regine della commedia Hollywoodiana: con oltre cinquant’anni di carriera, numerosi premi ed una lista di cineasti con cui ha lavorato a dir poco invidiabile (in primis, Alfred Hitchcock), può essere a ragion veduta una leggenda del cinema moderno, capace di emanare carisma e professionalità anche dai più piccoli gesti.
Dopo un’assenza di tre anni dal grande schermo, la signora MacLaine torna in sala con Adorabile Nemica (The Last Word, in lingua originale), commedia agrodolce e dalle tinte ciniche diretta da Mark Pellington.
Harriet Lauder è una milionaria dispotica abituata a controllare tutto quello che la circonda, persone comprese, cosa che la porta ad una vita estremamente solitaria e rigorosa che vive in uno zelo maniacale. Dopo l’ennesimo giorno passato prigioniera della sua routine autoimposta, la donna, presa dallo sconforto, tenta il suicidio, per poi rendersi conto di quanto quello che le accadrà dopo la morte non sia sotto il suo controllo, cosa per lei inaccettabile. Leggendo i necrologi di sue ex conoscenze sul giornale, Harriet decide di organizzare il suo stesso elogio funebre, assumendo una giovane e talentuosa giornalista di nome Anne (Amanda Seyfried) con cui nascerà un’amicizia sincera e contemplativa sul vero valore della vita.
Com’era facile aspettarsi dalle premesse, il film si dimostra subito una produzione curata e di alto livello: l’ottima composizione delle scene e la regia calibrata di Wellington dimostrano un linguaggio solido e accattivante, una perfetta cornice per una storia spietatamente umana, dei personaggi affascinanti e animati da uno humor scorretto ed irresistibilmente dark. Grazie a scambi di battute perfettamente limati, carisma a non finire e dialoghi secchi e taglienti come rasoi, Adorabile Nemica sembra portare in scena una vera e propria pietra miliare della commedia moderna, almeno nella prima metà del film.
Il problema è proprio questo. Non ci sono molti modi per definire Adorabile Nemica, se non come un film riuscito a metà, che porta avanti un lavoro ottimo per buona parte del metraggio per poi arrendersi a una degenerazione che assume toni quasi autoparodistici.
Se Shirley MacLaine ci dona, grazie ad un’interpretazione perfetta, una protagonista memorabile e in perfetta sincronia con quelle delle più giovani Amanda Seyfried e AnnJewel Lee Dixon (giovanissima attrice dalla prorompente energia), il film si dimentica improvvisamente di sfruttarne il potenziale, trasformando quello che avrebbe dovuto essere un’evoluzione del suo personaggio in una decostruzione tendente alla macchietta. Durante i primi minuti di declino la solidità della prima parte sembra ancora in grado di sorreggere l’integrità strutturale dello script, ma con l’approssimarsi della fine prende il sopravvento un amaro disappunto verso il modo in cui il patrimonio narrativo, in precedenza meravigliosamente costruito, viene dissipato. Il cinismo diventa buonismo melenso, i personaggi scadono nello stereotipo e addirittura il comparto tecnico – nello specifico l’editing – sembra iniziare a scricchiolare.
In definiva, Adorabile Nemica (adattamento piuttosto debole del molto più calzante titolo originale) è una pellicola dall’enorme potenziale e fascino che, per qualche strano motivo, decide di abbandonarsi sul finale, regalandoci un lavoro che, in neanche due ore, riesce ad essere contemporaneamente una delle migliori commedie degli ultimi anni e il suo contrario. Sta a voi se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Adorabile Nemica arriva in sala il 4 maggio.
Adorabile Nemica: la recensione in anteprima
Una straordinaria Shirley MacLaine è la protagonista di una commedia a tratti irresistibile ma che perde pezzi nel finale.