Genius, la prima serie tv programmata da National Geographic Channel, è un progetto antologico che porterà sullo schermo la vita di alcune delle personalità più rivoluzionarie della storia. La prima stagione sarà dedicata alla figura di Albert Einstein, probabilmente il personaggio che più incarna l’idea di scienza dell’era moderna. La prima puntata, diretta da Ron Howard – che ricopre anche il ruolo di produttore – si muove su quella che supponiamo essere la linea narrativa di tutta la stagione: chiara e senza fraintendimenti, ci presenta sia un giovane Einstein in piena adolescenza (Johnny Flynn), quando i primi sintomi di genialità iniziano a rendersi evidenti tanto da spingerlo a rinnegare la carriera di ingegnere impostagli dal padre per preferire quella di insegnante; sia un Einstein adulto (Geoffrey Rush), già famoso come fisico e insegnante, quando dovrà fare i conti con una Germania sempre più preda dell’ascesa di Hitler e del partito nazista.
Da questa prima puntata possiamo subito capire come National Geographic voglia entrare prepotentemente nell’era delle serie tv moderne, sempre più accurate e che a loro volta guardano al linguaggio del cinema. Infatti, se la computer grafica non è perfetta tanto quanto lo è in altri prodotti seriali di maggiore rilievo, non significa che la ricostruzione storica sia banale. Anzi, forte di uno script ben fatto e meticoloso, l’atmosfera di quegli anni, le prime avvisaglie di malcontento tedesco nei confronti degli ebrei e dei democratici in generale, sono tangibili e a portata di mano. Senza rinunciare alla spettacolarità di cui si vestono solitamente le storie di finzione, Ron Howard porta comunque a termine l’inizio di un buon biopic storicamente preciso, senza per questo essere accademico. Lo spettatore non si perde neanche una volta tra le due diverse linee temporali portate avanti, grazie a un fine lavoro di sottili rimandi che le stesse intrattengono tra loro, riuscendo così anche a legare emotivamente il pubblico ai due Einstein, diversi in molti aspetti, e a incuriosirlo riguardo all’evoluzione che il personaggio avrà lungo tutta la stagione. L’elemento che più affascina è la rinuncia da parte dei creatori di non nascondere i lati più viziosi del carattere di Einstein: dall’atteggiamento ostinato in adolescenza, alle relazioni extraconiugali in età adulta, senza condurci per questo a giudicare un uomo che semplicemente non crede alla monogamia, così come non crede alla politica antisemita o all’appartenenza ad una precisa nazionalità. Sotto questo punto di vista, l’Einstein di Rush, il cui sguardo scaltro e malizioso è perfetto per questa rappresentazione dello scienziato, pone la ribellione come assunto della rivoluzione, l’essere apòlide come condizione necessaria per essere uomini.
Questo della prima puntata è un ritratto piacevole, ironico e tenace, che pone le basi per quella che potrebbe essere una buona prima stagione. D’altronde vengono lanciati molti elementi su cui far poggiare una narrazione solida: dall’inizio degli studi di fisica all’incontro con la prima moglie Mileva Marič, dall’ascesa del nazismo al tentativo di lasciare la Germania per gli Stati Uniti. Un cast di livello, tra cui spicca anche Emily Watson, già coprotagonista di Geoffrey Rush in Storia di una ladra di libri, e una sceneggiatura che sembra doversi dispiegare in maniera genuina, non possono non far sperare in una buona serie eclettica e inaspettata. Genius arriva su National Geographic (canale 403 di Sky) giovedì 11 maggio alle ore 20:55.